Antonino Marino: "Basta con le chiacchiere e i faremo, è il momento di fare"

Antonino Marino: “Basta con le chiacchiere e i faremo, è il momento di fare”

Antonino Marino: “Basta con le chiacchiere e i faremo, è il momento di fare”

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domenica 22 Aprile 2018 - 05:35

In attesa di un governo nazionale che non arriva il Paese precipita sempre più nella crisi

Sì, va bene tutto. Oramai è risaputo che quando noi italiani avvertiamo il fremito mentale e nervoso delle elezioni, dimentichiamo tutto e nei giorni che precedono l’ingresso al seggio elettorale, scarichiamo la nostra rabbia e insoddisfazione mediante crocicchi mormoranti, chiacchiere da bar e filosofici paragoni tra gli uomini politici di adesso e quelli dei tempi passati, finendo – come sempre ma non si sa perché – col dire che quelli di prima erano migliori. Adesso, passata la sbornia, e lo spettacolo delle marionette che si agitano sul teatrino della politica e che finalmente abbiamo votato, ci rimane solo la speranza che i Partiti o Coalizioni che hanno riportato il maggior numero di consensi raggiungano un accordo sulle cose principali da farsi per soddisfare i più elementari bisogni dei cittadini. Certo, dai primi vagiti del rituale per nominare il “caposquadra” non si capisce ancora se e quando avremo un nuovo Governo. L’altra mattina, la Giornalista Myrta Merlino, nel programma “L’Aria che tira” a proposito della diatriba Di Maio-Salvini-Berlusconi, ha rivolto a Mattarella l’invito a valutare l’opportunità di dare l’incarico al calciatore della Roma, Daniele De Rossi, volendo in modo quasi beffardo, alludere alla possibilità che i calciatori, pur pieni di difetti, molto spesso sono più credibili dei pupi e pupari che si agitano nel torbido mondo della politica. Buona comunque come battuta per alleggerire il tema. Ma a prescindere da quale possa essere la conclusione di questa sequela di Consultazioni, quella con il “trio” di centrodestra ha certificato senza possibilità di appello, che Silvio Berlusconi – di riffe o di raffe -sarà sempre un “primattore” e non si adatterà mai a fare da “spalla” a chicchessia. Comunque, per andare al cuore del problema, occorre dire ad alta voce ai prossimi governanti, che ormai non è più il tempo delle chiacchiere e dei: faremo- vedremo – studieremo, ci batteremo e ….remo- ….remo e ancora ….remo. E’giunto il momento del “fare” “realizzare” “modificare” “aiutare” “legiferare” e “emigrare” …are …are e ancora …are, e prendere finalmente coscienza che i problemi riguardanti l’Europa, i paesi asiatici, nonché il numero di amanti avute dal Presidente Trump, vengono dopo quelli che assillano gli italiani più bisognevoli d’aiuto. Dice: sì va bene, ma mica la Politica Italiana può occuparsi solo dei problemi di casa nostra. E’ vero ma sant’Iddio, cari signori prossimi governanti, nessuno vuol qui sostenere che chiudere i confini e i rapporti con tutte le altre nazioni rappresenti il toccasana. Sarebbe un modo qualunquistico e demagogico del politycall-correct. Gli italiani sono un popolo di generosi e saranno sempre disponibili a dare una mano a chi ha bisogno, però vorrebbero un governo capace di affrontare – prima di alzare lo sguardo oltre i confini – i cosiddetti problemi del quotidiano e scavalcare attraverso provvedimenti urgenti, il cancro della burocrazia, affrontando e focalizzando le tematiche giornaliere legate alle necessità ordinarie che travagliano le nostre comunità. Adesso tutti – destra sinistra, mediana ed estrema, ma anche i partitini dello zerovirgola, sono lì a spiegare al colto e all’inclita, che occorra abolire una serie di Leggi che negli ultimi cinque anni, i governanti non eletti dal popolo, hanno promulgato con l’assenso del nostro Presidente (condizionando la vita di milioni di giovani e meno giovani) ma che comunque tutti o quasi tutti, hanno maturato – vitalizio o non vitalizio – il diritto ad un trattamento economico vantaggioso, e qualcuno – per effetto del transito a Montecitorio o a Palazzo Madama, poggia le terga su qualche poltrona importante. Ora cari politici, vincitori e vinti, è giunta l’ora di fare le cose serie. I problemi concreti sono sotto tutti gli occhi di tutti, ma pare che non siano sotto gli occhi di chi dovrebbe tenere conto di risolverli. E allora qualcuno di lor signori della vecchia e nuova classe politica, ci spieghi ad esempio se sia stato saggio e giusto che il Governo Renzi, eletto da nessuno, per incamerare consensi abbia elargito l’elemosina di 80 euro a tutta la classe impiegatizia e non anche alla massa di pensionati a 280 euro: vergogna. E meno male che questo venditore di fumo si è tolto di mezzo, anche se ha “conquistato” una poltrona che noi tutti contribuiremo a tenere morbida e pulita. Qualche altro invece ci spieghi se sia giusto vedere gruppi di persone, uomini e donne e anche bambini, spesso vestiti anche in modo dignitoso (fateci caso) ma sicuramente con qualche solo spicciolo in tasca, andare in tarda mattinata a rovistare nei cassettoni della spazzatura per recuperare qualche cosa da mangiare. Dice: sì, va bene, però ci sono i Centri della Caritas. No, no e poi no. I centri dell’elemosina, in una Nazione che usa definirsi “civile” non dovrebbero esistere perche lo Stato (con la S maiuscola) cioè il Governo e cioè coloro i quali hanno deciso di dedicarsi alla Politica, hanno il sacrosanto dovere di fare avere a ciascun cittadino, il necessario per vivere dignitosamente. Che in primis significa un posto di lavoro e quando la crisi delle attività produttive è al culmine crisi, dare a quei cittadini disoccupati che ne dimostrano la condizione e il diritto, un Assegno di sussistenza, o chiamatelo come volete. E ancora. La plebe vorrebbe che le maestre d’Asilo che picchiano i bambini e gli assistenti o infermieri delle Case di riposo che insultano percuotono soggetti molto avanti negli anni che non hanno la forza di ribellarsi, intanto venissero sbattuti in galera e non ai domiciliari. E vorrebbero che la categoria degli insegnanti fosse protetta e garantita rispetto alle esplosioni di rabbia di quei genitori che prendono per buone le fandonie che il ragazzo ha riferito e, il padre, aspetta il Prof. all’uscita del Plesso e lo massacra di botte, quando va bene oppure colpendolo/a con una coltellata quando va male. Vorremmo che l’Imprenditore che vanta un credito di 4milioni di euro dallo Stato, non sia costretto a chiudere e licenziare i dipendenti e che lo Stato, debitore, non muova un dito per evitare che al medesimo siano sequestrate case e proprietà. Vorremmo che nei posti di Pronto Soccorso Ospedalieri la gente non debba rimanere per tre o quattro giorni in barella, lungo i corridoi e vorremmo anche che per una Visita Specialistica non si debba attendere tre o quattro mesi quando va bene; e anche che il Medico che svolge il turno di notte non sia lasciato/a solo ed esposto alle aggressioni di delinquenti. Vorremmo che le Banche, Poste italiane comprese, cui affidiamo la nostra Pensione e anche i risparmi, quando succede di avere la necessità improvvisa di una somma pari a quella che abbiamo sul Conto, ci fosse corrisposta subito o quasi subito e non domani o dopodomani; e anche che i servizi pubblici, quelli per fruire i quali, anche il pensionato a 260 mila euro al mese paga le tasse, fossero più veloci e funzionali. E vorremmo che si mettesse fine al vergognoso fenomeno del nepotismo nella pubblica amministrazione, nei Ministeri e nelle Università, il cui primato va sicuramente assegnato a quella di Bari, dove sarebbe molto più preciso e onesto denominarla “Università degli Studi a conduzione familiare”. “Illusione dolce chimera sei tu, che fai sperare in una Italia migliore". Speriamo, speriamo e speriamo. L’importante è non morire prima che la “speranza” esali l’ultimo respiro, che altrimenti siamo rimasti fottuti.

Antonino Marino

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