Anche a Messina lo sciopero della distribuzione

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venerdì 22 Dicembre 2017 - 16:58

Il presidio sotto la sede della Prefettura. Fisascat Cisl: «In italia 350mila addetti senza contratto nazionale da quattro anni»

Si è tenuto anche a Messina, sotto la sede della Prefettura, il presidio organizzato nell’ambito della giornata di sciopero nazionale dei 350mila addetti della distribuzione. La protesta, indetta congiuntamente dalle federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, è finalizzata a sollecitare un avanzamento dei negoziati di rinnovo dei contratti nazionali di lavoro.

«Nel nostro territorio – spiega Salvatore D’Agostino, segretario generale della Fisascat Cisl di Messina – sono presenti realtà importanti come Zara, Limoni e Gardenia, oltre la distribuzione cooperativa come Coop e Ipercoop. Lavoratori in attesa da quattro anni della definizione del primo contratto nazionale di lavoro con una situazione di stallo dei negoziati con l’associazione nazionale di settore Federdistribuzione che dura da quasi un anno».

Per la Fisascat Cisl, recita il comunicato sindacale diffuso sui luoghi di lavoro, “non è con le erogazioni unilaterali che si risolvono i problemi dei lavoratori della grande distribuzione, ma con contratti sottoscritti dalle parti che danno regole comuni e strutturali alla categoria ed al settore, facendosi anche carico di affrontare le sfide che il mercato impone alle aziende”.

“Gli atti unilaterali – prosegue la nota sindacale – mortificano il ruolo del lavoro e non riconoscono alcuna dignità al contributo operoso che le lavoratrici ed i lavoratori danno quotidianamente alla propria impresa, spesso con prestazioni ad orari ed in giorni, spesso festivi e domenicali, sottratti alla vita sociale ed agli affetti familiari”.

Sono 70mila i lavoratori del sistema distributivo Coop che da quattro anni non possono “contare sui legittimi e sacrosanti aumenti salariali, che, invece, i loro colleghi dipendenti da imprese aderenti a Confcommercio ed a Confesercenti hanno avuto” recita il comunicato sindacale Fisascat Cisl “Appare dunque ingiustificato ed ingiusto che, per una pura visione ideologica del proprio ruolo negoziale – prosegue la nota sindacale – le associazioni nazionali delle imprese cooperative si sottraggano sistematicamente ad un serio confronto di merito per rinnovare un contratto nazionale di lavoro alla categoria” soprattutto per “chi afferma di essere un’impresa diversa dalle altre ed attenta al sociale, neghi proprio alle donne ed agli uomini che quotidianamente operano per consolidare nell’economia e nel Paese un tale modello di impresa il giusto compenso per il lavoro svolto”.

«Per la Fisascat Cisl – conclude D’Agostino – è impensabile che il prezzo della crisi degli ultimi anni ricada esclusivamente sui lavoratori per i quali non è più rinviabile il rinnovo dei contratti nazionali che sappiano definire aumenti salariali dignitosi, al passo dei rinnovi già siglati, ma anche rafforzare gli interventi riferiti a welfare integrativo, esperienza consolidata e che si è dimostrata positiva per tutti i settori del terziario privato».

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