Trischitta corregge: «Sembrate galline alla riscossa», non in fuga. Quella cultura maschilista ancora imperante

Trischitta corregge: «Sembrate galline alla riscossa», non in fuga. Quella cultura maschilista ancora imperante

Danila La Torre

Trischitta corregge: «Sembrate galline alla riscossa», non in fuga. Quella cultura maschilista ancora imperante

mercoledì 26 Novembre 2014 - 19:53

Durante il Consiglio comunale dedicato ai servizi sociali, il consigliere di Forza Italia si è lasciato andare ad una frase poco elegante nei confronti di alcune colleghe. Il “caso” Trischitta è l’inevitabile conseguenza della cultura maschilista, machista e sessista ancora imperante in questa società

«Sembrate quattro galline in fuga». Quello che nell’immaginario collettivo è il titolo di un divertente film d’animazione del 2000, diretto dai registi Peter Lord e Nick Park, in Consiglio Comunale si è trasformato in un insulto gratuito del consigliere di Forza Italia , Pippo Trischitta, nei confronti di alcune colleghe donne.

Posto che non esiste un momento giusto per pronunciare una frase tanto “volgare” l ’esponente azzurro ha anche scelto la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per prendere di mira le consigliere di Palazzo Zanca, accusate inoltre– giusto per rincarare la dose – di essere «malate di protagonismo».

Le parole sprezzanti di Trischitta, pronunciate mentre era in corso una seduta piuttosto movimentata del Consiglio Comunale, erano rivolte in particolare a Nina Lo Presti, Lucy Fenech, Antonella Russo e Daniela Faranda, che sul controverso ordine del giorno proposto da Mondello per “salvare” i servizi sociali hanno voluto far sentire la loro voce , senza paura di uscire fuori dal coro.

Se volessimo fermarci alla superficie di questa triste vicenda, potremmo definire stupida ed inopportuna la frase del consigliere Trischitta, che peraltro ha poi voluto sminuire il peso di quelle dichiarazioni dicendo che era solo una battuta, ma saremmo poco onesti se non ammettessimo che il “caso” Trischitta è l’l’inevitabile conseguenza della cultura maschilista, machista e sessista ancora imperante in questa società, che continua a considerare la donna un oggetto o un ornamento da “salotto”.

In qualsiasi ambiente di lavoro, anche il più evoluto e socialmente elevato, una donna verrà sempre giudicata prima per il suo aspetto esteriore e poi per le sue qualità. Questa società se ne infischia dei nostri meriti ma ci vuole belle, in forma, eleganti senza rughe e sempre sorridenti, insomma “ladylike” come direbbe l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti.

Una donna, invece, dovrebbe poter essere quello che è, soprattutto dovrebbe pretendere di essere giudicata nel suo lavoro per quello che sa fare e non per il vestito che indossa o il colore dei propri occhi. Dovrebbe poter liberamente difendere le proprie idee e manifestare la propria opinione, con determinazione e con coraggio , senza dovere essere accusata di avere smanie di protagonismo o peggio essere paragonata ad una gallina che starnazza. Molti uomini ancora non si capacitano del fatto che anche noi donne siamo essere pensanti, con una nostra autonomia di azione e di pensiero. Se ne facciano una ragione.

La frase pronunciata da Trischitta in Consiglio Comunale mi ha profondamente offeso come donna perché il suo mi è sembrato – e probabilmente lo era – un atteggiamento maschilista e discriminatorio. Ma mi ha profondamente offeso anche il silenzio degli altri uomini in Aula, che non si sono scomposti nell’ascoltare quella frase imbarazzate; mi ha invece sorpreso la non reazione della solitamente autoritaria presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, che solo alla fine dei lavori ha pronunciato una sorta di reprimenda affinché in aula si mantengano comportamenti decorosi

A Nina, Lucy, Daniela e Antonella va invece tutta solidarietà della redazione, per lo più composte da donne, di Tempostretto. Non sempre condivido le loro opinioni ed i loro interventi in Aula, ma le continuerò a guardare con ammirazione tutte le volte che le vedrò combattere per difendere le loro idee, senza farsi intimorire da chi ancora stupidamente pensa di poterci trattare come bambole mute e senza cervello.

Danila La Torre

Nota a margine: Su Facebook il consigliere di Forza Italia si difende, pubblicando il resoconto del suo intervento in Aula, dal quale si evince che non ha detto galline in fuga ma «galline alla riscossa». Evidentemente, per Trischitta, l’offesa suscitata dipendeva dalla frase “in fuga” e non dalle definizione di galline con cui ha apostrofato le colleghe donne. E comunque il titolo del film d'animazione a cui ha fatto "simpaticamente" (si fa per dire) riferimento nel suo interevento è "Galline in fuga"…

La presidente del Consiglio Comunale Emilia Barrile fa sapere che, nel preciso frangente in cui Trischitta pronunciava quelle parole, lei era momentaneamente assente e presiedeva il suo vice, Nino Interdonato. Solo al suo rientro ha appreso dell’accaduto e alla fine dei lavori ha bacchettato non solo Trischitta ma tutti colleghi che con comportamenti arroganti cercano di imporsi sulle consigliere donne

10 commenti

  1. La colpa non è sua ma di chi continua a votarlo. Perchè non metterlo in un pollaio?

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  2. La colpa non è sua ma di chi continua a votarlo. Perchè non metterlo in un pollaio?

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  3. solidarietà alle donne in consiglio comunale….comunque non prendetevela…è nato così….speriamo piuttosto che la ricerca trovi la cura giusta.

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  4. solidarietà alle donne in consiglio comunale….comunque non prendetevela…è nato così….speriamo piuttosto che la ricerca trovi la cura giusta.

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  5. Non mi sorprende e si capisce meglio il livello culturale con cui bisogna ancora oggi fare i conti, specialmente nella nostra città.

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  6. Non mi sorprende e si capisce meglio il livello culturale con cui bisogna ancora oggi fare i conti, specialmente nella nostra città.

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  7. Premetto: del mio ex compagno di scuola Triscitta non condivido NULLA a livello politico spesso mi trovo totalmente in disaccordo con le sue idee e con il suo “modus operandi”, ma in questo caso – pur non condividendo la frase comunque “infelice” (come del resto molte espressioni del consigliere di minoranza) mi sembra che in questo caso si stia facendo una inutile tempesta in un bicchiere…

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  8. Premetto: del mio ex compagno di scuola Triscitta non condivido NULLA a livello politico spesso mi trovo totalmente in disaccordo con le sue idee e con il suo “modus operandi”, ma in questo caso – pur non condividendo la frase comunque “infelice” (come del resto molte espressioni del consigliere di minoranza) mi sembra che in questo caso si stia facendo una inutile tempesta in un bicchiere…

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  9. Giuseppe Manganaro 27 Novembre 2014 10:38

    Insultare e inveire è tipico di alcuni consiglieri comunali durante le sedute. Cosa avrebbero dovuto rispondere le consigliere “offese”? Magari un bel: “smettila di fare u iaddu supra a munnizza”?
    Comunque in consiglio siedono quelli “eletti democraticamente” evidentemente a chi li ha votati piacevano, piacciono e continueranno a piacere… Questa è Messina!

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  10. Giuseppe Manganaro 27 Novembre 2014 10:38

    Insultare e inveire è tipico di alcuni consiglieri comunali durante le sedute. Cosa avrebbero dovuto rispondere le consigliere “offese”? Magari un bel: “smettila di fare u iaddu supra a munnizza”?
    Comunque in consiglio siedono quelli “eletti democraticamente” evidentemente a chi li ha votati piacevano, piacciono e continueranno a piacere… Questa è Messina!

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