Il Comitato “Salvare l’ospedale Piemonte” invita Cisl e Uil a remare dalla stessa parte

Il Comitato “Salvare l’ospedale Piemonte” invita Cisl e Uil a remare dalla stessa parte

Il Comitato “Salvare l’ospedale Piemonte” invita Cisl e Uil a remare dalla stessa parte

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sabato 09 Marzo 2013 - 10:56

Disaccordo per l’ipotesi accorpamento con l’Asp 5 ma il Comitato chiede un confronto tra soggetti che vogliono tutti la salvaguardia dell’ospedale. Chiesta chiarezza sui ricavati delle vendite di immobili “che devono essere usati esclusivamente per il Piemonte”. Il polo materno-infantile avrebbe costi triplicati e potrebbe far venire meno la funzione di emergenza

“Abbiamo avanzato la proposta dell’accorpamento dell’ospedale Piemonte all’Asp 5 e non è stata gradita dalle sigle sindacali. E’ legittimo pensare che non convenga al presidio di viale Europa un accorpamento con l’Asp 5 ma mi chiedo perché questo disaccordo non debba essere oggetto di normale confronto tra soggetti che, apparentemente, vogliono la stessa cosa. Noi siamo sempre disponibili ad ogni apporto e confronto con ogni organizzazione sociale e politica”. E’ quanto afferma il promotore del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, Silvano Arbuse, in risposta ai sindacati Cisl e Uil, dopo l’incontro tra il Comitato e l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.

Sulla vicenda, sempre contrario all’accorpamento all’Asp, era intervenuto anche il commissario dell’Azienda Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte, Armando Caruso, “che si è affrettato a descrivere la qualità della sua gestione – afferma il presidente del Comitato, già magistrato, Marcello Minasi -. Ma nessuno punta il dito contro nessuno. Il compito del nostro organismo è anche quello di vigilare sugli iter burocratici della sanità che hanno rallentato la riapertura dell’ormai noto padiglione 4 e ne abbiamo le competenze per farlo sia giuridiche che sanitarie. Per quel che riguarda i finanziamenti spettanti al plesso di viale Europa, ribadiamo che esistono immobili di proprietà del Piemonte i cui ricavati di vendita devono essere spesi con uso esclusivo del Piemonte”.

“Visto che sono state già utilizzate delle somme – incalza Minasi – per l’acquisto di attrezzature mediche, ci servirebbe sapere quali di queste sono effettivamente pervenute alla struttura del centro cittadino. Infine, se anche ci fossero state delle interpretazioni soggettive sul numero dei posti letto ospedalieri, gli 80 o i futuri 90 (con l’integrazione dei 10 appena annunciati) risultano comunque al di sotto dei 121 previsti dal Piano Santiario Regionale e che sarebbero il presupposto dello smantellamento del nosocomio sotto certi standard”.

“In merito alla questione dell’Ospedale della Donna e del Bambino – interviene ancora il giudice – siamo convinti che sia un libro dei sogni che, purtroppo, non trova un riscontro nella pratica giornaliera. Vorrei ricordare al commissario Caruso che io stesso con una rappresentanza del Comitato ho discusso la scorsa estate, nella sede dell’assessorato a Palermo, la possibile conversione dell’Ospedale a Polo Materno – Infantile con la vecchia amministrazione. Da quella riunione è emerso che il progetto è senz’altro all’avanguardia ma, oltre a richiedere costi triplicati come Centro d’Eccellenza rispetto a reparti di assistenza standard, cancellerebbe la funzione elettiva dell’Ospedale ovvero quella di Punto di Emergenza – Urgenza che, invece, andrebbe potenziata e che è quella reclamata dai cittadini”.

“E’ necessario sottolineare – conclude il Comitato – che l’assessore Borsellino e gli esperti dell’assessorato alla Salute stanno lavorando e lavoreranno per un Piano Sanitario Regionale strategico che valuterà le esigenze sanitarie, non solo economiche, di una rete ospedaliera entro pochi mesi. Per questo, l’assessore ha chiesto al Comitato di aggiornarsi con un nuovo incontro da definire per fare il punto della situazione”.

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