Calcioscommesse, ecco dove punta l'inchiesta di Messina

Calcioscommesse, ecco dove punta l’inchiesta di Messina

Alessandra Serio

Calcioscommesse, ecco dove punta l’inchiesta di Messina

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venerdì 24 Marzo 2017 - 14:08

Dopo i primi accertamenti la Finanza ha puntato la lente su sei partite complessivamente. Tra gli indagati, per lo più calciatori di tutte le squadre coinvolte, anche due ex dirigenti dell'Acr Messina.

L'indagine sul calcio scommesse in riva allo Stretto è coperta al più stretto segreto istruttorio ma i contorni che si delineano vanno già ben oltre quelli posti dalle denunce degli ex dirigenti e i legali della società. In particolare sotto la lente della Guardia di Finanza di Messina, che conduce gli accertamenti richiesti dal sostituto procuratore Francesco Massara, non ci sono soltanto le tre partite segnalate dall'avvocato Giovanni Villari, che nel marzo dello scorso anno presentò un dettagliato esposto. E neppure le dichiarazioni dell'ex presidente Natale Stracuzzi il quale nello stesso periodo, dopo il primo arrivo degli ispettori della Lega a Messina, corse a riferire quel che sapeva, precisando la propria posizione (Stracuzzi è stato ascoltato come persona informata sui fatti, senza quindi l'assistenza del legale).

Se le segnalazioni di Sport Radar e Federbet, girate sia alla Lega Pro che ai Monopoli di Stato, riguardavano tre partite del Messina, quelle poi evidenziate anche nell'esposto dell'avvocato Villari e nelle dichiarazioni di Stracuzzi, i primi accertamenti compiuti nel più stretto riserbo in questi mesi dalle Fiamme Gialle hanno convinto gli investigatori ad allargare il raggio d'azione su altre tre partite.

E' per questo che nei giorni scorsi si è messa in moto nel concreto la macchina degli accertamenti e sono partite le prime perquisizioni domiciliari.

Al vaglio, come già detto, c'è il coinvolgimento e i rispettivi ruoli di una quarantina di persone, per lo più giocatori, sia dell'Acr che delle squadre che hanno giocato col Messina, dirigenti delle altre società e due ex dirigenti della compagine peloritana. Durante le operazioni di "setaccio" dei giorni scorsi, gli investigatori hanno acquisito anche alcuni pc e telefonini, che sono ora sottoposti ad esame tecnico.

La Procura vuole poi vederci chiaro, infine, anche sui rapporti tra giocati e club, e le modalità di retribuzione degli atleti.

Insomma, è già un calderone più ampio di quello che appare dalle prime indiscrezioni che trapelano dalle persone interessate. E che sembra destinato ad allargarsi in fretta, visto che l'unico nome al momento ufficiale è quello di Arturo Di Napoli il quale si è detto disponibile a collaborare con gli inquirenti ed ha fatto capire che non sarà soltanto il suo, il nome coinvolto.

Intanto si indaga anche a Catania. Proprio dalla Procura etnea è partita la segnalazione effettuata dai Monopoli di Stato all'autorità giudiziaria sui flussi anomali delle scommesse effettuate sulle partite della Lega Pro tra il 2015 e il 2016. Individuate le partite sospette che riguardavano il Messina, i magistrati catanesi hanno trasmesso ai colleghi peloritani una parte del fascicolo, così come hanno inviato un altro corposo faldone a Catanzaro.

A Catania resta il calderone principale dell'inchiesta che riguarda altri presunti illeciti ipotizzati dietro partite di altre squadre isolane.

Alessandra Serio

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