Ex Province sull’orlo del baratro, CGIL CISL UIL sul piede di guerra

Ex Province sull’orlo del baratro, CGIL CISL UIL sul piede di guerra

Ex Province sull’orlo del baratro, CGIL CISL UIL sul piede di guerra

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venerdì 06 Ottobre 2017 - 09:04

Oggi presidio organizzato davanti a Montecitorio a Roma, al quale prenderà parte una delegazione dei lavoratori provenienti dai territori della Sicilia e una rappresentanza delle Segreterie Regionali,. I motivi della partecipazione allo sciopero vengono illustrati in un documento

“Il Governo Regionale, dopo avere annunciato quattro anni fa, all'Arena di Giletti la cancellazione delle province, ancora oggi, non ha elaborato un progetto politico di riordino delle ex province Siciliane. In questi anni, abbiamo assistito solo ad interventi tampone, finalizzati a garantire qualche mensilità arretrata di stipendio. L'assenza di risposte, da parte del governo ha provocato una gravissima situazione economica che sta investendo ormai tutte le ex province, a causa del mancato trasferimento delle risorse. Tale situazione impedisce il pagamento degli stipendi ai lavoratori (vedi Siracusa e Ragusa) e l'erogazione dei servizi ai cittadini quali: le scuole, la manutenzione delle strade, l'assistenza ai disabili”.

Le Funzioni pubbliche CGIL CISL UIL sono sul piede di guerra, preoccupati del fatto che gli Enti, inoltre, non riescono a chiudere i bilanci e rischiano il dissesto finanziario.

“Le minori entrate e il crollo delle riscossioni – scrivono in un lungo documento – impediscono di pagare i debiti e di conseguenza aumentano i residui passivi. A ciò si aggiunge lo scippo di stato, perpetrato dal Governo nazionale, attraverso il "Prelievo forzoso"sui bilanci correnti, attraverso le somme che le ex province devono versare al allo Stato per effetto delle leggi di stabilità.

Il prelievo forzoso (260 milioni di euro ) sulle imposte versate in Sicilia, operato dal Governo nazionale, oltre che essere incostituzionale, incide pesantemente sulla tenuta degli Enti.

Il dissesto ormai è alle porte sia per Liberi Consorzi ma anche per le Città Metropolitane, che fino a questo momento è stato evitato, grazie a trasferimenti straordinari da parte della Regione ma che sono del tutto insufficienti a garantire gli stipendi ai lavoratori.

Per le Funzioni pubbliche CGIL CISL UIL è necessario chiedere al Governo regionale l'immediata riorganizzazione delle ex province e le giuste risorse, altrimenti sarà il disastro totale. E' impensabile che gli enti possano reggersi con la previsione aleatoria di

91 milioni di euro a fronte dei 211 milioni necessari soltanto per il pagamento degli stipendi. Mentre nei confronti del Governo nazionale rivendichiamo, a fronte del taglio del 90% delle risorse, l'abrogazione del prelievo forzoso dai bilanci delle ex province che nel 2016, ha toccato i 180 milioni di euro. Tale prelievo ha comportato il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori. Un esempio per tutti: nella ex provincia di Siracusa i lavoratori non percepiscono lo stipendio dal Le organizzazioni sindacali e i lavoratori ribadiscono la loro contrarietà al taglio del 15% delle dotazioni organiche, di cui alla L.R. 15/2016.

“I lavoratori delle ex province – sottolineano – hanno già dato in termini di riduzione di personale. In Sicilia, in questi anni, il personale in servizio è diminuito da 6013 a 4914 unità e si prevede nel 2020 una ulteriore riduzione degli organici di oltre 500 unità. I Liberi Consorzi e le Città Metropolitane hanno subito una drastica riduzione di 1200 unità. In particolare, il personale con qualifica dirigenziale di ruolo diminuisce del 51%, mentre quello con contratto a tempo determinato è stato azzerato quasi del tutto (-93%) ed il personale precario, al 31.12.2016 è di 557 unità”.

Per CGIL CISL UIL non possono esserci esuberi rispetto alle funzioni che le ex province dovrebbero espletare. In ogni caso devono essere governati processi di mobilità verso i Ministeri, ed è necessario rendere disponibili le risorse per pagare gli stipendi ai dipendenti e consentire di svolgere i servizi di competenza degli Enti.

Per chiedere con forza al governo nazionale maggiori trasferimenti finanziari e l'abolizione del prelievo forzoso.

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