Dopo la ristrutturazione, torna in attività l'Accademia dei Pericolanti

Dopo la ristrutturazione, torna in attività l’Accademia dei Pericolanti

Sara Faraci

Dopo la ristrutturazione, torna in attività l’Accademia dei Pericolanti

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martedì 15 Gennaio 2013 - 12:22

La restaurazione della storica sede dell'Accademia dei Pericolanti, al piano terra del plesso centrale dell'Università, secondo il progetto dell'architetto Umberto Giorgio, ha riportato in vita il centro di studio. Svariate le branche del sapere approfondite al suo interno e celebrate durante l'inaugurazione di sabato pomeriggio dal prof. Francesco Tomasello

Torna ad essere punto di riferimento dell’eccellenza culturale messinese, l’Accademia Peloritana dei Pericolanti. La storica sede, infatti, restaurata e arricchita dalla presenza di opere rare e pregiate, oltre che da un vasto patrimonio librario, è stata inaugurata sabato scorso dal Rettore dell’Università di Messina e Presidente de jure, prof. Francesco Tomasello, al termine del convegno di medicina, bioetica e teologia riguardante il fenomeno delle “guarigioni inspiegate”.

L’evento ha, tra l’altro, costituito una intensa occasione di ricordare l’ampio ventaglio di branche di sapere accolte da ben 284 anni all’interno del centro di studio: dalla giurisprudenza alla medicina, dalla letteratura alla filosofia e alla filologia, passando per le arti e le scienze.

Un panorama piuttosto eterogeneo che ha reso l’Accademia dei Pericolanti un punto focale di alta cultura sia in Italia che all’estero. Una grande storia che affonda le sue radici nel 1729, quando, l’8 agosto,fu fondata, grazie all’autorizzazione del Vicerè di Sicilia, in reazione alla “vendetta” spagnola che per punire la città della sua ribellione, aveva chiuso gran parte delle sedi di cultura allora esistenti.

Rimangono intatti il fervore delle attività di ricerca e sperimentazione e la consapevolezza che – come secondo le parole di Carlo Vitali, richiamate da Tomasello durante l’inaugurazione – la ricerca della verità è un’operazione pericolosa come quella del “nocchiero” che “nel mare tra Scilla e Cariddi pericola sempre”.

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