Risanamento… a rilento. Vince la burocrazia

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Marco Ipsale

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lunedì 27 Novembre 2017 - 07:28

Saranno solo due i nuovi cantieri per la costruzione di case popolari: via Taormina lato monte e Fondo De Pasquale. Ma per entrambi si perde tempo. E poi ci sono i parchi di Camaro e Giostra…

50 case popolari per Annunziata Matteotti e 46 per Camaro Sottomontagna. Sono gli unici due cantieri attivi di case popolari in città ed entrambi, in primavera, potrebbero giungere a compimento. Una volta assegnate le nuove case, si dovrà procedere con le demolizioni, viceversa si continuerà ad alimentare il circuito malato del risanamento infinito.

Altro cantiere in corso, ma non riguarda la costruzione di nuove case, è la riqualificazione della zona di Tremonti Casa Nostra. Le vecchie palazzine pericolanti sono state demolite dopo 22 anni di attesa ma i lavori di realizzazione del parco urbano hanno subìto uno stop da ormai più di un anno, a causa del fallimento della ditta vincitrice e, perdipiù, l’area è rimasta priva di pubblica illuminazione nonostante l’impianto sia pronto. “La revoca del contratto è quasi conclusa – spiega l’assessore al risanamento, Sebastiano Pino -, quindi si potrà consegnare l’appalto alla seconda ditta classificata. L’impegno è di concludere quest’operazione a giorni, entro fine mese. Per quanto riguarda l’illuminazione, invece, attendiamo gli atti dal responsabile unico del procedimento, l’arch. Pasquale Tripodo. Bisogna regolarizzare le parti catastali da acquisire al Comune, subito dopo si potrà attivare la fornitura elettrica”.

Il prossimo mini cantiere a riaprire sarà quello sul lato mare di via Taormina, dove verranno rimosse le macerie rimaste lì addirittura da un anno e mezzo. “Ora il quadro economico è completo – prosegue Pino –, l’Iacp metterà 50mila euro, noi altri 40mila euro e si potrà procedere alla rimozione dei detriti e all’abbattimento della seconda fila di casette”. “La domanda sorge spontanea”, diceva anni fa il giornalista Antonio Lubrano: quando verrà abbattuta anche la seconda fila, le macerie resteranno lì per anni? “L’onere della demolizione e della liberazione dei resti spetta all’Iacp”, risponde l’assessore.

La giunta Accorinti ha deciso di portare avanti solo i progetti già finanziati per la costruzione di nuove case popolari. Ogni altra somma giunta per il risanamento, invece, sarebbe stata utilizzata per l’acquisto di alloggi sul mercato. Finora il primo e unico esperimento, rimasto impantanato tra i ricorsi giudiziari, è quello di Fondo Fucile (VEDI PEZZO A PARTE).

I nuovi cantieri per la costruzione di case popolari ex novo, allora, saranno solo due, appunto quelli già finanziati da tempo. Anzi in realtà erano tre ma il progetto per Santo Bordonaro è “saltato”. Prevedeva 115 alloggi da realizzare su cinque palazzine ma poi era stato ridotto a 50 alloggi su due palazzine perché il Genio Civile aveva rilevato che la zona degli altri 65 alloggi nelle altre tre palazzine era a rischio idrogeologico. Il contratto con l’impresa era già stato firmato, serviva una variante che non è mai stata fatta e mai si farà perché – riprende Pino – “le opere di viabilità e urbanizzazione erano nel finanziamento delle palazzine irrealizzabili, questo comporterà la revoca del contratto. Il nostro obiettivo è di utilizzare quelle somme per acquistare altre case”, sempre che sia fattibile.

Quali sono, allora, gli unici due nuovi cantieri che apriranno in città per nuove case popolari? Via Taormina lato monte e Fondo De Pasquale. In zona sud “dovremmo essere in dirittura d’arrivo – dice l’assessore -, dobbiamo solo concordare con l’Iacp l’adeguamento prezzi”, ma non si capisce allora cosa sia stato fatto negli ultimi due anni, visto che la situazione è la stessa. Si capisce, invece, perché si sia perso tempo, tanto per cambiare, in zona Giostra. Inizialmente il Comune aveva pensato di “cassare” anche questo progetto e di realizzare un parco urbano, per poi cambiare idea, ma dopo lunghe indecisioni, una volta assodato che si sarebbe perso il finanziamento. Anche in questo caso, però, “attendiamo dall’Iacp l’aggiornamento prezzi, manca 1 milione e 400mila euro rispetto al vecchio decreto di finanziamento da 11 milioni e 400mila euro. La Regione aveva chiesto la rimodulazione del progetto”.

Per completare un quadro sconfortante, tutto bloccato anche per altre due opere fondamentali per la riqualificazione di territori a rischio. Due parchi urbani, uno a Camaro e l’altro a Giostra, rimasti fermi da tempo immemore. A Camaro i lavori sono stati interrotti nel 2014, quand’erano a buon punto. Nel 2015 la risoluzione del contratto e l’apertura di un contenzioso con l’impresa Mecoin. La nuova gara d’appalto non è ancora stata pubblicata. Problemi simili a Giostra, ma qui non si è proceduto alla risoluzione del contratto e si cerca ancora da anni l’accordo con l’impresa Sidoti. “Questi sono appalti di competenza Iacp – conclude Pino -, noi non possiamo far altro che sollecitare”.

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