Antonino Marino: Crisi nera ma ai giovani dico, non mollate mai

Antonino Marino: Crisi nera ma ai giovani dico, non mollate mai

Antonino Marino: Crisi nera ma ai giovani dico, non mollate mai

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domenica 15 Aprile 2018 - 06:30

La riflessione del lettore di Tempostretto questa settimana è sul precariato e sulla disoccupazione giovanile

Nell’arco delle mie ottanta primavere, di termini preoccupanti riferiti a quei problemi che sistematicamente assillano la nostra vita, ne ho vissuti, sentiti e invocati a iosa. La nostra bella Italia, come tutte le Nazioni del mondo, vive fatti e situazioni positive o anche negative, che determinano una serie di problemi sociali importanti e tra i tanti, primeggia quello che riguarda i travagli, le angosce e le speranze di quella categoria di uomini e donne la cui verde età rappresenta il domani di ogni popolo. Mi riferisco a quella, che qualcuno – ironicamente ma non troppo – ha definito “la meglio gioventù”. In termini pratici, visto come vanno le cose in tutti i campi del sociale di questi tempi, e in particolare nella politica, senza dimenticare le religioni, gli scambi commerciali – come quella in corso tra U.S.A. /CINA sui dazi – e poi le guerre e il terrorismo, Detto più semplicemente, un fascio di problemi che trova sintetica definizione nel termine: CRISI. Ovviamente – manco a dirlo – in Italia questa parola trova la sua esplicitazione compiuta quando si riferisce al LAVORO, alias, disoccupazione giovanile, ma anche – tanto per non farci mancare nulla – a quella che affligge uomini e donne di mezza età. Certo, il discorso diventa complicato, laddove si cerchi di stabilire una graduatoria dei bisogni legati all’età. Di certo, per la maggioranza, si tratta di “crisi esistenziale” tipo quella che insorge maligna nella mente dei cinquantenni che perdono il lavoro, ovverosia di quell’età che segna il trapasso verso l’ineludibile senilità. E gli sfortunati soggetti avvertono i morsi degli anni che passano, e reagiscono attaccandosi strenuamente alla loro seconda fascia della giovinezza che implacabile li va abbandonando. Senza dimenticare i tanti Imprenditori cinquantenni, che la sfortuna e i crediti non incassati ha ridotto sul lastrico e che non sapendo più a che santo votarsi decidono di mettersi una corda al collo. Ma questa è un’altra storia, anche se contigua al tema di cui stiamo parlando. Ma c’è anche l’altra piaga – anche questa sanguinante – che riguarda i trentenni o giù di lì, che sbattono contro i muri della burocrazia o altre innumerevoli difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro, a tal punto che spesso e volentieri abbandonano sfiduciati e depressi ogni speranza. E parliamo di numeri mica da ridere, perché secondo statistiche ufficiali, su dieci trentenni, otto vivono la crisi in maniera profonda, e non trovando stimoli sufficienti per reagire alle avversità, si lasciano andare precipitando nella disperazione. Abbiamo tutti contezza del fatto che questi giovani, una volta acquisita la Laurea, iniziano il percorso ad ostacoli e quindi col piglio giusto e l’animo colmo di speranze, iniziano l’affannosa ricerca di una occupazione che sia compatibile col Titolo acquisito. Purtroppo però – questa è l’amara verità – alla fine dopo avere presentato “curricula” e speso energie e anchei risparmi di papà in viaggi della speranza, si vedono costretti a buttarsi nel precario o part-time e molto spesso anche ad accettare lo sfruttamento da parte di società o Imprese che considerano l’esordiente, una risorsa da depredare. Come ad esempio le “sanguisughe” che gestiscono call-center o altre attività precarie o part-time, il cui primo comandamento è “Sfrutterai il prossimo tuo e ti arricchirai sul suo sudore”. Va anche precisato per amore di verità statistica, che quanto a difficoltà a programmare il futuro al primo gradino ci sono le donne. Infatti, gli impedimenti che incontrano, risulta – secondo attendibili ricerche – del 49%, mentre i maschietti, da sempre, viaggiano con meno difficoltà col 36%. L’indagine ha rilevato anche un dato per certi aspetti sorprendente e cioè che le donne siano più interessate a trovare un posto di lavoro piuttosto che il principe azzurro. A tal proposito è stato accertato che anche quando la giovane dott. ne adocchia uno, prima di aprire la porta che immette nella camera dei sentimenti ardenti, indaga per conoscerne la condizione socio-economica e, principalmente, se l’adocchiato abbia già una occupazione, e in caso negativo, inserisce la retromarcia e imbocca un altro sentiero. Sono convinto – di là dalle statistiche – che anche i maschietti – fatti salvi i “colpi di fulmine” – usino la stessa tattica. Insomma, per i venticinquenni è il terribile momento della crisi e purtroppo non possono sperare nell’aiuto concreto di parteners, parenti o amici. E’ il momento in cui la forza d’animo, il non arrendersi alle varie difficoltà, dovrebbe rappresentare il giusto viatico per intravedere la luce in fondo al tunnel. Purtroppo, ahinoi, spesso succede che il “salvagente” a cui i disperati si aggrappano si rivela sbagliato e imperterriti continuano a nuotare nel mare della speranza, che il più delle volte è una spiaggia deserta. Si tratta di una tragedia sociale alla quale lo Stato e dunque il Governo che speriamo presto entri in attività, o comunque chi ne ha la possibilità e la competenza, metta i nostri giovani nelle condizioni di affrontare il problema de LAVORO – giovanile e non – con la speranza, se non con la certezza, che una volta superate le oggettive difficoltà e anche i sacrifici di varia natura, si apra finalmente un luminoso rettilineo che consenta loro di disfare il trolley che avevano approntato per emigrare all’estero e spendere in altri paesi il sapere e le conoscenze acquisite nella Madre Patria. Forza ragazzi, lottate, non deponete le armi e perseverate perché talvolta, “Chi la dura la vince” (1)“”Mai, Non Mollare Mai, tieni duro e aspetta. Quel momento prima o poi arriverà. Dimentica le porte in faccia ricevute e i:“Ci faremo risentire – Le faremo poi sapere”. Tieni duro e aspetta quel momento. Manda avanti il cuore, che domani vincerai””.

Antonino Marino

(1) Da “Non Mollare Mai” di Gigi D’Alessio.

3 commenti

  1. Egregio sig. Marino, considerate le sue ottanta primavere suppongo che ai suoi tempi non abbia avuto a che soffrire di “disoccupazione giovanile” . L’incorraggiamento che propone , senza dubbio dall’alto valore morale, si infrange sulla scogliera della quotidianità che è il peggiore assassino della forza morale. Non sono un giovane disoccupato ed ai miei tempi non ho avuto molte difficoltà a trovare lavoro, ma vedo i miei figli fortemente angustiati da questo gravissimo stato di cose .. e mi creda non basta affatto “mandare avanti il cuore” quando tutto il resto rimane indietro.

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  2. Egregio sig. Marino, considerate le sue ottanta primavere suppongo che ai suoi tempi non abbia avuto a che soffrire di “disoccupazione giovanile” . L’incorraggiamento che propone , senza dubbio dall’alto valore morale, si infrange sulla scogliera della quotidianità che è il peggiore assassino della forza morale. Non sono un giovane disoccupato ed ai miei tempi non ho avuto molte difficoltà a trovare lavoro, ma vedo i miei figli fortemente angustiati da questo gravissimo stato di cose .. e mi creda non basta affatto “mandare avanti il cuore” quando tutto il resto rimane indietro.

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  3. Misentoprofugo 27 Aprile 2018 06:23

    Purtroppo in Italia se non sei figlio o amico di qualcuno che ti può dare una pedata nel culo…Mi riferisco ad una raccomandazione…ti puoi accontentare di quello che ti offrono e non puoi sperare di essere qualcuno perché appena notono che sei già superiore ad un esaminatore ti scartano subito perché la gente intelligente in Italia non ha speranza…ma invece se si è in possesso di un deficit sicuramente avrà più fortuna sopratutto nelle pubbliche amministrazioni…W l’Italia

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