“Il Rigoletto… della discordia”, scendono in campo i sindacati e il Maestro Genitori

“Il Rigoletto… della discordia”, scendono in campo i sindacati e il Maestro Genitori

“Il Rigoletto… della discordia”, scendono in campo i sindacati e il Maestro Genitori

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sabato 02 Marzo 2013 - 09:21

Cgil, Uil, Cisal e Sadirs attaccano il Cda dell’Ente Teatro, ricordando che “mai si era verificato che un professionista del calibro del Maestro Fogliani, serio ed artisticamente appezzato in tutti i teatri del mondo, declinasse un incarico per le motivazioni che ha inteso esternare”. Ma il direttore artistico per la musica dell’Ente, Lorenzo Genitori, replica a muso duro

Ente Teatro Vittorio Emanuele contro il direttore d’orchestra Antonino Fogliani. La partita continua e scendono in campo altri attori: i sindacati e il direttore artistico per la musica dell’Ente Teatro, Lorenzo Genitori. I primi contro la gestione dell’Ente, il secondo contro le critiche di Fogliani.

Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs, premettendo di non esser mai entrati nel merito delle scelte artistiche del Teatro, sottolineano che “mai si era verificato che un professionista del calibro del Maestro Fogliani, serio ed artisticamente appezzato in tutti i teatri del mondo, declinasse un incarico per le motivazioni che ha inteso esternare. Se a tutto ciò si aggiunge che altri quattro direttori d’orchestra, contattati per sostituire il Maestro Fogliani, hanno declinato l’incarico, si può facilmente e tristemente comprendere, quale immagine negativa il Teatro dia nello scenario artistico nazionale e non solo”.

I sindacati colgono l’occasione per ricordare che “fino ad oggi erano palesemente emerse le incapacità gestionali ed amministrative del gruppo dirigente dell’Ente Teatro. Adesso la polvere nascosta per anni sotto il classico tappeto, anche per la direzione artistico-musicale, è finalmente e tristemente venuta fuori in tutta la sua drammaticità”.

Cgil, Uil, Cisal e Sadirs mettono sul piatto altre vicende, oltre a quelle già lungamente denunciate negli scorsi mesi: “Il bilancio di previsione per il 2013, che di norma bisognava redigere entro il 31 ottobre 2012 o in alternativa non oltre l’approvazione della programmazione delle attività, a tutt’oggi non è stato ancora esitato; non sono stati ancora versati i contributi previdenziali a carico dell’Ente, ma cosa ancora più grave è che non siano stati versati quelli detratti in busta paga ai lavoratori e trattenuti indebitamente dall’Ente, per destinarli ad altri fini; i pochi pagamenti effettuati, in questi mesi, alle ditte fornitrici non avvengono attraverso un ordine temporale di fatturazione, ma secondo “ordini discrezionali” che nulla hanno di obiettività oggettiva”.

I sindacati accusano i vertici dell’Ente di gestire le regole “a proprio uso e consumo. Alcuni consulenti non percepiscono lo stipendio dal mese di maggio 2012, mentre il sovrintendente ha di recente disposto il pagamento delle sue quattro mensilità, per allineare le proprie spettanze al mese di dicembre 2012. Inoltre non sono stati rispettati gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, come quello che regola l’orario di lavoro dei professori d’orchestra e che certamente farà scaturire un ricorso giudiziale”.

L’ultimo appello è quello lanciato al presidente Crocetta che aveva preso pubblicamente l’impegno di risolvere la questione Teatro a Messina.

Ma c’è anche un’altra campana, all’interno dell’Ente Teatro, che risponde invece alle critiche lanciate dal Maestro Fogliani. Si tratta del direttore artistico per la musica dell'Ente, Lorenzo Genitori, che afferma: “Non c’è stata alcuna assenza di comunicazione. Le prime mail riguardo alla produzione risalgono al 17 febbraio; sono cinque missive, in una delle quali Fogliani afferma che “almeno artisticamente, il progetto sta nascendo con una forza positiva”. In seguito, molti contatti telefonici, fino ad arrivare ad una serie di ulteriori 7 mail tra il 25 ed il 26 febbraio”.

“Non capisco interpretando quali segnali – afferma Genitori – Fogliani abbia pensato che la direzione artistica non avrebbe garantito la qualità dell’orchestra: al momento della sua dichiarazione la composizione non era nota neppure a me, dato che i professori d’orchestra non avevano avuto ancora il tempo di esprimere la propria decisione”.

Ed ancora una serie di smentite: “Non è vero che Fogliani non avrebbe potuto assistere alle prove di regia: il piano prove, per come sarebbe stato rimaneggiato se Fogliani ce ne avesse dato il tempo, avrebbe previsto una sua pressoché costante partecipazione a tali lavori. Del resto, se egli avesse avuto così a cuore il lavoro di regia, sarebbe arrivato in Teatro il 28 febbraio, giorno di riunione di Compagnia, e non il 4 marzo, come ha chiesto ed ottenuto dalla direzione artistica. Non è vero che non ho dato seguito alle sue richieste in merito ’alla sostituzione di parti storiche dell’orchestra’, in quanto, al momento di tale richiesta, datata 27 febbraio, nessuno aveva ancora contezza, come detto sopra, di quale sarebbe stata la composizione dell’orchestra. È quindi un’accusa estremamente offensiva, oltre che infondata, quella di aver mostrato ‘indifferenza’ o ‘insensibilità verso noi musicisti’. In ogni caso, poche ore dopo la sua richiesta, senza aspettare risposta, egli ha diffuso la dichiarazione di cui si parla. Non è vero, ed è grave affermarlo, che il direttore artistico ‘non era riuscito o interessato a ottenere le parti: come lo stesso Fogliani afferma, non è stata certo la mancanza di volontà da parte del direttore artistico, ma circostanze oggettive a ritardare la consegna delle parti stesse. Non è vero che la decisione è stata assunta adducendo come motivazione che “questi orari sono quelli contrattualizzati in tutti gli Enti”: in una mail del 26 febbraio è stato da me specificato a Fogliani che la scelta era ‘conseguenza di una precisa direttiva del CdA motivata ieri pubblicamente”.

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