Referendum: da Messina parte il ricorso al Tar del Lazio, firmato da Palumbo, Bozzi, M5S e Sel

Referendum: da Messina parte il ricorso al Tar del Lazio, firmato da Palumbo, Bozzi, M5S e Sel

Rosaria Brancato

Referendum: da Messina parte il ricorso al Tar del Lazio, firmato da Palumbo, Bozzi, M5S e Sel

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mercoledì 05 Ottobre 2016 - 10:26

"Il quesito referendario non indica gli articoli revisionati, nonostante quanto prevede la normativa. E' una sorta di spot pubblicitario che inganna gli elettori". Oggi pomeriggio, alle 16.30, incontro al Palacultura

Da Messina è partito il primo ricorso per l’incostituzionalità dell’Italicum accolto da un Tribunale e da Messina parte anche il primo ricorso al Tar nei confronti del Referendum, in particolare in merito alla scheda referendaria.

I protagonisti di questa battaglia sono in gran parte gli stessi. E’ infatti l’avvocato messinese Enzo Palumbo (tra l’altro ex senatore) che dopo aver presentato il ricorso per l’incostituzionalità dell’Italicum passa alla “fase 2”, il ricorso al Tar del Lazio contro la scheda referendaria del 4 dicembre.

Insieme all’avvocato Giuseppe Bozzi (anche lui impegnato nella difesa dei ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta), nella qualità di esponenti del Comitato Liberali per il NO, ed insieme ai senatori Vito Crimi (M5S) e Loredana De Pretis (sinistra italiana-Sel), con il patrocinio dell’avvocato del foro di Roma Luciano Vasques, hanno proposto ieri pomeriggio al Tar del Lazio un ricorso contro il Decreto del Presidente della Repubblica con cui indicendo il Referendum del 4 dicembre è stato tra l’altro stabilito il quesito che deve comparire sulla scheda di votazione.

I ricorrenti lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’art. 16 della legge 352/1970, secondo cui quando si tratti di revisione della Costituzione il quesito referendario deve recare la specifica indicazione degli articoli revisionati e di ciò che essi concernono.

Invece il quesito predisposto per il 4 dicembre, su proposta del governo, oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati alla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati, come la nuova modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di nomina parlamentare, si limita a riprodurre il titolo del ddl di revisione che peraltro riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il cosiddetto contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni).

“A parere dei ricorrenti-si legge- il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di spot pubblicitario tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante a favore del governo che ha preso l’iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini che non meritano di essere ingannati in modo così plateale”.

In sintesi i ricorrenti sostengono che il rischio, con il quesito così predisposto è che gli italiani prendano “lucciole per lanterne”, non avendo ben chiari gli articoli revisionati e le conseguenze.

Il ricorso al Tar del Lazio, che dovrà adesso fissare l’udienza, potrebbe avere conseguenze di enorme portata sul referendum già fissato per il 4 dicembre.

Ne sono consapevoli i protagonisti che peraltro nella giornata di ieri, 4 ottobre, avrebbero dovuto esporre le loro tesi sul ricorso all’Italicum davanti ai giudici della Corte Costituzionale per l’udienza fissata nei mesi scorsi.

Invece, a sorpresa, ed in modo strettamente legato alle polemiche sul Referendum, la Consulta ha rinviato l’udienza. L’eventuale sentenza sull’Italicum infatti avrebbe inciso, e tanto, sullo svolgimento del Referendum stesso.

La notizia del ricorso al Tar è emersa nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’incontro “Costituzione Bene comune”, organizzato dal Comitato per il No ed alla presenza del presidente benemerito della Corte Costituzionale Ugo Di Siervo e che si terrà nel pomeriggio con gli interventi dell’ex senatore Palumbo e del professore Angelo Sindona.

A moderare i lavori il giornalista Mario Cavaleri che si è soffermato su una serie di aspetti caratterizzanti di una classe politica che ormai, come “vicenda ponte docet”, non hanno più alcuna credibilità.

“Ieri avremmo dovuto esporre le nostre tesi davanti alla Consulta- ha commentato l’ex esponente del partito liberale ed ex assessore Pippo Rao- nell’ambito di un ricorso che ha visto accettare ben 6 nostri rilievi d’incostituzionalità dell’Italicum su 13. La sentenza avrebbe chiarito molti aspetti di quel combinato Italicum-Riforma che riteniamo preoccupanti. Così non è stato, l’udienza è stata rinviata. Ma non ci arrendiamo”.

Ed infatti ecco il ricorso sulla scheda referendaria che impone anche una riflessione attenta su come le parole abbiano un peso anche quando non vengono messe nere su bianco (e appunto ci sarà un perché…..)

“Questa riforma è contestabile sotto diversi aspetti- ha detto Palumbo- sia per il chi l’ha proposta, il presidente del Consiglio che è colui che all’insediamento giura lealtà nei confronti della Costituzione stessa, sia per le modalità di predisposizione, con un procedimento infarcito di minacce e a colpi di fiducia, sia per gli effetti che provoca anche sulla forma dello Stato. Il rischio è passare da una Repubblica parlamentare ad una Repubblica in mano ad un leader”.

Sui contenuti della riforma e sul perché votare no si è soffermato il presidente emerito De Siervo, che interverrà all’incontro di oggi alle 16.30 al Palacultura.

“Attenti, siamo tutti d’accordo per l’abolizione del Cnel piuttosto che delle ex Province ma il punto non è questo. Il punto è che piccole revisioni vengono messe insieme ad altre pericolosissime. Sull’abolizione del Senato viene detto che sarà sostituito con una Camera di rappresentanza delle Regioni per dar più potere alle stesse in un momento in cui lo perderanno. Bene, peccato però che in base alla riforma il nuovo Senato non avrà alcun potere su quelle Regioni. Ha solo funzione consultiva nei confronti dell’unica Camera che prenderà le decisioni. Ci viene detto che sarà velocizzato il procedimento legislativo. Non è così neanche per questo caso. Il procedimento legislativo è lento a causa dei politici, del sistema politico. Ad esempio la legge sul finanziamento pubblico ai partiti è stata fatta in 3 giorni. Quindi si può essere veloci se si vuole….”.

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. “…dei ricorrenti messinesi…” Ora, mi dovete perdonare, ma chiederei a questi s….ignori ricorrenti, n’avemu ca..i a Messina per fare ricorsi??!! Giusto giusto pensate all’italicum? Ma per cortesia…..acqua, spazzatura, una città allo sbando totale è loro pensano…..all’italicum. On.le Pisciazza salvaci tu..!

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  2. “…dei ricorrenti messinesi…” Ora, mi dovete perdonare, ma chiederei a questi s….ignori ricorrenti, n’avemu ca..i a Messina per fare ricorsi??!! Giusto giusto pensate all’italicum? Ma per cortesia…..acqua, spazzatura, una città allo sbando totale è loro pensano…..all’italicum. On.le Pisciazza salvaci tu..!

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  3. non ho ancora deciso se andare a votare,ma vista l’età dei ricorrenti mi sorge il dubbio che il NO serve a questi signori per NON mollare le posizioni acquisite.

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  5. Ogni tanto un orgoglio per essere nati in questa città.

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  6. Ogni tanto un orgoglio per essere nati in questa città.

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  7. Resto senza parole. Allora, adottando lo stesso concetto, chi se ne frega di Messina? Io ho i miei problemi a casa e dovrei pensare che la città è sporca, manca l’acqua ed è allo sbando totale? Siamo seri. Il referendum è importante per l’Italia, per i nostri figli, per il nostro futuro. Dispiace che ci siano persone che non lo capiscono. e… al referendum, VOTO NO!!!

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  8. Resto senza parole. Allora, adottando lo stesso concetto, chi se ne frega di Messina? Io ho i miei problemi a casa e dovrei pensare che la città è sporca, manca l’acqua ed è allo sbando totale? Siamo seri. Il referendum è importante per l’Italia, per i nostri figli, per il nostro futuro. Dispiace che ci siano persone che non lo capiscono. e… al referendum, VOTO NO!!!

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  9. Fuori tema sig. Caliri. I “nostri si occupano di problematiche pubbliche (come il referendum) ed allora mi sembra giusto replicare che a Messina a proposito di problematiche pubbliche ne abbiamo da vendere. Cosa c’entrano i problemi a casa? Per il resto ritengo queste persone essere al di fuori della realità che li circonda, ripeto: nn’avemu ca..i a Messina, altro che referendum….!!

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  10. Fuori tema sig. Caliri. I “nostri si occupano di problematiche pubbliche (come il referendum) ed allora mi sembra giusto replicare che a Messina a proposito di problematiche pubbliche ne abbiamo da vendere. Cosa c’entrano i problemi a casa? Per il resto ritengo queste persone essere al di fuori della realità che li circonda, ripeto: nn’avemu ca..i a Messina, altro che referendum….!!

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