Giuseppe Laface: Sogno una Messina che torni ad essere madre per i suoi figli

Giuseppe Laface: Sogno una Messina che torni ad essere madre per i suoi figli

Giuseppe Laface: Sogno una Messina che torni ad essere madre per i suoi figli

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martedì 05 Giugno 2018 - 06:57

Candidato al consiglio comunale di Messina l'esponente di Diventerà Bellissima sogna una città che da matrigna torni ad essere madre per i suoi figli

La Messina che sogno è quella Metropolitana che però non rinuncia alla sua identità territoriale, una città che riesce a guardare al mare ed al futuro, senza lasciarsi appesantire dalle eredità e dalle macerie passate.

Penso ai giovani per i quali sogno che possano andare fuori a contaminarsi, se lo desiderano per poi poter SCEGLIERE di rientrare o restare altrove. Per quanto mi riguarda ho scelto io per i miei figli di farli nascere e crescere in questa città che hanno imparato ad amare come ad una mamma. Facciamo in modo che questo lembo di terra tanto bella quanto afflitta da una sindrome di Stoccolma, torni ad essere madre e smetta di essere matrigna.

Un consigliere comunale ha la possibilità di incidere nelle decisioni vitali di una comunità. Basta un sì o un no, basta saper svolgere pienamente e con coscienza il proprio ruolo, presentando proposte, esaminando attentamente gli atti dell’amministrazione, integrandoli, indicando obiettivi e strategie.

Sogno una Messina vivibile, nella quale si possa finalmente porre fine alla telenovela delle baracche, perché i soldi ci sono ed anche i progetti. Ma non basta una città riqualificata per invertire la rotta. Dobbiamo tornare alla vocazione originaria di Messina, quella turistica. Ad esempio realizzando un lungo water front, da sud a nord, e che nella parte centrale, quella della zona falcata, della stazione marittima e della cittadella fieristica, risponda pienamente ad un modo diverso di fare turismo, articolando l’offerta e trasformando il territorio. Nella zona falcata abbiamo le nostre radici e pezzi di storia che rischiano di essere cancellati dall’incuria e dal tempo. La futura amministrazione dovrà riprendere in mano le redini del Patto per la Falce e dovrà andare a Palermo per battere i pugni per recuperare risorse per il Centro documentazione e per riportare la bellezza in tutta l’area rendendo accessibili e fruibili tutti i “tesori” dal Forte di San Salvatore alla Lanterna.

Sempre a proposito di water front dobbiamo realizzare un lungomare da far invidia ai nostri dirimpettai, eliminare le barriere del tram che impediscono la vista del mare e rendono l’attraversamento un percorso ad ostacoli, anche per i turisti che sbarcano dalle navi da crociera. C’è da riportare a nuova vita immobili come i Magazzini Generali, o la Dogana, per farne spazi destinati alla cultura, all’arte, al turismo.

Per la Fiera dobbiamo immaginare cancelli aperti e sostenere quei progetti che con il bando dell’Autorità portuale ci porteranno in Europa e nel mondo.

Sogno un porto di Messina che torni ad essere crocevia e faccia concorrenza alle nuove realtà, che tra Grecia e Spagna, dopo l’ampliamento del canale di Suez, stanno gettando le rotte della nuova via della Seta, lasciandoci indietro anche a causa di chi ci ha voluto accorpare al porto di Gioia Tauro.

Il nuovo consiglio comunale dovrà sostenere il sindaco nella battaglia per l’autonomia dell’Autorità Portuale e fare quello che finora non è stato fatto e dire no allo scippo che abbiamo subito con l’accorpamento ad un porto, quello calabrese, in continuo declino.

Un consigliere comunale si può imporre per la riduzione delle tariffe per la gestione rifiuti e potrà indicare il miglior utilizzo dei fondi Tasi, ad esempio per la manutenzione delle strade oggi in condizioni vergognose.

Da messinese non posso che essere al fianco di quei commercianti e piccoli imprenditori oggi soffocati da norme e da una burocrazia elefantiaca che li vede come nemici. Con loro dobbiamo studiare regolamenti e misure di sostegno o iniziative in rete. Dobbiamo rendere permanente la riduzione della Cosap e far sì che i mercatini di Natale non siano solo quelle cartoline che ci mandano da ogni parte d’Italia (o dalla mia amata Rometta…..)e ci lasciano tanta amarezza e invidia.

Immagino una città pulita e curata, che rispetta le tradizioni dei villaggi ed anzi prova anche a promuoverle in circuiti più ampi. Una città nella quale la qualità della vita è migliore diventa anche una città di persone felici.

Mi candido al Consiglio comunale perché ognuno di noi ha la responsabilità di agire per concretizzare il sogno di una città bellissima.

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