Mercoledì la prima udienza per il ricorso contro lo sforamento del patto di stabilità

Mercoledì la prima udienza per il ricorso contro lo sforamento del patto di stabilità

Mercoledì la prima udienza per il ricorso contro lo sforamento del patto di stabilità

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lunedì 05 Novembre 2012 - 11:30

Palazzo Zanca sarà rappresentato dall’avv. Arturo Merlo che chiederà intanto la sospensiva del provvedimento. E la sospensiva potrebbe essere ottenuta in forza di una sentenza della Corte Costituzionale, la 178 dell’11 luglio scorso, con la quale è stato escluso che lo Stato - con semplice legge ordinaria - possa imporre alle autonomie speciali, regole che incidono sul loro ordinamento finanziario

Si svolgerà dopodomani la prima udienza per il ricorso presentato dal Comune di Messina contro la sanzione di 7 milioni di euro per lo sforamento del patto di stabilità del 2011. Palazzo Zanca sarà rappresentato dall’avv. Arturo Merlo che chiederà intanto la sospensiva del provvedimento. E la sospensiva potrebbe essere ottenuta in forza di una sentenza della Corte Costituzionale, la 178 dell’11 luglio scorso, con la quale è stato escluso che lo Stato – con semplice legge ordinaria – possa imporre alle autonomie speciali, regole che incidono sul loro ordinamento finanziario. In base a questo pronunciamento dell’organo costituzionale, sarebbero inapplicabili per la Regione Siciliana e le altre Regioni a statuto speciali e province autonome, i vincoli imposti dalla legge sul patto di stabilità.

Ottenere la sospensiva rappresenterebbe una bella boccata d’ossigeno per palazzo Zanca, che potrebbe contare su 7 milioni di euro in più di trasferimenti statali. Viceversa si paleseranno gli effetti disastrosi derivanti dallo sforamento del patto di stabilità, in base a quanto previsto dal decreto legge n°149 del 6 settembre 2011: l’impossibilità di contrarre nuovi mutui ; la riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo ; l’impossibilità ad impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio; l’impossibilità di ricorrere all’indebitamento per gli investimenti; l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto.

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