Nei giorni scorsi l'ex consigliere comunale Cocivera ha chiesto al segretario generale del Comune Le Donne di accertare eventuali ipotesi di ineleggibilità di Donatella Sindoni che al momento dell'elezione era rappresentante legale di un laboratorio d'analisi. "Sul piano giuridico sono tranquilla, sono eleggibile-replica l'interessata- ma sul piano politico è evidente che le battaglie che sto portando avanti insieme a Zuccarello stanno dando fastidio a molti"

“Io ineleggibile? Probabilmente le battaglie che da mesi sto portando avanti danno fastidio a qualcuno e purtroppo, a quanto pare, si tratta di esponenti del mio partito, che non hanno trovato altro modo per zittirmi che ricorrere a comportamenti discutibili”. La consigliera comunale Donatella Sindoni passa al contrattacco e replica al primo dei non eletti della sua lista, Cocivera, che a distanza di due anni dalle amministrative ha inviato alla presidente del consiglio Emilia Barrile ed al segretario generale Antonino Le Donne una nota con la quale li invita in base all’articolo 9 della legge regionale 31 dell’86 ad accertare l’ipotesi di ineleggibilità della Sindoni che al momento dell’elezione era responsabile legale di un laboratorio d’analisi ed a prendere in Aula i provvedimenti del caso.

“La lettera del dottor Cocivera- scrive la consigliera Pd- che è lo stesso che ha presentato ricorso nei confronti dell’elezione di Accorinti e che probabilmente è allergico ai risultati delle urne e preferisce seguire vie giudiziarie, mi porta a due considerazioni. La prima osservazione riguarda l’aspetto giuridico e mi vede completamente serena sotto ogni profilo. Se solo avessi pensato di essere in condizione di ineleggibilità non mi sarei candidata ed anche qualora lo avessi scoperto successivamente non avrei esitato, per stile personale e rispetto delle istituzioni a dimettermi immediatamente”.

La Sindoni spiega poi che la normativa richiamata da Cocivera per far valere la causa d’ineleggibilità fa riferimento alle vecchie Usl i cui vertici erano nominati dal sindaco e non alle attuali Asp che invece rientrano nella competenza della Regione ed è stata dichiarata incostituzionale.

“Se il dottor Cocivera intende perseguire nella strada intrapresa faccia pure, sono pronta a difendere le mie legittime ragioni a ricoprire un ruolo che gli elettori mi hanno affidato nel 2013 e che continuano a conferirmi ogni giorno condividendo le battaglie che porto avanti. Non mi stupisce affatto che dopo 2 anni si “svegli” il primo dei non eletti e guarda caso un esponente di quell’area con la quale in questi mesi ho avuto divergenze di vedute in più di un’occasione. Proprio questo strano risveglio ad orologeria mi dà la certezza che le battaglie fin qui sostenute insieme al collega Daniele Zuccarello, stanno dando fastidio a chi ha un diverso modo d’intendere la politica”. La consigliera nel mese di marzo, insieme al collega di partito Daniele Zuccarello ha creato Missione Messina, suscitando non pochi malumori in casa Pd . I due consiglieri comunali già da tempo hanno portato avanti una serie di battaglie su diversi fronti, come ricorda la Sindoni nella nota, da Casa Serena alle coop, dagli esposti in procura su Messinambiente e risanamento, passando per le proposte su tir ed ecopass, cosap, Galleria Vittorio Emanuele, stalli per disabili. In più di un’occasione queste tematiche sono state al centro di contrapposizioni con i colleghi Pd di Palazzo Zanca. Anche sugli strumenti finanziari dell’amministrazione, dal Piano di riequilibrio ai bilanci, hanno visto i consiglieri su posizioni opposte.

“Sono solo alcuni degli esempi di un’attività portata avanti in questi due anni che mi rendono nei fatti e con orgoglio “più che eleggibile”- conclude la Sindoni- Intendo assolvere fino all’ultimo giorno il mio compito di consigliere comunale così come ho fatto finora, sul campo, accanto ai cittadini. Pazienza se questo dovesse costarmi altri scontri con il Pd, che resta il mio partito, piaccia o non piaccia a qualcuno”.

L’amarezza della consigliera, che ha sempre messo “la faccia” in ogni sua battaglia, comprese quelle da presidente della commissione servizi sociali che l’hanno portata spesso a chiedere le dimissioni dell’assessore Mantineo sia per vicende relative alla gestione del settore che per i pessimi rapporti con l’Aula e le continue “diserzioni” dalle convocazioni in commissione, è legata al fatto che la freccia avvelenata sia partita dall’arco del partito, dal primo dei non eletti della lista Pd che ha atteso due anni per accorgersi che potrebbero esserci ipotesi d’ineleggibilità. Due anni durante i quali la distanza tra la Sindoni ed il resto del gruppo è diventata sempre più ampia.

Rosaria Brancato