La RAM replica allo studio Biggeri: "Dalle istituzioni un controllo incisivo"

La RAM replica allo studio Biggeri: “Dalle istituzioni un controllo incisivo”

Giovanni Passalacqua

La RAM replica allo studio Biggeri: “Dalle istituzioni un controllo incisivo”

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giovedì 19 Novembre 2015 - 12:14

L'azienda ha evidenziato l'efficacia del lavoro svolto da Arpa e Asp sulle conseguenze dell'incendio al serbatoio TK-513, sottolineando come le conclusioni escludano danni alla catena alimentare e alla popolazione. E, secondo l'UniPisa, non sono stati superati i limiti di legge per nessuno dei principali inquinanti atmosferici

Tiene a fare alcune precisazioni la Raffineria di Milazzo in merito allo studio presentato ieri dal prof. Annibale Biggeri sulle conseguenze dell’incendio al serbatoio TK-513. L’azienda ha sottolineato come le istituzioni abbiano svolto un puntuale lavoro di controllo del territorio, concludendo che, almeno dal punto di vista delle conseguenze sanitarie a breve e medio termine e degli effetti sulla catena alimentare, non sono state riscontrate anomalie. Lo studio Biggeri, in ogni caso, non smentisce queste conclusioni.

La RAM cita in particolare l’attività dell’Asp che, su pressione dei sindaci della valle del Mela e del prefetto Stefano Trotta, si è celermente attivata. Sono stati svolti diversi controlli su prodotti delle aziende agricole locali, per un totale di 60 campionamenti, alla ricerca di specifici inquinanti quali IPA, cadmio, piombo e altri, con esito negativo.

L’Asp ha anche effettuato, sotto il profilo epidemiologico, il monitoraggio dell’insorgenza di patologie correlabili con l’evento in questione. I dati raccolti hanno evidenziato una scarsa incidenza di accessi presso i presidi di assistenza sanitaria, su tutto il territorio interessato dall’evento, per patologie correlabili alla esposizione ai fattori nocivi eventualmente sprigionatisi durante l’incendio del serbatoio. L’ASP ritiene dunque che l’analisi dei dati epidemiologici raccolti consenta di escludere qualsiasi situazione di allarme per la salute degli abitanti del comprensorio della valle del Mela, riservandosi comunque di fornire ulteriori aggiornamenti.

Ma la RAM cita anche uno studio condotto dall’Università di Pisa sullo stato di salute della vegetazione, coltivata e spontanea, nella valle del Mela, nei giorni immediatamente successivi all’incidente. Dalle analisi l’Università ha concluso che, per nessuno degli inquinanti atmosferici analizzati (SO2, NO, NO2, NOX, O3, PM10 e PM2,5), sono stati superati i valori fissati per legge. Le conseguenze principali dell’incendio sull’ecosistema sono dunque ascrivibili al processo di combustione quando questo ha interessato, direttamente o comunque molto da vicino, la vegetazione della valle del Mela; all’esterno del perimetro dell’impianto non sono state riscontrate alterazioni riconducibili all’incendio.

Giovanni Passalacqua

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