Prevenzione e diagnostica molecolare: nuove prospettive nella lotta alle patologie ginecologiche

Prevenzione e diagnostica molecolare: nuove prospettive nella lotta alle patologie ginecologiche

Caterina Mittiga

Prevenzione e diagnostica molecolare: nuove prospettive nella lotta alle patologie ginecologiche

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lunedì 15 Giugno 2015 - 07:00

Dal convegno è emerso un dato rilevante: negli ultimi quarant’anni, l’utilizzo costante del solo screening con pap-test ha permesso una riduzione del 97% del carcinoma alla cervice uterina, il tumore causato dal virus HPV (Human Papilloma Virus). La prevenzione, dunque, gioca un ruolo da protagonista nello stato di salute delle donne

Il concetto di salute non dovrebbe mai essere separato da quello di prevenzione. Prevenzione, oggi, fa rima con diagnostica molecolare, strumento che negli ultimi anni ha assunto un peso sempre maggiore tra i metodi d’indagine clinica, rappresentando un presupposto irrinunciabile nei percorsi terapeutici di varie patologie. La diagnostica molecolare è stata oggetto del convegno “Nuove prospettive clinico-diagnostiche-molecolari nella prevenzione delle patologie ginecologiche”, che si è svolto sabato 6 giugno nelle sale Town House di Paradiso, a Messina. Il convegno è nato da una partnership tra LifeGene, laboratorio di ricerca, sviluppo e analisi in Biologia Molecolare di Messina, e lo studio del Prof. Pietro Di Fraia, patologo clinico presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

La LifeGene, nata nel 2009 come azienda produttrice di kit diagnostico-molecolari, nel 2013 ha avviato la propria attività di laboratorio, offrendo servizi a strutture pubbliche e private e rappresentando così una delle pochissime realtà sul territorio provinciale ad occuparsi di biologia molecolare. Lo studio del Prof. Di Fraia è specializzato in citoistopatologia e rappresenta un punto di riferimento nel campo medico-diagnostico in tutto il Lazio. La partnership tra la LifeGene e lo Studio Di Fraia è nata nel 2014 con lo scopo di unire le rispettive competenze per formare un team in grado di affrontare le sfide diagnostiche che oggi interessano l’intero suolo nazionale.

Dal convegno è emerso un dato rilevante: negli ultimi quarant’anni, l’utilizzo costante del solo screening con pap-test ha permesso una riduzione del 97% del carcinoma alla cervice uterina, il tumore causato dal virus HPV (Human Papilloma Virus). La prevenzione, dunque, gioca un ruolo da protagonista nello stato di salute delle donne.

“Analizzando la nostra casistica – spiega il Dott. Francesco Lanza, direttore della LifeGene –tra la provincia di Messina e la regione Lazio, il 70% dei campioni testati si sono rivelati positivi alla tipizzazione HPV. Ma di questo 70%, solo una piccola percentuale potrebbe evolversi nel carcinoma, ed è stato solo grazie ad un intervento diagnostico tempestivo. Siamo convinti che puntando sull’unione tra la diagnostica citologica e la diagnostica molecolare si possa abbattere anche questa piccola percentuale”.

Il convegno ha visto la partecipazione di laboratoristi, medici di base e ginecologi, classe medica sempre più spesso costretta a rivolgersi ad operatori fuori dai confini cittadini o regionali per la fornitura di servizi diagnostici. Dalla collaborazione tra la LifeGene e lo studio Di Fraia è nata la possibilità di offrire ai medici della Sicilia,del Lazio e dell’intero territorio nazionale, servizi come biopsie, pap-test, ricerche microbiologiche, tipizzazioni del virus HPV, infettivologia molecolare, trombofilia genetica, diagnostica prenatale, genetica forense. Il Prof. Di Fraia ha puntato l’accento sulla necessità di una sinergia tra le varie figure professionali e le relative competenze: “Lo scopo di questa collaborazione è quello di affiancare i nostri rispettivi campi d’azione per informare i ginecologi in primis, ma anche i medici specialisti in altre discipline ed estendere quindi il più possibile lo screening di massa. Aggiungo che se una corretta informazione sulla prevenzione partisse dal medico di base, sarebbe più facile raggiungere l’obiettivo della riduzione dei casi di tumore alla cervice uterina”.

Il prossimo evento organizzato tra la LifeGene e lo studio Di Fraia sarà infatti rivolto agli specialisti di medicina generale e alla necessità del loro coinvolgimento nelle fasi di screening, perché la prevenzione è e continua ad essere una frontiera non ancora raggiunta, se si pensa che il lento ricambio generazionale della classe medica ci lascia ancora indietro rispetto ad altri paesi europei. Al convegno è intervenuto anche il Professor Vittorio Palmara, responsabile d’ambulatorio nel reparto di Isteroscopia del Policlinico Universitario di Messina: “Una regolare e costante prevenzione nei riguardi delle patologie dell’apparato genitale femminile, ha assunto oggi un ruolo fondamentale perché consente di fare diagnosi precoce della malattia, evitando così che si debba ricorrere ad interventi invasivi che, soprattutto negli stadi più avanzati, a volte, potrebbero non essere risolutivi. A tal proposito, la sinergia tra il ginecologo ed il patologo clinico ed il biologo molecolare, risulta estremamente importante affinché si attui un’adeguata strategia terapeutica atta a combattere la malattia sin dal suo esordio.” Senza dimenticare che in tempi di crisi economica la prevenzione permette di contenere i costi, rispetto all’onere di un eventuale intervento in sala operatoria. Nell’ottica del risparmio o meglio, della riduzione dei costi per le prestazioni che deve eseguire il paziente, il Dott. Filippo Zagami, dirigente medico, ha fatto presente che “le proposte operative possono essere competenza dei medici di medicina generale che conoscendo bene i propri assistiti, possono proporre soluzioni in grado di rispondere alle diverse esigenze specialistiche plurisettoriali, nell’ottica del contenimento della spesa e della migliore performance in termini di tempo e risultato”.

Tutte le informazioni sui servizi offerti da LifeGene, in collaborazione con lo studio del Prof. Pietro Di Fraia, sono disponibili alla pagina web www.lifegenelab.it

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