"Messina è a pezzi: serve coraggio, cura, fermezza, politica della bellezza"

“Messina è a pezzi: serve coraggio, cura, fermezza, politica della bellezza”

“Messina è a pezzi: serve coraggio, cura, fermezza, politica della bellezza”

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lunedì 15 Gennaio 2018 - 08:43

Da Fabio Costantino, lettore di Tempostretto, riceviamo e pubblichiamo questa riflessione sul dibattito politico e sul futuro della città

"Mi permetto d’intervenire nel dibattito pre-elettorale che sta animando in questi giorni le pagine di Tempostretto proponendo qualche riflessione. La città è a pezzi e purtroppo nessuno può negarlo. Appesantita dai problemi di sempre si trascina stanca verso obiettivi che non hanno più un nome, un fine. È inutile negare che Messina è una città difficile in cui l’essenziale, nelle intenzioni dei potenti, è l’unico obiettivo raggiungibile. Ho sentito parlare di grandi opere che ormai vivono solo negli slogan di chi vive facendo Politica, di chi ha trovato il proprio posto, la propria poltrona in un testamento familiare scritto sulle spalle dei messinesi. Ormai gli incarichi si lasciano in eredità da un notaio, piuttosto che passando dalla rigida selezione di chi sa realmente fare, di chi ha già mostrato tutto in altri lidi, in altri luoghi. Sono convinto che chi conosce i reali bisogni della città l’ha già lasciata da un pezzo portandosi dietro una valigia piena di rimpianti ed amarezza. Nelle parole degli eredi delle Politica dei padri non sento la passione per la città, la rabbia di vedere la propria casa, la propria famiglia disintegrata dall’ incompetenza e dal cinismo di crede di poterla sempre fare franca. La città che vorremmo è dentro i sogni infranti di tanti messinesi scappati per non rimanere invischiati nelle trappole della clientela e della mediocrità. La città è nell’immaginazione di chi la pensa prima di dormire da un luogo lontano ed estraneo. La città è nell’entusiasmo ingenuo di chi ha atteso Natale per salire su una giostra per innamorarsi di nuovo del posto in cui siamo cresciuti. La città è nel cuore di tanti volontari che si offrono ogni giorno. Messina è nei bambini che cercano un posto per correre in bici e per poter giocare. La nostra città è nella disperazione di chi cerca lavoro e di chi spera che per bonificare una scuola,dopo un piccolo incendio, non si debba chiamare la Protezione Civile per far tornare i bambini a scuola. La città è nei lavoratori e non in alcuni sindacalisti, negli operatori sociali e non nelle cooperative, negli elettori piuttosto che in molti candidati. Messina non è morta ma si è spostata lontano con chi l’ha lasciata. Messina c’è ancora in chi la fa vivere raccontandola a molti chilometri di distanza ad interlocutori del nord. Messina vive nella nostalgia dei vecchi che l’hanno vista bella e poi lentamente morire. È nelle cartine dei turisti che la studiano da lontano. Gli occhi di questi concittadini sono pieni di questa città straordinaria che vive ancora di cultura e passione, di valori semplici e grandi progetti. Negli occhi degli eredi delle poltrone, invece, vedo solo rabbia, livore, bramosia per il potere che sentono vacillare. Messina ha bisogno di una nuova “Politica della bellezza” fatta di attenzione e tenerezza, di cura e fermezza, di coraggio e passione e di tanta umiltà. Non credo nei programmi elettorali proposti perché per tornare a far vivere Messina basta solo fare e non parlare più.

Fabio Costantino

2 commenti

  1. PIU’ CHE BELLEZZA SERVE LO SPIC & SPAN

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  2. Messina è violentata quotidianamente dai suoi cittadini e dai suoi amministratori. I primi sconoscono il senso dell’appartenenza e la concezione del bene pubblico anche come bene dei singoli. I secondi pensano solo alla tutela del potere e delle prebende che dallo stesso ne derivano e quindi, pur di restare attaccati alla poltrona, blaterano qua e là ogni tanto senza assumere decisioni significative.

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