San Pier Niceto, in consiglio il bilancio e il caso di palazzo Bruno

San Pier Niceto, in consiglio il bilancio e il caso di palazzo Bruno

San Pier Niceto, in consiglio il bilancio e il caso di palazzo Bruno

Tag:

venerdì 19 Settembre 2014 - 11:06

Approvato il rendiconto dell'esercizio finanziario per l'anno 2013. Il sindaco Calderone ha inoltre replicato alle critiche sul progetto di edilizia popolare comprendente lo storico edificio: “Reazioni intempestive. L'iter è iniziato nel 2008, solo adesso ci si rende conto della situazione?”

Il consiglio comunale di San Pier Niceto, convocato il 12 settembre in seduta ordinaria, ha approvato il rendiconto dell’esercizio finanziario per l’anno 2013, con 9 favorevoli e 2 astenuti. Presente alla seduta il ragionier Caravello, che ha illustrato lo stato dei conti del comune: “Anzitutto, l’anno prossimo sarà il primo senza più alcun debito pendente. Siamo riusciti a rientrare, anche in questo caso per la prima volta, nei vincoli del famigerato patto di stabilità, che però è davvero soffocante per i piccoli comuni, e andrebbe rivisto. San Pier Niceto contava 6 parametri di valutazione negativi su 11, adesso sono soltanto 2”.

La seduta è proseguita con l’approvazione di un’integrazione che limiterà l’accesso al bando per gli alloggi popolari ai cittadini extracomunitari, regolarmente soggiornanti, che lavorano da almeno 5 anni nel nostro paese. Il consiglio è stato poi sospeso, e infine rinviato al giorno successivo, a causa dell’abbandono della seduta da parte di 4 componenti della maggioranza – Maimone, Micale, Nastasi, Previte – e della conseguente mancanza del numero legale, proprio prima della discussione dell’ultimo ordine del giorno.

Sabato 13 si è dunque discussa l’interrogazione, presentata dal consigliere Calogero, sul futuro di palazzo Bruno. La discussione ha visto presente il sindaco Luigi Calderone, assente il giorno precedente. E proprio il sindaco, già autore di una lettera aperta sui social network a difesa del suo operato, ha ribadito la sua posizione: “Il progetto è stato ereditato – ed è un merito – dalla precedente amministrazione. Si tratta di un finanziamento di circa 2.000.000 €, con una compartecipazione comunale del 10%; abbiamo già provveduto ad accendere un mutuo di 280.000 € per completare l’iter di accesso, e non è detto che faremo in tempo, visto che manca ancora il progetto esecutivo. Si era già tentato di ottenere un altro finanziamento per valorizzare la struttura per fini culturali, ma senza risultati. Di conseguenza, abbiamo dovuto scegliere se tenerci un edificio fatiscente o accettare la nuova destinazione d’uso”.

Alle domande dell’opposizione, che chiedeva se fosse possibile rilevare l’immobile come proprietà comunale, il sindaco ha ribadito l’intempestività delle iniziative alternative proposte, sia in sede di consiglio, sia in rete. Sui costi del progetto è intervenuto il presidente del consiglio, Nastasi: “Anche se a prima vista possono sembrare eccessivi, i soldi andranno a finanziare la realizzazione di 7 alloggi, di dimensioni comprese tra 95 e 110 m², e 3 locali commerciali di 30 m²; inoltre, verranno rifatti gli impianti di illuminazione, l’acquedotto, la rete fognaria e la pavimentazione di via Marconi. E’ un investimento importante, che guarda al futuro. Palazzo Bruno sarà salvaguardato, almeno per quel che riguarda l’aspetto esteriore. Non potevamo fare altro”.

A completare il quadro della situazione ha pensato il responsabile tecnico comunale, Maio: “E’ impossibile stravolgere progetti già approvati, anche se non esecutivi. I progetti che riguardano palazzo Bruno sono iniziati nel 2006, e prevedevano la collaborazione di privati; per vari motivi, questa collaborazione non ha avuto luogo. Così, il progetto iniziale è stato presentato, e approvato, all’interno del Piano Urbano redatto dall’assessorato regionale ai lavori pubblici nel 2008. La Soprintendenza, inoltre, non ha ritenuto di far rientrare l’immobile tra gli edifici da salvaguardare”.

Si chiude così la discussione sul futuro di palazzo Bruno. Anche se, al termine del consiglio, una proposta, quasi una provocazione, è stata lanciata dal sindaco: “Io sarei favorevole ad acquisire l’immobile, ma a farlo deve essere la cittadinanza, non il comune. Basterebbe dividere il costo del palazzo tra i cittadini e autotassarsi…”.

Giovanni Passalacqua

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007