Concordato da sistemare, il Tribunale concede un altro mese a Messinambiente

Concordato da sistemare, il Tribunale concede un altro mese a Messinambiente

Concordato da sistemare, il Tribunale concede un altro mese a Messinambiente

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venerdì 12 Gennaio 2018 - 17:08

Nell'udienza con i creditori per approvare o bocciare il piano da 30 milioni con cui Messinambiente intende pagare i suoi debiti, il giudice ha accolto la richiesta di rinvio al 9 febbraio

Un rinvio. La nuova data che Messinambiente segna in rosso sul calendario adesso è quella del prossimo 9 febbraio. C'è dunque quasi un mese di tempo in più per affinare tutte le procedure del concordato di fronte ai propri creditori. Oggi infatti era stata fissata l'assemblea convocata dal Tribunale con tutti i creditori con cui Messinambiente si impegna ad onorare i suoi debiti nell'ambito del piano concordatario. In pratica doveva essere il giorno in cui doveva arrivare l'ultima parola sul concordato. Invece l'appuntamento è stato rinviato. In apertura dell'udienza, a cui hanno partecipato i legali delegati da Agenzia delle Entrate, Inps e creditori, il Giudice Giuseppe Minutoli ha accolto l'istanza del rinvio proposta dal legale di Messinambiente, Marcello Parrinello. Richiesta motivata dalla necessità di approfondire alcuni aspetti della proposta in corso e modificare dei passaggi che in corso d'opera la società ha deciso di cambiare, come la scelta di optare per l'usufrutto del ramo d'azienda e non per l'affitto nei confronti di MessinaServizi. Ma c'è soprattutto la questione che riguarda i lavoratori della società di via Dogali. In questi giorni difficilissimi e scanditi da polemiche durissime, con tanto di esposti e denunce depositate in Procura dai sindacati, Messinambiente ha cercato di chiudere le conciliazioni sottoposte a ogni singolo lavoratore per chiudere ogni tipo di controversia con la società in ottica concordato. Il nodo caldo è stato quello riguardante soprattutto il Tfr, oltre alla parte dei contenziosi per gli 80 dipendenti che si trovano in questa casistica. Ad oggi hanno firmato in 347 su 487. Ne mancano dunque più di un centinaio all’appello. Questi giorni in più potranno servire per riaprire la fase dedicata alle conciliazioni, ma se questi lavoratori dovessero rimanere fermi sulle proprie posizioni, Messinambiente dovrà modificare il concordato anche su questo punto, inserendo per esempio un accantonamento per il Tfr di questi lavoratori che non firmando non accetterebbero, tra le altre cose, il fatto che sarebbe il Comune a pagare il Tfr, ma solo quando si chiuderà il rapporto con MessinaServizi. Insomma, la vicenda in questo momento è abbastanza complessa.

Poi c’è anche un altro passaggio che ha un peso non indifferente. I commissari giudiziali hanno fatto rilevare che manca ancora la transazione Ato3-MEssinambiente-Comune inserita nel concordato. E’ una fetta di 9 milioni di euro, praticamente quasi un terzo dell’intero concordato. Ma questa transazione non è finora stata ratificata. Nessuno in pratica l’ha firmata. E’ stata messa in piedi, è stata votata dal consiglio comunale, ma gli attori protagonisti non l’hanno sottoscritta. Quindi anche quei 9 milioni, su 30, che dovranno arrivare da questa partita di crediti/debiti tra le due società e il Comune, sono al momento solo virtuali.

Questo mese dovrà servire ai legali, alla società e al Comune per mettere a punto questi passaggi. E magari servirà anche per recuperare un po’ di serenità sul fronte dei lavoratori, visto che in questi giorni la firma delle conciliazioni è avvenuta sotto la pressione dell’appuntamento in Tribunale di oggi. Si doveva firmare necessariamente entro oggi. L'ipotesi di un rinvio non era stata presa in consideraizone. E sui lavoratori si è concentrata la responsabilità di quello che oggi poteva essere il responso sul fallimento, dell'ipotesi di un'interruzione dei servizi se oggi l'udienza fosse andata male, si è tirato in ballo di un rischio per gli stessi posti di lavoro.

Francesca Stornante

Un commento

  1. Chi lascia la via maestra e imbocca una “trazzera” rischia di fare ancora più danni. Perché mi chiedo la nuova società dovrebbe fare meglio della precedente se ne è una copia peraltro con ancor più addetti?

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