I sette pilastri della meditazione consapevole: Mente del Principiante

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lunedì 14 Gennaio 2013 - 08:57

"La curiosità è una delle caratteristiche più certe e sicure di un intelletto attivo" (Samuel Johnson). Chiedi alla psicologa: invia una mail all’indirizzo psicologica@tempostretto.it.

Finora abbiamo parlato dell’importanza di stare nel presente, di viverlo appieno in quanto è il solo tempo che ci è dato. Il saggio maestro Oogway, nel film animato “Kung Fu Panda”, dice a Po: “(…) oggi è un dono. Per questo si chiama presente”. Come ci accostiamo ad un dono? Con sorpresa. Con curiosità. Non sappiamo cosa ci attenda prima di scartarlo. Appena aperto il pacco regalo, guardiamo con interesse l’oggetto che contiene. È l’ennesimo portafogli che riceviamo in vita nostra. Eppure lo guardiamo come se fosse il primo che vediamo, nei minimi dettagli e, così facendo, notiamo la forma, il bel colore e le venature della pelle, un’impuntura particolare, lo avviciniamo al naso e ci inebriamo del suo odore, ci passiamo su i polpastrelli e ne apprezziamo la gradevolezza al tatto. E’ ricco di scompartimenti utilissimi. Ci piace! Siamo felici che ce lo abbiano regalato. Iniziamo ad usarlo, ogni giorno. Dopo un po’ il bottone che lo chiude si rompe, con nostra sorpresa, ciò ci porta ad osservarlo con attenzione. Notiamo allora che è invecchiato, eccome se è invecchiato! La pelle è più lucida agli angoli, che sono ora arrotondati, il nostro portafogli ha preso una forma concava che prima non aveva. Solo che noi non ce ne eravamo accorti prima d’ora. E’ come se lo vedessimo adesso per la prima volta. Quando ce lo hanno regalato, lo abbiamo apprezzato e abbiamo iniziato ad usarlo. Poi ce ne siamo dimenticati. Così facendo ci siamo persi tutti i piccoli mutamenti che hanno fatto del nostro nuovissimo portafogli un rottame (o un pezzo vintage, a seconda del punto di vista). Cosa è accaduto? E’ accaduto che lo abbiamo usato quotidianamente, ma abbiamo veramente visto il portafogli solo in due momenti: quando ce lo hanno regalato e quando si è rotto. Solo allora lo abbiamo guardato come fosse la prima volta: con curiosità. Questo atteggiamento è ciò che viene definito nella pratica zen “mente del principiante”. Solo quando adottiamo questo atteggiamento vediamo le cose e le persone per quello che sono. Quando invece l’abitudine ci porta a pensare di conoscere a fondo qualcosa o qualcuno, pensiamo da “esperti”, non più da principianti e non vediamo veramente nulla. Ci basiamo sull’esperienza, su ciò che già sappiamo, sulle nostre teorie sul mondo e non cogliamo i mutamenti che sopraggiungono col passare del tempo o i dati di realtà che disconfermano le nostre teorie. Questo ci permette di proseguire senza intoppi nelle nostre vite, fino a un certo punto, finché non accade che il portafogli si rompe. Oppure finché realizziamo tutto ad un tratto che non conosciamo più la persona che abbiamo sposato. Come è accaduto? Abbiamo smesso di guardarla veramente, l’abbiamo inserita nella nostra routine e non le abbiamo più prestato attenzione curiosa. A mutamento si è sommato mutamento ed ecco che ci ritroviamo a condividere la vita con una persona estranea. Abbiamo commesso l’errore dell’ esperto, di colui che guarda la realtà attraverso il filtro statico delle sue teorie e non coglie che la realtà muta in continuazione. Questo è l’atteggiamento che la maggior parte di noi tiene quasi sempre, in ogni momento e circostanza della vita. Durante questa settimana, coltiviamo invece la nostra mente del principiante, osserviamo ogni cosa come se fosse la prima volta: gli amici, i familiari, noi stessi, la strada che percorriamo ogni giorno. Approcciamoci ai problemi di sempre come se fosse la prima volta che si presentano. Facciamo una passeggiata in campagna e fingiamo di essere alla scoperta di un pianeta inesplorato. Chiediamoci se stiamo guardando le cose intorno a noi col filtro della nostra esperienza e delle nostre opinioni, oppure se stiamo guardando con curiosità, pronti a cogliere la realtà per quella che è. Poniamoci spesso questa domanda: “sto guardando la realtà con mente limpida, oppure sto guardando attraverso il velo delle mie idee sulla realtà?”.
Guardare alla vita usando la mente del principiante ci aiuta ad essere più efficaci nella gestione dei nostri problemi e, cosa non meno importante, tiene vivo in noi un atteggiamento di sorpresa, di meraviglia. La sorpresa è la metà del piacere di ricevere un dono. Che non sia anche la metà del piacere di vivere il presente?

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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