I rischi dell'accorpamento obbligatorio dei laboratori d'analisi in Sicilia

I rischi dell’accorpamento obbligatorio dei laboratori d’analisi in Sicilia

I rischi dell’accorpamento obbligatorio dei laboratori d’analisi in Sicilia

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domenica 09 Settembre 2012 - 08:45

Un lettore di Tempostretto segnala le distorsioni conseguenti alle nuove norme in materia di organizzazione dei laboratori d'analisi che penalizzano, scrive Depetro, sia gli utenti che gli operatori.

Certo che mi arrabbio da la possibilità di manifestare tutta la mia contrarietà nei confronti dell’assessore alla salute Russo, che pretende, a mandato miseramente scaduto, di imporre ai cittadini e ai laboratoristi clinici privati un cambiamento sostanziale della sanità siciliana, ai primi vietare la libertà di scegliere il laboratorio dove farsi analizzare il sangue, ai secondi la libertà di consorziarsi volontariamente. Con il decreto assessoriale di agosto, che dà istruzioni sull’accorpamento dei laboratori, pubblicato nonostante le forti perplessità delle Commissioni Sanità e Bilancio, e di gran parte dei deputati di palazzo dei Normanni, si da un colpo mortale ad un capitolo luminoso della storia della sanità siciliana, quello della rete diffusa di laboratori di analisi, a misura di persona, che fin dagli anni sessanta ha colmato il vuoto del servizio pubblico, contribuendo non poco alla cultura della prevenzione. Queste strutture sanitarie private, sono caratterizzate dalla velocità e precisione della diagnostica di laboratorio, ne sono testimoni anzitutto i medici di famiglia, hanno attivato prima delle imposizioni di legge, controlli interni ed esterni, affidandosi a importanti Istituti di ricerca, ma tengo a sottolineare la cura del rapporto umano, il paziente è un nome e la sua fisionomia con cui commentare i dati analitici, che poi i medici utilizzeranno per fare una diagnosi chiara e precisa. Una storia che conosco bene, ha accompagnato per trent’anni la vita professionale di mia moglie, dal pipettare fino alla più alta e sofisticata automazione, ma che conoscono la stragrande maggioranza dei siciliani che ancora oggi scelgono i 460 laboratori intenzionati a mantenere la loro identità. Oggi con la riorganizzazione della rete, voluta da Russo e Lombardo, volta a centralizzare l’attività dei laboratori che non raggiungono centomila prestazioni entro il 2012 e duecentomila nel 2014, si obbligano a consorziarsi per diventare punti prelievi del sangue, lo fa con un monstrum giuridico, un decreto assessoriale non può stravolgere la vita di cittadini e professionisti.E’ una delle conseguenze dello sperpero nella sanità pubblica, che colpisce un settore privato sano, sia sotto l’aspetto finanziario che professionale, diffuso territorialmente alla stregua di un presidio sanitario, come le farmacie o i medici di famiglia. In questa vicenda ci sono colpevolmente degli assenti, i sindacati che firmano il contratto nazionale degli studi professionali, utilizzato per inquadrare i dipendenti, con questa riorganizzazione saranno in discussione molti posti di lavoro, si provocherà conflitti tra i dipendenti dei diversi laboratori consorziati e con le proprietà, e si sa come finiscono i conflitti, davanti a un giudice del lavoro. Spero di rappresentare con il mio commento i tanti cittadini, anzitutto anziani, che hanno in queste strutture sanitarie un punto di riferimento sicuro, piccole per numero di prestazioni ma grandi per l’apporto che danno alla tutela della salute dei messinesi. Non possiamo consentire a Russo e Lombardo di privarci della libera scelta di fare l’analisi del sangue dove vogliamo, sarà per molti elettori una discriminante per la scelta del futuro Governatore della Sicilia.

Antonino Depetro.

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