Divorzio in casa CMdB, il movimento dice la sua. Accorinti rischia di perdere altri "pezzi"

Divorzio in casa CMdB, il movimento dice la sua. Accorinti rischia di perdere altri “pezzi”

Divorzio in casa CMdB, il movimento dice la sua. Accorinti rischia di perdere altri “pezzi”

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martedì 02 Settembre 2014 - 15:09

La decisione di Gino Sturniolo e Nina Lo Presti non poteva non scatenare numerose reazioni. Anche l'esperta Clelia Marano, sempre in prima linea a Palazzo Zanca, pronta a fare un passo indietro. L?orsa sostiene i consiglieri. Cambiamo Messina dal Basso si appella all'unità.

L’addio di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo ha inevitabilmente inferto un duro colpo al movimento Cambiamo Messina dal Basso che un anno e mezzo fa portava a Palazzo Zanca Renato Accorinti nel segno della rivoluzione, della partecipazione, del dialogo e della condivisione. Valori e principi che per i due consiglieri questa amministrazione non è riuscita a tenere alti. Le motivazioni di questa scelta sono state illustrate durante una conferenza stampa questa mattina al Comune (vedi video). Immediate arrivano le prime reazioni, a dire la sua è proprio Cambiamo Messina dal Basso che non punta il dito contro Lo Presti e Sturniolo e non giudica la loro scelta, ma allo stesso tempo non muove alcuna critica neanche al Sindaco e all’amministrazione, come a voler dare un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno.

“Consapevoli che l’abbandono dal gruppo Consiliare di due consiglieri rappresenta comunque una perdita di ricchezza e rende tutti più deboli, il compito che ci attende è perseverare nella ricerca di percorsi alternativi e riprendere e rilanciare il carico di aspettative ed entusiasmo che ha accompagnato l’elezione di Renato Accorinti, mettendo in campo una più incisiva presenza in città e provando a ricostruire su nuove basi il rapporto con la giunta” scrive il coordinamento di CMdB che poi mette nero su bianco una serie di riflessioni sul piano di riequilibrio che questa sera il Consiglio dovrà votare e sul rischio dissesto che incombe ancora come un’ombra.

“Chi oggi è contro il piano non lo è perché intende collocarsi contro il sindaco Accorinti, pur lamentando la mancata attivazione di processi partecipativi ed evidenziando la necessità di un repentino e inderogabile cambio di passo nel rapporto tra giunta, consiglieri e movimento, quanto piuttosto perché teme di farsi corresponsabile dei guasti del passato e dell’attuale politica dei sacrifici che tende a far pagare la crisi non a chi l’ha determinata (classi dirigenti politiche, economiche e finanziarie) ma ai ceti sociali medio bassi, alle prese con una nuova povertà sempre più dilagante.

Chi è contro il default (conseguenza inevitabile di un’eventuale bocciatura del piano), non lo è perché non vede i rischi connessi al doversi fare carico della massa debitoria, ma perché vuole mantenere in capo all'amministrazione il margine maggiore possibile di scelta sul come, dove e attraverso quali processi (di efficientemente piuttosto che di tagli lineari), reperire i fondi per uscire dal rischio dissesto e riuscire addirittura a rilanciare una città che oggi è allo stremo. Qualunque sia l'esito del voto in Consiglio Comunale, il Coordinamento di CMdB, sollecita l'Amministrazione a denunciare pubblicamente tutte quelle situazioni di "cattiva politica" che hanno portato a questa situazione economica il Comune di Messina e di rendere pubblici tutti i numeri reali, capitolo per capitolo e tabella per tabella”.

Ma mentre il Movimento cerca di buttare acqua sul fuoco, arriva il durissimo commento di Clelia Marano, esperta a titolo gratuito del Sindaco Accorinti e bloccata a Stromboli dal maltempo: “Massima solidarietà ai consiglieri comunali Gino Sturniolo e Nina Lo Presti. Condivido assolutamente la tesi di Sturniolo sull’assoluta mancanza di partecipazione. Anche io sono stata lasciata sola a risolvere problemi ed emergenze ed al mio ritorno vorrò parlare il Sindaco. Sono pronta a fare un passo indietro anch’io”. Un affondo pesantissimo che arriva da colei che in questo anno è stata presenza costante a Palazzo Zanca, “cuscino” tra i tanti problemi di una città che soffre e le stanza del Palazzo e soprattutto sempre in prima linea nell’emergenza migranti, a far ciò che sarebbe toccato a uffici e dipartimenti comunali. Se anche da un braccio destro come lei arrivano segnali di rottura è evidente che tra l’interno e l’esterno del Palazzo la percezione di cosa sia questa esperienza politica e amministrativa è molto diversa.

A sostegno della decisione di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo scende invece in campo il sindacato Orsa, fin dall’inizio sempre vicino a Cambiamo Messina dal Basso e soprattutto al Sindaco Accorinti. Per l’Orsa sarebbe un errore leggere come atto di sfida e contrapposizione all’amministrazione la scelta di Sturniolo e Lo Presti che dev’essere piuttosto interpretata come un grido di allarme, un atto dovuto nel tentativo di riavvolgere il nastro e recuperare le dinamiche partecipative che hanno trascinato Renato alla vittoria finale. Il sindacato contesta quelle che ritiene interferenze esterne che fin dal principio hanno orbitato intorno al sindaco, lontane dalla cultura di Renato Accorinti ma allo stesso tempo spera che il primo cittadino rimetta la prua verso la giusta rotta. “L’esperienza che lo ha portato ad essere primo cittadino è troppo preziosa per essere sprecata con tecnicismi, scelte inopportune e vecchie dinamiche del meno peggio che hanno condotto Messina all’attuale sfascio. Con l’elezione di Renato Accorinti si è vinta solo una battaglia, la rivoluzione deve ancora cominciare” scrivono i segretari Massaro, D’Orazio, Fusco e Barresi.

L’Orsa non le manda a dire: “Sin dalla fase della campagna elettorale prendemmo atto negativamente di alcune presenze in netto contrasto con la cultura movimentista di Renato Accorinti che ancora oggi giudichiamo il miglior sindaco eleggibile in quella fase. Purtroppo la storia di Renato, alla base del suo consenso elettorale, non è stata sufficiente a contaminare l’entourage che gli orbita intorno, nel percorso tra il dire e il fare i principi di partecipazione dal basso hanno lasciato il posto alle decisioni d’imperio che troppo spesso hanno messo in discussione l’essenza politica del movimento. A nostro avviso l’attuale amministrazione non rispecchia la cultura “accorintianané il programma elettorale di CMdB, la stizza in risposta alle critiche provenienti dal basso non riflette le aspettative dei cittadini che hanno votato Renato pensando alla svolta rivoluzionaria di un sistema per troppo tempo arroccato sulla vecchia politica del diktat dei partiti. Il piano di riequilibro, confezionato per far pagare ancora una volta il debito ai cittadini e assolvere i responsabili dell’ingiustificabile debito, è destinato ad essere approvato in aula con i voti degli oppositori di sempre, alla luce dei fatti era inevitabile che deflagrasse il contrasto interno al movimento”.

4 commenti

  1. Le parole pronunciate, separatamente dal Sindaco e dall’ass. Cacciola, che resteranno famose per dimostrare quale era il concetto di democrazia e quindi scelte condivise:
    SIAMO PRONTI AD ASCOLTARE TUTTI, MA INDIETRO NON SI TORNA.
    Mi rifiuto di credere che i signori Lo Presti e Sturniolo non le abbiano ascoltate in occasione dei loro incontri di lavoro.
    La verità è che si sono stancati di perseverare nell’errore.

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  2. Le parole pronunciate, separatamente dal Sindaco e dall’ass. Cacciola, che resteranno famose per dimostrare quale era il concetto di democrazia e quindi scelte condivise:
    SIAMO PRONTI AD ASCOLTARE TUTTI, MA INDIETRO NON SI TORNA.
    Mi rifiuto di credere che i signori Lo Presti e Sturniolo non le abbiano ascoltate in occasione dei loro incontri di lavoro.
    La verità è che si sono stancati di perseverare nell’errore.

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  3. l’amministrazione è evidentemente eterodiretta. inammissibile fare passare un piano che impegna la città senza il sostegno pieno ed unanime della base elettorale di cmdb.

    vuol dire (per l’ennesima volta) che del programma si è fatta carta straccia.

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  4. l’amministrazione è evidentemente eterodiretta. inammissibile fare passare un piano che impegna la città senza il sostegno pieno ed unanime della base elettorale di cmdb.

    vuol dire (per l’ennesima volta) che del programma si è fatta carta straccia.

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