Crocetta si ricandida. Ma Renzi pensa a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa

Crocetta si ricandida. Ma Renzi pensa a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa

Rosaria Brancato

Crocetta si ricandida. Ma Renzi pensa a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa

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sabato 29 Ottobre 2016 - 08:22

Renzi in Sicilia sembra voglia puntare a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa. La notizia non è andata giù alle mille correnti Pd, al governatore Crocetta che vuol ricandidarsi, e al sottosegretario Faraone.

Proprio ieri ha festeggiato il suo quarto compleanno da governatore della Sicilia. Ed è stato un festeggiamento dolce-amaro, perché, se a rendere zuccheroso l’anniversario è stata la cerimonia per il riconoscimento dell’itinerario arabo-normanno patrimonio dell’Unesco, a guastare la festa è stato il settimanale Panorama, che ha diffuso quello che fino a pochi prima era un “gossip” politico.

L’orientamento di Renzi infatti, per battere l’avanzata grillina ed i desideri di rinascita del centro-destra in Sicilia, è quello di puntare su Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa e simbolo di una politica di accoglienza che non si lascia intimorire da difficoltà e attacchi. Dopo averla portata con sé da Obama insieme alle altre tre donne simbolo, il premier, nel suo tour siciliano per il sì al Referendum, no ha mancato, ad ogni tappa, compresa Messina, di tessere le lodi della Nicolini.

L’entusiasmo del presidente del Consiglio non è molto apprezzato né da Crocetta, per nulla intenzionato a fare un passo indietro o comunque a “vendere cara la pelle”, né dal plenipotenziario di Renzi nell’isola, il sottosegretario alla pubblica istruzione Davide Faraone. E per la verità la cosa non piace neanche ai leader di quelle correnti Pd che da mesi si accapigliano per dare lo scettro della candidatura a chiunque tranne che a Crocetta o a Faraone.

Ma Renzi sa che un Pd siciliano che ha imbarcato nella sua nave di tutto, pensando che la politica sia solo matematica, un Pd diviso in una miriade di correnti, un Pd che sta colando a picco insieme ad un Presidente che ha cambiato più squadre di governo lui che Zamparini in campo, necessita alle Regionali 2017 di un nome forte, in grado di competere sia con i 5Stelle che con il centro-destra che non vuol ripetere l’errore del 2012, quando andò alle urne diviso.

Giusi Nicolini non è soltanto un simbolo, è anche una sindaca di carattere, di grande spessore e di riconoscimento internazionale. Il suo nome in teoria potrebbe zittire tutti i papabili, se non altro perché l’ha fatto Renzi. E se anche dovesse perdere comunque nessuno potrebbe imputare a lei le responsabilità di un’eredità pesante come un macigno.

Dunque quella foto pubblicata da Panorama con Renzi e Nicolini fianco a fianco che parlano e sembrano in grande sintonia, ha rovinato il quarto compleanno da governatore di Crocetta. Lui, il Presidente, non si scompone più di tanto e ripetendo di aver operato bene conferma: “io sono il naturale candidato del Pd alle Regionali” e non si comprende se andrà dritto senza passare dalle primarie o meno.

Spiega che al Referendum voterà sì, finge di essere contrario al rinvio delle elezioni dei Consigli Metropolitani al 26 febbraio e soprattutto sorvola sul fatto che sono i suoi stessi compagni di questo viaggio iniziato nel 2012 che non lo vogliono più alla guida.

I movimenti siciliani, sebbene congelati fino al 4 dicembre, guardano al centro, ai moderati e il Pd, che già ha costruito un matrimonio stabile con Sicilia Futura, guarda con interesse ai prossimi divorzi sia in casa Ncd che nell’Udc ormai al capolinea. In questo quadro la ricandidatura di Crocetta sarebbe un autogol e sarebbe un’impresa sia provare a fermare l’avanzata dei grillini e di Cancelleri, che dello stesso centro-destra che sta preparando un’operazione con la Forza Italia di Stefano Parisi, gli ex cuffariani e chi seguirà Cesa (segretario nazionale dell’Udc).

Giusi Nicolini non è “invischiata” in nessuna delle correnti Pd attualmente in corsa per il controllo del partito, ma proprio per questo rischia di essere impallinata prima di Natale. Faraone non ha detto nulla ed anche la sua candidatura, al di là delle posizioni di facciata degli alleati, non è mai stata considerata forte o dirompente rispetto al recente passato. Faraone infatti negli ultimi 2 anni ha giocato a ping pong con Crocetta, attaccandolo nei giorni pari e alleandosi e sistemando i suoi uomini nei giorni dispari. Un abbraccio che sarà difficile da spiegare agli elettori nei prossimi mesi, quando tutte le falle di 5 anni targati Crocetta ricadranno anche su chi in tutto questo tempo l’ha sostenuto.

Rosaria Brancato

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