Alessandro Parisi, dopo 7 anni, è di nuovo del Messina. La sua voce rotta dall’emozione

Alessandro Parisi, dopo 7 anni, è di nuovo del Messina. La sua voce rotta dall’emozione

Marco Ipsale

Alessandro Parisi, dopo 7 anni, è di nuovo del Messina. La sua voce rotta dall’emozione

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martedì 13 Ottobre 2015 - 11:33

Sabato prossimo potrà scendere in campo con la maglia del Messina, a tre anni di distanza dalla squalifica nell’ambito del calcioscommesse. Tra amarcord e il presente, i sentimenti di un calciatore che torna dove ha vissuto gli anni più belli della sua carriera

Il tempo si è fermato lì, a quel 25 maggio 2008, penultima giornata del campionato di serie B. Il fischio finale di Messina-Lecce segnerà l’ultima presenza in maglia biancoscudata di Alessandro Parisi, dopo due stagioni in serie B e tre in serie A. Un totale di 142 presenze e 25 reti che hanno fatto entrare Parisi nella storia del calcio messinese, insieme ai compagni che contribuirono alla promozione in serie A e al raggiungimento di tante soddisfazioni in massima serie, a partire dal settimo posto del primo anno. Il 17 novembre 2004 arrivò anche l’esordio in nazionale, proprio nel suo stadio, nell’amichevole vinta per 1-0 contro la Finlandia.

Anni da sogno, infranti quando il Messina non si iscrisse al campionato di serie B 2008-2009 e Parisi fu costretto ad andare via e a continuare i suoi successi personali altrove. Nei quattro anni successivi ha collezionato altre due promozioni dalla B alla A, la prima col Bari e la seconda col Torino, ed altri due tornei di massima serie in Puglia, sempre da protagonista.

La sua carriera si ferma il 3 agosto 2012, quando patteggia una squalifica per lo scandalo del calcioscommesse, in merito ad alcune partite del Bari. A 35 anni compiuti, chiunque avrebbe mollato. Parisi, invece, dopo due anni da fermo, ha ripreso ad allenarsi l’anno scorso col Messina, pur senza poter mai scendere in campo a causa della squalifica che è terminata domenica scorsa.

E’ il direttore sportivo Christian Argurio ad introdurre la conferenza stampa di presentazione. “Siamo felici di aver fatto questo percorso insieme. Alessandro faceva già parte della nostra famiglia ma adesso siamo ancora più orgogliosi di avere a disposizione un calciatore così importante che ha dato tanto e sono convinto darà ancora tanto al Messina. Ha un forte senso di appartenenza alla città e potrà fare benissimo in campo, perché ha la forma di un ventenne, ma è già un punto di riferimento anche al di fuori. Pensiamo che possa darci una mano anche in termini di gol e se dovesse raggiungere un certo numero parleremo di determinate cose…”.

Poi la scena è tutta per lui, che preferisce affidare i pensieri ad una lettera, con la voce rotta dall’emozione e qualche lacrima che scende giù (VEDI ARTICOLO A PARTE). E’ più facile rispondere alle domande dei giornalisti, che ripercorrono sia i momenti bui sia quelli felici del passato.

IL RITORNO A MESSINA

“Sono felicissimo di essere nuovo qui. Da quando sono andato via e pensavo alla fine della carriera il mio desiderio era quello di poter ritornare un giorno dove ho avuto tutto e ho raggiunto traguardi sportivi e nella vita. Le vicissitudini che ho passato hanno amplificato in me la voglia di finire sul campo e non fuori. Stimoli immensi mi hanno portato a sognare di finire la mia carriera con la maglia giallorossa”.

IL CALCIOSCOMMESSE

“Ho pagato in questa vicenda e nella vita a causa del mio carattere troppo permissivo. Farò tesoro dei miei errori e non permetterò più a nessuno di abusare della mia bontà. All’inizio pensavo che tutto fosse finito e di non aver più la possibilità di continuare a giocare. Mi sono dedicato alla mia famiglia, che ha anche vissuto dei problemi per tutta questa storia. Poi Vincenzo Lo Monaco mi ha dato un briciolo di speranza e oggi posso esaudire il desiderio che era anche di mia moglie e dei miei figli”.

L’ANNO SCORSO FUORI DAL CAMPO

“Quando le cose non vanno non si vive bene. C’era chi voleva fare ma non bastava. Troppe difficoltà da tutti i punti di vista, mancava armonia e fiducia reciproca. Senza un obiettivo comune non c’è futuro. Quei risultati negativi potevano anche far sì che il mio desiderio di tornare in campo in una partita ufficiale non si avverasse perché quella gestione non portava a nulla. Non si può lavorare in quel modo, si rischiano figure di…”.

IL PASSATO NEL MESSINA, IL PRESENTE E IL RAPPORTO CON DI NAPOLI

“A Messina ho passato anni bellissimi, in campo e fuori. Ricordo i gol su punizione, i più belli forse a Cagliari e con l’Atalanta ma ce ne sono stati anche altri simili. Quest’anno l’obiettivo è di allenarmi giorno dopo giorno e meritarmi ogni minuto che scenderò in campo, sperando di ottenere soddisfazioni. Sono pronto dal punto di vista mentale, ho le giuste motivazioni ma le partite ufficiali sono un’altra cosa. Mi alleno tanto come gli altri, se non di più, e lavorerò per essere all’altezza di un gruppo che ha grande voglia di lottare. La mia strada si incrocia con quella di Arturo, che però oggi ritrovo sotto un’altra veste, con grande sorpresa. Nonostante tutto quello che se ne dicesse da giocatore, ho visto un allenatore motivato, per niente superficiale, che ci tiene alle regole, al lavoro duro, e trasmette uno spirito vincente. Non dico che da giocatore non fosse così ma aveva quel modo sbarazzino tipico di tutti”.

IL RUOLO IN CAMPO

“Non gioco una partita ufficiale da tre anni e bisognerà vedere quello che riuscirò a dare in campo. Quando giochi da terzino, hai bisogno di spinta e non credo di poter fare la differenza come ho fatto qualche anno fa. Mi sento pronto per dare una grossa mano e sentirmi importante per il gruppo da difensore centrale. Poi dipenderà anche dalle partite, valuterà l’allenatore”.

IL CAMPIONATO DEL MESSINA

“Ho vinto diversi campionati di serie C e serie B, oltre ad aver fatto cinque stagioni in A. A prescindere dalla categoria, ho avuto la fortuna di lavorare con persone che ti danno una mentalità vincente. Quest’anno siamo partiti dal nulla ma vedevo la grande voglia della società e dell’allenatore che mi hanno fatto credere in qualcosa di buono. A maggior ragione, da quando è arrivato il direttore Argurio, ci siamo guardati dicendoci che c’era tanto da lavorare per creare basi dignitose e non sfigurare davanti a chi come noi ama questa città. Con i sacrifici della società, dell’allenatore, dei direttori e dei giocatori siamo arrivati ad oggi. In questo gruppo ci sono uomini che vogliono sempre superare con umiltà i propri limiti e crescere ogni giorno, nonostante il pochissimo tempo avuto a disposizione”.

(Marco Ipsale)

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