Variante al Prg, nella relazione spunta il No Ponte: sarà scontro in Consiglio

Variante al Prg, nella relazione spunta il No Ponte: sarà scontro in Consiglio

Rosaria Brancato

Variante al Prg, nella relazione spunta il No Ponte: sarà scontro in Consiglio

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lunedì 05 Febbraio 2018 - 05:24

I consiglieri pro Ponte sono pronti ad alzare le barricate: "Non è il Salvacolline la sede per decidere sul Ponte". La Commissione fa fretta all'Aula sulla Variante ma dimentica il Piau.....

La Salvacolline entro fine febbraio potrebbe approdare in Consiglio comunale ma le avvisaglie di scontro sono già nell’aria e non solo per la fretta che l’assessore De Cola e la Commissione urbanistica comunale sta mettendo all’Aula per votare. A far saltare sulla sedia molti consiglieri infatti è stata la lettura della relazione generale alla delibera della Variante al Prg, firmata dall’assessore all’urbanistica Sergio De Cola e dal dirigente del Dipartimento Vincenzo Schiera. Tra le righe dedicate alla zona Q, quella per la quale vale l’assoluta inedificabilità c’è infatti un NO AL PONTE definito poeticamente come un mostro marino. Un no che non va giù ai consiglieri pro-ponte e che non considerano la “Salvacolline” né tantomeno una Variante parziale, la sede ideale per decretare il de profundis dell’opera. In questo contesto s’inserisce anche il semaforo rosso che la stessa Commissione urbanistica ha fatto scattare per il PIAU.

Ma vediamo come il NO PONTE, spunti dentro il “Salvacolline”.

Secondo quanto De Cola ha detto in questi anni la Salvacolline è una Variante parziale, che interessa quindi una piccola parte del territorio. Nei fatti coinvolge tutta la città e tematiche d’interesse collettivo per i prossimi decenni.

Da qui la prossima levata di scudi del Consiglio comunale. “Sul Ponte decide la città”, dichiara Giuseppe Santalco che sulla Variante ha organizzato lo scorso gennaio un importante incontro con tutte le categorie coinvolte.

Vediamo cosa scrive nella relazione il dirigente del dipartimento Schiera a proposito della zona Q (inedificabile) e che riguarda l’area di Ganzirri e Torre Faro divorata dal cemento a scapito della natura: “ il luogo dove troviamo molte delle nostre eccellenze ambientali: la laguna con i laghetti salmastri e l'ingegnoso sistema dei canali , il villaggio di Torre Faro, le spiagge, le dune di Capo Peloro e qui' immergendosi nel blu topazio le grandi e popolate praterie di posidonia oceanica e più giù nelle buie profondità' un inesplorato parco archeologico tra i fondali ricchi di relitti di vascelli antichi risucchiati dai "refoli " nelle frequenti tempeste. Siamo nel punto dell'isola più prossimo al continente, sotto le rotte paleartiche millenarie dei rapaci e delle cicogne: luogo dello scontro/incontro tra i mari Tirreno e Ionio e dove ancora vive il mito dei mostri marini Scilla e Cariddi e quello letterario di Horcynus Orca. In queste terre di mare sono affiorati negli ultimi decenni mostri insulsi ed insignificanti, non mitologici ma banalmente reali che hanno inghiottito terra, sabbia, piante e alberi sopra e sotto il pantano grande e quello piccolo e poi a giro lungo la costa , persino tra le ultime vecchie case di pescatori sempre belle, modeste e giuste. Una intensa edificazione di ville e palazzine costituenti una espansione urbanistica riservata per lo più alle classi più agiate della città che una volta partita la caccia all'oro hanno cominciato a conquistarsi le posizioni migliori : una collina panoramica ,una veduta sui due mari ,un querceto sullo stretto, un uliveto sui laghi ecc… Poi si è' rimasti tutti in sospeso con la paura dell' apparizione del grande mostro marino , un gigante bianco lungo piu di 3 Km., che se si materializzasse davvero divorerebbe tutto ciò che e' rimasto. Più devastante e vorace dell' "Orcaferone ".

La conclusione è che è inevitabile un divieto totale di consumo di suolo in un ambiente che avrebbe dovuto essere tutelato come parco ma non lo è stato. Schiera conclude ricordando che il vincolo è stato posto solo sugli specchi d’acqua lasciando “scoperto” il resto e sottolinea come solo l’inserimento dello Stretto tra i siti dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità potrà evitare l’arrivo dell’Orcaferone-Ponte e il proliferare del cemento.

Sulla zona Q i consiglieri sono pronti a discutere ma sul Ponte c’è chi alzerà le barricate. Un secondo aspetto è legato alla nota che i componenti della CUC (arch. Antonino Marino, arch. Elena La Spada, dott. geologo Antonio Gambino) il 31 gennaio hanno trasmesso ai capigruppo sollecitando la “ rapida approvazione della Variante da parte del Consiglio Comunale perché può rappresentare un provvedimento importante per la salvaguardia del territorio, onde evitare che situazioni metereologiche o sismiche particolarmente intense possano causare eventi tragici come quelli di Giampilieri e Saponara. Le osservazioni emerse da più parti quali il travaso di cubatura in aree più pregiate, il timore che si possano innescare speculazioni edilizie nelle aree dell'ex ZIR e ZIS non riguardano oggi l'approvazione della Variante ma questioni da trattare nel PIAU e nel nuovo Prg. Non è corretto affermare che la Variante di Salvaguardia trasferisca una parte cospicua di cubatura in altre parti del territorio perché tale conteggio potrà essere fatto solo dopo l'adozione della Variante da parte del Consiglio. Per quanto riguarda il trasferimento di cubatura, nelle ex zone ZIR e ZIS, è da precisare che tale strumento è previsto e quantificato nel redigendo PIAU. Infatti nelle nuove zone a valle della via La Farina tra il viale Europa e il curvone ferroviario di Gazzi sarà possibile incrementare la volumetria prevista del 10% per accogliere volumetria giacente nel registro dei volumi del Comune. Registro dei volumi che accoglie sia i volumi declassati dalla Variante, i cui legittimi beneficiari abbiano fatto richiesta, sia i volumi provenienti da altre operazioni di variazione di zonizzazione richiesti dai proprietari”.

In sostanza la CUC da un lato sostiene che il problema del trasferimento delle cubature dalle colline non è tematica da affrontare nell’ambito della Variante ma del PIAU, dall’altro ammette che il PIAU stesso prevede l’utilizzo delle volumetrie nelle zone a valle. Un po' come se la mano destra non dovesse sapere cosa fa la sinistra.

La Commissione però sorvola sul fatto che proprio sul PIAU il 23 gennaio, quindi 7 giorni prima di questa nota, ha detto no esprimendo forti perplessità proprio in merito all’eccessiva previsione edilizia (leggi qui l’articolo).

Nonostante tutte queste incoerenze la Cuc nella nota del 31 gennaio conclude: “Riteniamo che il Consiglio Comunale abbia tutte le competenze per deliberare sulla sola Salvaguardia Ambientale, strumento che registra in modo asettico le criticità presenti nel nostro territorio e che sarà la base per le ben più importanti scelte urbanistiche contenute nel Piau e nel nuovo Prg

In questo contesto s’innesta anche l’indiscrezione che circola da settimane e che vorrebbe prossimo ad un trasferimento il dirigente Schiera (che sul Piau non ha mai nascosto le sue perplessità) per affidare la corposa vicenda Variante al Prg al dirigente Cardia. Le sue note evidentemente non sono andate giù e c’è chi chiede la sua testa.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. un poeta ………..

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  2. unmessinesequalunque 5 Febbraio 2018 11:31

    Ancora a litigare per sto ponte… Inutile stare a fare discussioni tanto alla fine sarà lo stato a decidere e non saremo certo noi o Accorinti o chiunque altro ad incidere. Così come l’alta velocità in Val di Susa o altre opere in giro per l’Italia, la decisione sarà solo statale se non Europea, se per le autorità sarà un opera vantaggiosa verrà fatta altrimenti no. inutile illudersi di contare qualcosa in tale situazione.

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  3. ORMAI CI AVETE ROTTO LE BAL………. O I MARONI. IO VOGLIO IL PONTE DI WATERLOO DOMANI TU NON CI SARAI, IL PONTE A BASAN DE GRAPA DOVE CI DEMMO LA MANO, IL PONTE DEI SOSPIRI, NON QUESTA PRESA IN GIRO PER MENTI AL DI SOTTO DI 80 Q.I.

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