L’abolizione infinita delle Province, ovvero la mamma di tutti i flop di Crocetta

L’abolizione infinita delle Province, ovvero la mamma di tutti i flop di Crocetta

Rosaria Brancato

L’abolizione infinita delle Province, ovvero la mamma di tutti i flop di Crocetta

Tag:

venerdì 17 Ottobre 2014 - 07:49

Crocetta proroga i commissari delle province fino al 30 marzo 2015. Non è stata infatti rispettata l’ennesima scadenza per il varo della riforma più annunciata della storia, quella dell’abolizione delle province. E mentre la proposta del governo è nei cassetti l’Ars si appresta a optare per la riforma Delrio.

La mamma di tutti i flop di Crocetta è senza dubbio l’abolizione delle Province.

Un anno e mezzo dopo da quando, nel fatidico maggio 2013 il governatore rivoluzionario in nome della lotta agli sprechi decise che i siciliani non avrebbero più eletto i rappresentanti della Provincia, la riforma è ancora, esattamente come allora, in alto mare. Anzi è prossima al naufragio per essere sostituita con quella vera, fatta dal ministro Delrio in tempi umani. Eppure, un anno fa Crocetta inneggiava su tutti i quotidiani “La Sicilia è la prima Regione ad avere abolito le Province”. Peccato che l’unica cosa che Crocetta ha abolito è la democrazia rappresentativa, lasciando al posto di giunte e consigli regolarmente eletti un piccolo esercito di commissari da lui personalmente scelti e prorogati più volte. Nei giorni scorsi, appena si è reso conto che anche questa volta la Regione non avrebbe rispettato la data del 31 ottobre per il varo della riforma, ha deliberato una nuova proroga per i commissari, fino al 30 marzo 2015, lasciando addirittura le porte aperte a possibili sostituzioni, nel caso in cui, riteniamo, debba decidere di dare una poltrona a qualcuno dei suoi alleati che cambiano in base alla settimana. Nell’attesa di una riforma che ha una gestazione simile a quella degli elefanti e che ha comportato un tale numero di varianti e modifiche che non si capisce più quale sia l’ultima versione, peraltro ancora chiusa nei cassetti del governo, Crocetta fa e disfa a piacimento e tiene saldamente il controllo degli Enti locali intermedi.

Sei mesi fa ci eravamo lasciati con l’annuncio che la fine della lunga gestazione era arrivata e che per i Liberi Consorzi tra Comuni e la Città Metropolitana oramai si era ai “dettagli”. L’annuncio trionfale fu: entro il 31 ottobre la riforma sarebbe stata completata con le funzioni e le competenze da affidare ai nuovi Enti. Nel frattempo i Comuni dell’isola avrebbero dovuto decidere il da farsi, nonostante l’assenza di informazioni precise ed una “cornice normativa” talmente confusionaria da prendere per stanchezza chiunque volesse cimentarsi. Ovviamente anche questa scadenza non sarà rispettata e nel frattempo il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha pensato correttamente di recepire la riforma Delrio che invece di limitarsi agli annunci è già concreta. Così mentre dalla prossima settimana all’Ars inizia la discussione sui vari disegni di legge in argomento e sulle proposte di modifica, l’unica a mancare all’appello è proprio quella del governo.

A conti fatti nell’isola della rivoluzione l’unico cambiamento è stato cancellare con un colpo di penna le elezioni per le Province e trasformare i commissari quasi in podestà, legati tra l’altro ad un vincolo dal governatore che ne decide sorti e proroghe. A questo punto non si capisce perché debba essere un Presidente della Regione a scegliere per due anni chi amministra il nostro territorio e non possiamo scegliercelo noi, anche perché, la “straordinaria” capacità normativa e innovativa di questo governo ancora non l’abbiamo vista. Due anni di commissariamento rasentano il ridicolo,perché due anni per fare una riforma che riporta la situazione rispetto a quanto previsto dallo Statuto siciliano ci sembrano francamente eccessivi. Affidare la gestione della Regione ad un governo che sta impiegando più tempo per una legge che non quanto i nostri illustri avi hanno impiegato per fare la Costituzione sembra un salto nel buio. Il flop dell’abolizione delle Province è lo specchio di questo governo annunciato e sempre in gestazione, che ha cambiato più assessori e dirigenti di quanti allenatori abbia cambiato Zamparini al Palermo, un governo sempre in bilico tra le decisioni di Re Saro e le baruffe con gli alleati, intento più a sfornare nomine e poltroncine e dichiarare al mondo complotti di vario genere (politici, mafiosi, dirigenziali, giornalistici, etc etc) che non atti concreti.

Alla vigilia del “compleanno” a fine ottobre,l’unico dato certo è che il governo Crocetta ce lo dobbiamo tenere fino al 2017 solo perché i deputati eletti non hanno alcuna intenzione di tornarsene a casa e questo non è un motivo nobile. Vista la situazione fallimentare e l’impossibilità di tornare alle urne a causa di queste motivazioni personali, resta il rimpianto per la vecchia normativa elettorale che portava nei casi di paralisi come questi a cambiare giunta e presidente con i famosi ribaltoni o rimpasti.

Ma questa è un’altra storia.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Dovreste cospargervi il capo di cenere e fare un sano “mea culpa”, Voi che, due anni fa – ad un’elezione regionale con l’affluenza più bassa della storia (48% circa, e ci sarà stato pur un motivo che vi sarà sfuggito) – gridavate alla “liberazione” e brindavate al “nuovo”, giudicando livorose cornacchie e cassandre senza ritegno quanti, come il sottoscritto, voleva mettervi in guardia.

    Noto con piacere che la realtà, prima o poi, giunge a presentare il conto.

    Ora tenetevelo, Voi che, avendo votato questo presidente e i suoi accoliti all’ARS, potete esibire la “patente della lamentela”.

    0
    0
  2. Dovreste cospargervi il capo di cenere e fare un sano “mea culpa”, Voi che, due anni fa – ad un’elezione regionale con l’affluenza più bassa della storia (48% circa, e ci sarà stato pur un motivo che vi sarà sfuggito) – gridavate alla “liberazione” e brindavate al “nuovo”, giudicando livorose cornacchie e cassandre senza ritegno quanti, come il sottoscritto, voleva mettervi in guardia.

    Noto con piacere che la realtà, prima o poi, giunge a presentare il conto.

    Ora tenetevelo, Voi che, avendo votato questo presidente e i suoi accoliti all’ARS, potete esibire la “patente della lamentela”.

    0
    0
  3. Diamo i numeri del campione del PD,Re Sarò Crocetta,senza di lui il PARTITO DEMOCRATICO avrebbe raggiunto in Sicilia percentuali insignificanti. In Sanità nel 2013 la Regione registra un saldo negativo di 180 milioni sulla mobilità sanitaria, ci curiamo altrove,in particolare in Lombardia,regione che fa della mobilità un affare conveniente,infatti ha un saldo attivo di 543 milioni,mezzo miliardo,non sono noccioline.Il rivoluzionario mancato è rosso per l’invidia.Quanto incassano dalla Sicilia i lumbard? 92 milioni di noccioline. Lucia Borsellino è ottimista,”Più cure in Sicilia”, contenta lei con un saldo negativo così elevato,contenti tutti,specialmente chi vende siringhe a più di 26 cent. Nel Veneto costano 6 cent,c’è una sola centrale acquisti, mentre non è dato conoscere i tanti prezzi diversi pagati dai nostri ospedali, maledetta autonomia siciliana. Sapete quanto ha incassato la Sanità siciliana dalle altre regioni? 70,5 milioni. Sapete a quanto ammontano le uscite? 248,1 milioni. Bravi, bene, bis.

    0
    0
  4. Diamo i numeri del campione del PD,Re Sarò Crocetta,senza di lui il PARTITO DEMOCRATICO avrebbe raggiunto in Sicilia percentuali insignificanti. In Sanità nel 2013 la Regione registra un saldo negativo di 180 milioni sulla mobilità sanitaria, ci curiamo altrove,in particolare in Lombardia,regione che fa della mobilità un affare conveniente,infatti ha un saldo attivo di 543 milioni,mezzo miliardo,non sono noccioline.Il rivoluzionario mancato è rosso per l’invidia.Quanto incassano dalla Sicilia i lumbard? 92 milioni di noccioline. Lucia Borsellino è ottimista,”Più cure in Sicilia”, contenta lei con un saldo negativo così elevato,contenti tutti,specialmente chi vende siringhe a più di 26 cent. Nel Veneto costano 6 cent,c’è una sola centrale acquisti, mentre non è dato conoscere i tanti prezzi diversi pagati dai nostri ospedali, maledetta autonomia siciliana. Sapete quanto ha incassato la Sanità siciliana dalle altre regioni? 70,5 milioni. Sapete a quanto ammontano le uscite? 248,1 milioni. Bravi, bene, bis.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007