"Adesso viviamo nella paura". 4 testimoni raccontano gli spari al M'Ama

“Adesso viviamo nella paura”. 4 testimoni raccontano gli spari al M’Ama

Claudio Panebianco

“Adesso viviamo nella paura”. 4 testimoni raccontano gli spari al M’Ama

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sabato 22 Luglio 2017 - 13:00

I fatti registrati ieri al lido M'ama, sulla riviera messinese, hanno scosso la popolazione, adesso spaventata e seriamente preoccupata per l'escalation di criminalità e violenza che riguarda spesso i locali cittadini. Quattro testimoni, Giovanna, Alfredo, Alessandro e Giulia, ci hanno raccontato la nottata di paura

La popolazione messinese, specialmente quella giovane amante della movida estiva, è profondamente scossa dagli ultimi fatti di cronaca. La notte scorsa, intorno alle 2:30, al lido M’Ama soggetti ancora ignoti ha sparato verso l’entrata con l’intento di colpire un buttafuori che, all’ingresso, l’avrebbe “rimbalzato”. Una vendetta quindi che però mette in mezzo un’innocente, una 34enne di Briga Marina, ferita da 3 proiettili alla gamba ed al collo. Immediati i soccorsi e le operazioni delle forze dell’ordine, tutt’ora si indaga sull’accaduto.

Ma come, appunto, i ragazzi vivono adesso il clima nel day after? Varie sono infatti le testimonianze dei presenti, tutti posti in luoghi differenti del locale al momento dei fatti.

Giovanna B., 29 anni, ci spiega “Nel momento in cui hanno sparato ero con amici al tavolo, ballavamo ancora e ad un certo punto le urla, all’ingresso, sono diventate tantissime. La pistola ha fatto un suono chiaro ma che misto alla musica ad alcuni è passato inosservato. Ci siamo dirette, io ed un’altra ragaza vrso la passerella dove era stata distesa la donna che prima si trovava fuori, il sangue era tantissimo e si pensava anche a qualcosa di diverso, come una rapina in atto o altro, è stato il panico”.

Alfredo G. , 32 anni, si trovava invece all’entrata, non distante dal luogo dove la 34enne vittima dei colpi alla cieca si è accasciata, “Ho avuto veramente paura, pochi secondi di reale terrore, non si è capito subito cosa fosse successo, si pensava a schiamazzi da discoteca tra amici ma i suoni degli spari, che potevano essere confusi con dei fuochi d’artificio, il locale a volte organizza robe del genere, ed il vedere una ragazza buttarsi per terra mi hanno fatto subito collegare tutto. Con altri ci siamo avvicinati per vedere cosa fosse successo ma era il caos, frazioni di attimi che hanno gettato nel panico chi era lì, alcuni hanno cominciato a scappare da dove potevano farlo prima, come in spiaggia”.

Alessandro Z., 35 anni, era invece appena uscito insieme alla fidanzata e si era seduto sopra il locale, sul lungomare che costeggia il M’ama, e da fuori racconta “Ho fatto dopo caso al motorino, l’ho visto passare a tutta velocità ma pensavo fosse il classico ragazzino di fretta, poi gli spari e le urla, ci siamo spostati immediatamente ma dentro, per i buttafuori e gli organizzatori, sono stati attimi di panico, la ragazza perdeva sangue di continuo, si vedeva anche da fuori la macchia sotto di lei, scene letteralmente da film”. Giulia S., 28 anni, ragazza di Alessandro, continua “C’è da chiedersi se queste cose capiteranno ancora, a quanto pare un membro della sicurezza era il bersaglio, onestamente non so se tornerò in questo locale o andrò in qualche altro lido nei prossimi giorni, la paura è stata tanta, poteva capitare a chiunque. Siamo costretti a vivere nella paura in questa città, dove tutti si sentono capi”.

La dirigenza del M’ama ha rilasciato dichiarazioni chiare sul profilo pubblico Facebook, scrivendo: “Non troviamo parole, se non di disgusto e di assoluta condanna, per descrivere l’increscioso evento che mortifica anni di lavoro, impegno, investimenti e la passione di tutti gli operatori del settore; troppo a lungo la città di Messina viene etichettata come città spenta e senza futuro, troppo spesso le opportunità per i giovani messinesi vengono spesso e volentieri mortificate per trovare sviluppo e realizzazione fuori da questa città; noi il futuro vogliamo costruirlo qui, contro ogni tipo di criminalità, contro ogni persona che, in barba alle leggi statutarie possa solo immaginare di compiere un atto così vigliacco ed incomprensibile; questo futuro vogliamo costruircelo da oggi stesso, con la stessa passione e la stessa voglia di vivere e divertirci”. Solidarietà, allo staff ed alla ragazza, è arrivata anche da proprietari di altri locali della riviera.

Claudio Panebianco

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