Michele Bisignano: "L'esclusione di Messina dal Piano del sud è un vantaggio per Palermo e Catania"

Michele Bisignano: “L’esclusione di Messina dal Piano del sud è un vantaggio per Palermo e Catania”

Michele Bisignano: “L’esclusione di Messina dal Piano del sud è un vantaggio per Palermo e Catania”

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sabato 07 Novembre 2015 - 10:13

L'esclusione dal Masterplan della città metropolitana di Messina è un vantaggio per tanti, Catania e Palermo per primi. La riflessione è dell'ex assessore Michele Bisignano

La notizia eclatante dell’esclusione di Messina dai patti per il sud previsti dal masterplan per il Mezzogiorno, ancora in fase di elaborazione, e che derivano da una già avviata concertazione interistituzionale tra Stato, Regioni e Città metropolitane, sorprende non soltanto per l’ennesimo scacco inferto all’intero territorio provinciale, ma anche per certe dichiarazioni da parte di coloro che partecipavano a pieno titolo a questi tavoli di concertazione.

Già da tempo avevo sollevato il problema in riferimento a chi fosse titolato a rappresentare legittimamente la città metropolitana di Messina che, a differenza di quanto ancora sostiene il sindaco Renato Accorinti, coinvolge non solo la città capoluogo dell’ex provincia ma un territorio che comprende ben 108 comuni. Di conseguenza, non può essere il sindaco di un solo comune a poter rappresentare nei vari tavoli istituzionali una intera Città metropolitana. Né la stessa Città metropolitana può essere rappresentata da un organo gestionale straordinario, quale un Commissario, che ha solo il compito, dovendo svolgendo ordinaria amministrazione, di traghettare il passaggio dall’ex Provincia regionale all’istituzione del nuovo ente.

E allora è assolutamente necessario, se si vuol correre ai ripari, dato che viene indicato nello stesso piano il termine del 31 dicembre di quest’anno per varare la sottoscrizione dei patti del Governo con le Regioni e le Città metropolitane, porre al primo punto dell’ordine del giorno dell’Assemblea regionale siciliana la legge istitutiva delle tre Città metropolitane, Palermo, Catania e Messina, con il recepimento parziale della legge Delrio, in modo da procedere subito all'attivazione della Città Metropolitana.
Accanto a questa iniziativa è necessaria una mobilitazione di tutte le realtà istituzionali e territoriali della provincia di Messina, supplendo a una ormai accertata mancanza di autorevolezza politica nei confronti del Governo nazionale.

Una mobilitazione, quindi, di tutto il territorio perché, a meno che non si voglia continuare a sopravvivere nelle emergenze, che non possono divenire un alibi per non programmare il futuro, questa del piano e dei patti per il sud, che prevedono l’elaborazione di un piano strategico di sviluppo strutturale e infrastrutturale, è l’ultima occasione per il nostro territorio.

C'è anche da considerare che il mancato riconoscimento a livello nazionale di città metropolitana ci farebbe perdere la Prefettura, che sta svolgendo un ruolo fondamentale in questo particolare frangente, e la Camera di Commercio, e finirebbe, mediante l'utilizzo dei notevoli stanziamenti del Fondo per lo Sviluppo e Coesione per le Aree Vaste, con il favorire le città metropolitane di Palermo e di Catania, che si dividerebbero da sole tali fondi, destinati alla Sicila attraverso il meccanismo dei patti.

Per cui ritengo doveroso porsi una domanda; l'ennesima penalizzazione della Provincia e della Città di Messina, “cui prodest?”.

Michele Bisignano

già assessore provinciale

alla Pianificazione strategica

2 commenti

  1. Sig. Bisignano io non so chi sia Lei, ma ho già scritto che quello che sta avvenendo è stato già “clamorosamente, dichiarato durante una riunione dell’ANCI (Sindaco di Messina Leonardi, appena eletto), dove gli allora sindaci di palermo e catania (per ironia, gli stessi di oggi) sdichiararono a chiare lettere che in Sicilia le città di palermo e catania avrebbero, per il futuro, dovuto essere da traino per l’economia siciliana “intercettendo” tutti i fondi messi a disposizione dai Governi Nazionali. Lei perciò sponda una porta già aperta. Cui prodest? Chi amministrava Messina e la sua Provincia in quel momento?

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  2. Sig. Bisignano io non so chi sia Lei, ma ho già scritto che quello che sta avvenendo è stato già “clamorosamente, dichiarato durante una riunione dell’ANCI (Sindaco di Messina Leonardi, appena eletto), dove gli allora sindaci di palermo e catania (per ironia, gli stessi di oggi) sdichiararono a chiare lettere che in Sicilia le città di palermo e catania avrebbero, per il futuro, dovuto essere da traino per l’economia siciliana “intercettendo” tutti i fondi messi a disposizione dai Governi Nazionali. Lei perciò sponda una porta già aperta. Cui prodest? Chi amministrava Messina e la sua Provincia in quel momento?

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