Letojanni. Questa sera all'Arena Ottorino Biondo "Il teatro decomposto"

Letojanni. Questa sera all’Arena Ottorino Biondo “Il teatro decomposto”

Letojanni. Questa sera all’Arena Ottorino Biondo “Il teatro decomposto”

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lunedì 19 Agosto 2013 - 09:45

L'opera di Vișniec testimonia fin dall'inizio una tensione ideale, una resistenza culturale e politica contro la manipolazione ideologica. Cittadino e osservatore di due mondi, quello comunista e quello delle democrazie liberiste occidentali, denuncia, attraverso i suoi drammi, spesso in toni metaforici, il sistema, l'autarchia del partito, la polizia onnipresente, la censura vissuta sotto il regime e dall'altra parte i pericoli del lavaggio del cervello

Staserà all’Arena Ottorino Biondo di Letojanni il Gruppo di Animazione Culturale e il Comune di Letojanni presentano “Il Teatro Decomposto” di Matei Visniec, diretto ed interpretato da Francesco Biolchini e Claudia Fichera. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21, l’ingresso è libero.

Matei Visniec è un poeta, drammaturgo e giornalista rumeno. Dal 1977 al 1987 scrive numerose pièces teatrali, che circolano diffusamente nell’ambiente letterario rumeno, ma di cui è vietata la messa in scena dalla censura. Nel 1987 abbandona la Romania per trasferirsi in Francia, dove chiede asilo politico. Qui comincia a scrivere in francese, lingua in cui sono scritti i suoi testi più noti, e lavora come giornalista per Radio France Internationale. Dopo la caduta di Ceaușescu 1989, è divenuto uno degli autori più rappresentati in Romania e le pièces sono state tradotte e messe in scena in oltre venti paesi. L’opera di Vișniec testimonia fin dall’inizio una tensione ideale, una resistenza culturale e politica contro la manipolazione ideologica. Cittadino e osservatore di due mondi, quello comunista e quello delle democrazie liberiste occidentali, denuncia, attraverso i suoi drammi, spesso in toni metaforici, il sistema, l’autarchia del partito, la polizia onnipresente, la censura vissuta sotto il regime e dall’altra parte i pericoli del lavaggio del cervello, dello schiacciamento dell’individualità, della manipolazione che vede incombere sulla civiltà dei consumi. “Il Teatro Decomposto” è una raccolta di Monologhi e Dialoghi che lo stesso autore definisce così: I testi riuniti in questo titolo sono in realtà del Moduli da comporre. Questi testi sono come i pezzi di uno specchio rotto C’è stato, una volta, l’oggetto in perfetto stato. Rifletteva il cielo, il mondo e l’animo umano. E c’è stata, non si sa quando, né perché, l’esplosione. I pezzi di cui disponiamo adesso fanno parte senza dubbio, della materia originaria. Ed è proprio in quest’appartenenza alla materia originaria che risiede la loro unità, il loro profumo, la loro identità di atmosfera. Per il resto il gioco consiste nel cercare di ricostruire l’oggetto iniziale. Ma il fatto è impossibile perché lo specchio originario nessuno l’ha mai visto, non si sa com’era. E può essere che certi pezzi manchino… Tuttavia, il gioco è affascinante perché ogni volta che mettiamo insieme i moduli di cui disponiamo, costruiamo comunque qualcosa… Uno specchio che non è mai perfetto, ma che riflette parecchie cose… Questo gioco non ha fine. Può anche permettere agli attori di cercare, ogni volta che recitano, un’altra storia, un altro specchio. Con questi monologhi e dialoghi che invitano a costruire un insieme l’autore ha voluto imporre al regista una sola condizione: la libertà assoluta.

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