Un coro: "In gioco c'è il futuro della sanità". Faraone: "Aperti al dialogo"

Un coro: “In gioco c’è il futuro della sanità”. Faraone: “Aperti al dialogo”

Rosaria Brancato

Un coro: “In gioco c’è il futuro della sanità”. Faraone: “Aperti al dialogo”

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sabato 17 Giugno 2017 - 05:20

La nuova rete ospedaliera non ha recepito quel lavoro di squadra che le aziende sanitarie e l'Ateneo avevano trasmesso a Palermo in autunno. E che adesso chiedono il rispetto delle regole. Il sottosegretario alla sanità Davide Faraone si è detto pronto al dialogo ed a recepire le istanze del territorio.

“I veri eroi non sono quelli che lavorano al nord. Sono quelli che restano e che si scommettono qui, nonostante le difficoltà di ogni genere. Quello che non riusciamo a capire è perché la Regione, penalizza paradossalmente quelle realtà, come il Policlinico, ma anche l’Asp, che producono e che chiudono i bilanci in attivo. Invece di premiarci rischiamo continue penalizzazioni, tagli, riduzioni”. L’intervento conclusivo del professor Giuseppe Navarra (direttore Dai di chirurgia del Policlinico ed organizzatore del convengo) dopo la lunga maratona della sanità è rivolto al sottosegretario alla sanità Davide Faraone e sintetizza quel che è emerso per tutto il pomeriggio di lavori: in gioco c’è il futuro della sanità a Messina.

Sulla Rete ospedaliera infatti si gioca una partita a scacchi che la città non può permettersi il lusso non solo di perdere ma neanche di giocare al ribasso. Parte delle problematiche sono state condivise anche con i rappresentanti dell’Ateneo e dell’Azienda ospedaliera universitaria di Catania, anche se il “caso Messina” è più specifico ed unico nell’isola.

Al tavolo dell’assessore Gucciardi nel mese di ottobre 2016 le Aziende sanitarie ed ospedaliere di Messina e l’Università si sono presentate con una proposta condivisa e concertata che non comportava aggravi di spese ma che, in nome dell’integrazione e di quanto fissato dal Balduzzi, cercava di conciliare le istanze del territorio con quelle di riordino della rete ospedaliera. Era soprattutto un lavoro di squadra, come spiegato dal Rettore di Messina, Pietro Navarra: “Siamo stati gli unici in tutta la Sicilia a presentarci con una proposta unitaria e che pensavamo fosse stata recepita. Invece da ottobre in poi non siamo più stati convocati. Non sono dettagli da poco, perché se ci sono regole precise queste devono essere rispettate. Occorre tenere in considerazione chi ha le competenze e conosce il territorio. Il percorso da fare è uno solo: verificare il fabbisogno di un territorio e intervenire di conseguenza. Invece è stato fatto il percorso opposto, pensando prima a dare certezze a qualche primario o a logiche di campanile e costruendo su queste basi il resto. Soltanto il 15 giugno, insieme ai Rettori di Catania e Palermo abbiamo finalmente avuto l’incontro con l’assessore Gucciardi, al quale abbiamo espresso tutte le nostre perplessità”.

Dall’autunno 2016 alla primavera 2017 erano scomparsi dalla Rete ospedaliera 79 posti letto al Papardo, oltre al depotenziamento del Pronto soccorso di pediatria del Policlinico ed altre “caselle”, fatte di Unità complesse cancellate in un colpo solo.

Altrettanto chiaro era stato nel suo intervento il Rettore di Catania, Francesco Basile, che ha stigmatizzato la decisione, tutta politica, dell’assessore Gucciardi, di predisporre la Rete ospedaliera “ignorando” per gran parte del percorso, proprio chi la sanità la “fa” quotidianamente conciliando ricerca e assistenza. Ovvero i Policlinici Universitari.

Il ruolo di “convitato di pietra” al convegno lo ha avuto proprio l’assessore alla sanità, che comunque era stato regolarmente invitato ma non è intervenuto.

Per dirla in soldoni la Rete ospedaliera di aprile è diversa rispetto a quella proposta ad ottobre dalla “squadra” messinese ma soprattutto, è esposta ai nuovi tagli che da qui al 31 dicembre 2018 potrebbero arrivare (112 le Unità complesse da ridurre in Sicilia). Le aziende virtuose come l’Asp e il Policlinico non vengono “premiate” per uno dei tanti paradossi burocratici e normativi egregiamente spiegati dal Dg dell’Asp 5 Sirna “La Regione eroga le somme a novembre, quando ormai l’anno è finito, con la conseguenza che quando programmiamo la spesa non sappiamo mai se resteremo entro il budget o meno”. La conseguenza per l’Asp, è stata che ha risparmiato ben 27 milioni di euro, ma invece di essere premiata come azienda virtuosa, quelle cifre sono andate altrove. Scenario analogo al Policlinico.

Drammatica la situazione del Papardo, così come illustrata sia dal DG Michele Vullo che a fine dibattito dal dottore Felice Cascio che ha fatto un appello al sottosegretario: “se la Regione continua così il Papardo muore. I tagli previsti sono di 80 posti letto, e numerose Unità complesse saranno dimensionate”.

Il sottosegretario Davide Faraone si è detto “pronto ad avviare un dialogo ed un confronto costante perché le esigenze dei territori sono fondamentali. Attenti, sto parlando di istanze collettive e non di problematiche individuali. Il mio impegno c’è”. Il sottosegretario ha poi difeso il numero chiuso per medicina indicando come obiettivo principale il potenziamento della formazione “troppi giovani vanno via non solo al Nord ma nel mondo e qui non riusciamo a fare tesoro di queste risorse”

Presenti al dibattito, i deputati regionali Beppe Picciolo (che ha ricordato a Faraone come purtroppo ad essere “virtuosi” e risparmiare in questo momento si faccia male, vedi il caso dell’Asp e come la Regione debba invece invertire la rotta) Giuseppe Laccoto che si è detto certo che Gucciardi, dopo la riunione del 15 andrà incontro alle istanze messinesi, sia a tutela dei posti letto del Papardo che per quel che riguarda il Policlinico, il deputato regionale del M5S Cappello che ha evidenziato le falle nella carenza di concertazione del provvedimento, Filippo Panarello e il parlamentare Enzo Garofalo (unico deputato nazionale presente).

Per gran parte del convegno i relatori hanno illustrato sia un meccanismo, quello della concertazione, che ha funzionato, sia le criticità della Rete ospedaliera. Una carrellata d’interventi dalla quale è emerso chiaramente come per prendere decisioni è indispensabile ascoltare medici, amministratori. C’era l’orgoglio di chi porta i risultati e la tenacia di chi continua nonostante i tagli ad onorare la sua missione, nonostante in sala operatoria arrivino persino “cineserie” che costano la metà di quelle di produzione europea a scapito della qualità. C’era il coraggio di chi è tornato a Messina e invita il governo a fermare i “predatori”, quei medici che dal nord vengono qui, illudono i pazienti e li portano a farsi curare altrove. C’era l’invito ad investire oltre che sull’assistenza medica anche sulla qualità dell’accoglienza. Si è parlato di deospedalizzazione e di sostenibilità dell’innovazione, di medicina di genere e migrazione sanitaria.

La voce della sanità messinese che non ci sta ad una partita a scacchi nella quale, all’improvviso, alcune pedine sono scomparse. E non vuole stare zitta.

Il sottosegretario Faraone ha ascoltato, la deputazione messinese è rimasta dall’inizio alla fine del dibattito per farsi portavoce delle istanze.

La palla passa all’assessore Gucciardi.

Rosaria Brancato

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