Approvato a San Filippo del Mela il nuovo regolamento sul referendum consultivo

Approvato a San Filippo del Mela il nuovo regolamento sul referendum consultivo

Giovanni Passalacqua

Approvato a San Filippo del Mela il nuovo regolamento sul referendum consultivo

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mercoledì 07 Ottobre 2015 - 09:13

A validare gli atti sarà il segretario comunale, e non una commissione di garanzia; la scelta per velocizzare l'iter e garantire la consultazione sul CSS entro il 17 novembre, termine ultimo per la presentazione delle osservazioni in sede di VIA

Il Consiglio comunale di San Filippo del Mela ha approvato il nuovo regolamento comunale che disciplina il referendum consultivo. Il regolamento snellirà le procedure di ammissione del quesito referendario proposto dal Consiglio, passando dalla figura del segretario comunale piuttosto che da una commissione di garanzia – che sarebbe stata nominata dagli stessi consiglieri, come precedentemente previsto. La nuova procedura è stata studiata per permettere di indire il referendum consultivo sul CSS entro poche settimane; la votazione è stata approvata con 10 favorevoli, 4 astenuti e un assente.

Qualche schermaglia ha coinvolto il gruppo di consiglieri espulsi dalla maggioranza lo scorso aprile e l’amministrazione: Felice Bartolone, in rappresentanza del gruppo, ha chiesto più volte perchè si volesse bypassare la commissione di garanzia; a rispondergli è stato il consigliere Saverio Italiano, che ha spiegato come non ci sia differenza di legittimità tra commissione e segretario comunale, mentre cambiano di molto i tempi necessari per arrivare alla consultazione. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Consiglio Gavino Paulesu, che ha spiegato come una commissione eletta dallo stesso organo che promuove il referendum (il Consiglio comunale, appunto) non garantisca la stessa terzietà del segretario comunale, figura scelta dal sindaco. Resta invece previsto il passaggio della commissione di garanzia per i referendum di iniziativa popolare.

Bartolone è poi tornato a parlare degli “atti amministrativi concreti” chiesti a gran voce anche dalle associazioni ambientaliste al sindaco Pasquale Aliprandi. Nelle parole del consigliere “non importa se si tratta di ordinanze, delibere o quant’altro, purchè dimostrino che il sindaco rispetta la volontà popolare espressa dal consiglio con la delibera del 2 aprile scorso”. A rispondere è stato lo stesso Aliprandi: “In diritto non esiste il concetto di una delibera di consiglio recepita dalla giunta con un atto ufficiale; esiste semmai il contrario, cioè la possibilità, per il consiglio, di modificare gli atti della giunta. Per noi la delibera votata il due aprile è un vincolo, e tra i mandati che mi sono stati assegnati c’era quello di oppormi a qualunque progetto di termovalorizzazione sul territorio; ricordo che il progetto di riconversione Edipower esiste dal 18 settembre, non un giorno prima. Non parliamo poi di chi ci chiede di adottare un’ordinanza: quali sarebbero i motivi di imprevedibile urgenza che, allo stato attuale, la giustificherebbe? Noi siamo un’istituzione: dobbiamo agire sui fatti, non sulle intenzioni o sui pregiudizi”.

Aliprandi è anche tornato sulla manifestazione del 27 settembre scorso: “Ho il massimo rispetto nei confronti dei manifestanti, e condividiamo la stessa opinione sulla riconversione; il problema è dato dalle devianze presenti nei movimenti ambientalisti, che tendono a strumentalizzare una questione che di politico non ha nulla o quasi. Dalla piazza di Archi ho sentito gli attacchi di chi ci accusava di non aver fatto nulla; nessuno ha letto la delibera del 2 aprile, che anzi è stata definita inutile persino da chi l’ha votata. Quando la contrarietà al CSS era deliberata dai consigli dei paesi vicini – che, coinvolti o meno dalle conseguenze ambientali, non hanno alcuna competenza in merito – erano atti eroici; adesso eroine sono le amministrazioni che “recepiscono” questi atti. Sarebbe il caso di trovare un po’ di coerenza”.

Resta un fatto, evidenziato dallo stesso consigliere Italiano: nè gli atti del consiglio o della giunta, nè il referendum potranno impedire ad A2A, proprietaria della centrale termoelettrica, di riconvertire gli impianti a CSS; questi atti andranno semplicemente a rafforzare le osservazioni che verranno presentate in conferenza di servizi in sede di VIA – Valutazione di Impatto Ambientale. Sarà sull’efficacia di queste osservazioni che si deciderà il futuro della centrale. E, a tal proposito, Aliprandi ha lanciato un appello: “Mi piacerebbe che tutti i sindaci che hanno sfilato alla manifestazione, concedendosi una facile passerella sulle spalle altrui, siano altrettanto solerti nell’opposizione sostanziale al progetto. Io farò di tutto affinchè anche loro siano presenti alla conferenza; loro dimostrino che davvero hanno a cuore il problema”.

Giovanni Passalacqua

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