Gioco delle tre carte sugli assessori, Accorinti alla Leopolda. CMdb spara a zero: "Troppa opacità nelle scelte"

Gioco delle tre carte sugli assessori, Accorinti alla Leopolda. CMdb spara a zero: “Troppa opacità nelle scelte”

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Gioco delle tre carte sugli assessori, Accorinti alla Leopolda. CMdb spara a zero: “Troppa opacità nelle scelte”

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lunedì 11 Aprile 2016 - 08:18

Il movimento che sostiene il sindaco si pone una serie di interrogativi su quanto accaduto nelle ultime settimane a Palazzo Zanca e si chiede in quale sede vengano prese le decisioni di Accorinti. D'accordo sull'uscita di Signorino sparano a zero sugli ingressi troppo tecnici di Eller e Ursino, vogliono chiarimenti sulla presenza di ieri alla convention Pd e attaccano Le Donne.

Il rimpasto di giunta, la trasferta alla Leopolda siciliana, il fallimento della rivoluzione della macchina amministrativa del Comune. Se già all’indomani dell’amministrazione Accorinti 2.0 si era aperto il fuoco amico di Indietrononsitorna sul segretario/direttore generale Antonio Le Donne, adesso è la base a parlare. E’ Cambiamo Messina dal Basso ad aver deciso di rompere il silenzio e sparare a zero sulle recenti scelte inanellate dal sindaco che hanno voluto, votato e supportato, ma che non riescono più a comprendere e riconoscere. Fino ad oggi avevano solo espresso grande rammarico per l’addio di Patrizia Panarello, adesso invece entrano a gamba tesa sul rimpasto di giunta che ha messo alla porta Panarello e Tonino Perna in favore di Luca Eller Vainicher e Daniela Ursino, con Guido Signorino demansionato e declassato ma rimasto in giunta.

Cambiamo Messina dal Basso spiega di aver condiviso l’accorata esigenza di un cambio di passo, nel tentativo di superare l’impasse imposta anche da una macchina amministrativa malfunzionante. «È innegabile che l’incredibile dilazione dei tempi nell’approvazione dei documenti finanziari del Comune ha determinato la più grave situazione di crisi che abbia attraversato questa amministrazione. L’assessore al bilancio Guido Signorino, a fronte delle sue competenze professionali e della sua indiscussa onestà, non è riuscito evidentemente a impedire tale situazione e ad evitare che colpe non sue travolgessero anche lui nella responsabilità di un bilancio previsionale per troppo tempo latitante. È comprensibile pertanto, per quanto umanamente doloroso, che la delega al bilancio sia stata riassegnata». Dunque la base accorintiana era d’accordo a tagliare Signorino per la situazione finanziaria che non è riuscito a sbloccare, ma anche questa volta si è trovata di fronte all’ormai consueta “troppa opacità”, e spesso buio pesto, che caratterizzano i momenti in cui ci sono in ballo importanti scelte che possono incidere sull’indirizzo politico dell’intera Amministrazione. «Ci interroghiamo allora, ancora una volta, qual è il luogo in cui maturano le decisioni di Renato, se né la Giunta né il suo Movimento di riferimento possono partecipare, a carte scoperte, al momento della ponderazione. Abbiamo sempre contestato, e continueremo a farlo, il metodo unico dell’empatia applicato alla politica: la sintonia “spirituale” non è condizione sufficiente per la costruzione di un comune percorso politico. Noi abbiamo scelto Renato non per le sue grandi capacità empatiche, che pure gli riconosciamo, ma perché fosse quello che ha promesso di essere: il sindaco dal basso e della partecipazione. Pertanto, fino a dove abbiamo potuto interloquire, abbiamo tentato di dare delle indicazioni che fossero lucide e, attenti ad evitare che l’urgenza di tirarsi fuori dal pantano conducesse a scelte compulsive e affrettate e a pericoli più grossi di quelli a cui si cercava di sfuggire».

Cambiamo Messina dal Basso mette sul piatto la sua posizione e spiega quali erano state le richieste del movimento: «Abbiamo chiesto che non si sacrificasse l’assessora Patrizia Panarello per fare spazio ad altri o per risolvere dinamiche relazionali viziate da incomprensioni. Abbiamo chiesto che il criterio fondamentale della rimodulazione delle deleghe, se necessaria, fosse del “fuori uno, dentro uno”, di modo che il cambiamento fosse inequivocabilmente all’insegna dell’efficientamento dell’azione di governo e non apparisse all’esterno, invece, come un “gioco delle tre carte” o, peggio, come una manovra guidata da logiche occulte. Ma questa indicazione, come la precedente, è stata disattesa. Il rimpasto si è concluso di fatto con alcuni avvicendamenti e un rimescolamento dei mandati». Gli accorintiani non esitano a parlare di gioco delle tre carte nelle scelte che hanno determinato i movimenti interni alla giunta e mettono in chiaro qual era la volontà del movimento: dimissioni dell’assessore Signorino per far posto al suo sostituto con delega al Bilancio.

Ad accrescere ulteriormente le preoccupazioni si aggiunge poi la “deriva tecnicistica” che leggono alla base della scelta dei due nuovi assessori. CMdB rinnega inciuci, larghe intese o nuovi eventuali accordi politici: «Riteniamo che nel momento più difficile della gara, Renato abbia deciso in solitaria di giocare in contropiede, senza accorgersi che, mentre crede di fare rete, è sul punto di segnare un imperdonabile autogol. Il criterio della “tecnica” al potere, cui sembra rispondere la designazione di un maxi-esperto di finanza locale e di un’organizzatrice di eventi, non è altro che un grande inganno, ed è quello che noi chiamiamo “tecnicismo”: la tecnica non è mai neutrale e non ci possono essere assessori tecnici. Se abbiamo ragione, esso, il tecnicismo, rischia di essere un vero e proprio “cavallo di Troia” fatto entrare nelle mura finora serrate della Giunta».

CMdB chiede al sindaco di verificare attentamente che la visione di città dei due nuovi assessori coincida con quella espressa dal programma elettorale e dalla sua storia personale di attivista e proprio su questa richiesta si scatena il disaccordo sulla scelta di Luca Eller Vainicher, definito dagli accorintiani come “un entusiasta renziano, sostenitore convinto della piattaforma politica del Governo Nazionale (JobsAct, Buona Scuola, inceneritori e trivelle)”. Il movimento si chiede cosa ci faccia in questa giunta uno come Eller e se si sia davvero questo il prezzo da pagare per far quadrare gli squinternati conti del Comune. Si chiede perché gli siano state affidate deleghe determinanti e perché tra le tante si sia scelto di dare al neo assessore anche il Patrimonio, finora retto da Pino.

E dopo la domenica palermitana di Eller e Accorinit, CMdB vuole pubbliche spiegazioni della partecipazione del primo cittadino messinese alla “Leopolda” di Palermo a fianco del neoassessore Eller, in compagnia dell’assessore De Cola, del capo di gabinetto Carrara. «Davvero può accettare di sentir parlar bene di Buona Scuola, di Ponte sullo Stretto e di MUOS, dopo aver protestato attivamente contro ognuna di queste mostruosità? È in corso una mutazione genetica, come sostengono i suoi oppositori? Abbiamo, tutti, il diritto di capire cosa sta succedendo».

Passaggio finale esattamente in linea con le altre anime dei sostenitori di Accorinti, anche CMdB chiede un intervento deciso sulla “macchina amministrativa”, tanto vituperata e mai cambiata. Un altro attacco frontale nei confronti di Le Donne, esplicitato dagli accorintiani nella necessità di un cambiamento netto di rotta nella direzione generale del Comune e nella sostituzione del personale inadeguato al ruolo che ricopre.

Una vera e propria sfiducia su più fronti quella che arriva dal movimento che dal principio sostiene e accompagna l’esperienza amministrativa di Accorinti. Una sfiducia forse molto più concreta e dolorosa di quelle fatte a parole in questi mesi dai partiti. Il chiaro segnale che in casa accorintiana si è giunti alla resa dei conti e dunque adesso si dovrà capire se il primo cittadino avrà intenzione di dar retta al suo movimento che, di fatto, non lo riconosce più.

Fuori dal Palazzo, sono comunque tante le reazioni che si stanno scatenando. Per Reset, Messina sta vivendo una "commedia dell’assurdo" nella quale la grande assente è proprio la politica. «Partiti che attaccano la manifesta incapacità dell’amministrazione, che si dicono pronti alla sfiducia ma che restano poi incredibilmente ostaggio dei propri rappresentanti in Consiglio. Un’amministrazione che vanta una serie di record negativi e che si inventa un rimpasto pur di salvare la poltrona in esatta continuità con i copioni già visti nelle amministrazioni precedenti. Con tanto di reazione dei gruppi che sostengono il Sindaco che reclamano spazi e poltrone in nome di un equilibrio da "Manuale Cencelli" (togliendo la sedia di Direttore Generale a Le Donne per darla a Conti Nibali e cercando di rimettere al proprio posto l’ex capo di gabinetto Mondello, parente di Signorino e Conti Nibali)». Insomma, per Alessadro Tinaglia, il tutto in nome di una rivoluzione parolaia che mortifica i messinesi e sconfessa, nei fatti, tre anni di amministrazione.

F.St.

N.B. Il segretario/direttore generale Antonio Le Donne smentisce di aver preso parte alla Leopolda di Palermo, come erroneamente scritto dai rappresentanti del movimento “Cambiamo Messina da Basso” nel loro documento

4 commenti

  1. E dire che facevamo festa. ..

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  2. E dire che facevamo festa. ..

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  3. un sindaco inefficiente che aspira a un posto di deputato

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  4. un sindaco inefficiente che aspira a un posto di deputato

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