Ardizzone: "La fusione con il Neurolesi non salva il Pronto soccorso. Ecco come fare"

Ardizzone: “La fusione con il Neurolesi non salva il Pronto soccorso. Ecco come fare”

Rosaria Brancato

Ardizzone: “La fusione con il Neurolesi non salva il Pronto soccorso. Ecco come fare”

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venerdì 24 Luglio 2015 - 11:58

Il Pronto soccorso del Piemonte, in base all'intesa siglata tra Papardo e Neurolesi è a rischio chiusura. "Basta fumo negli occhi- dichiara il presidente dell'Ars Ardizzone- La soluzione c'è: trasferire il nosocomio all'Asp fino al dicembre 2016. Si convochi un tavolo tecnico alla Regione con i tre manager per salvare davvero l'emergenza urgenza e la mission dell'ospedale".

Non ho partecipato al taglio del nastro di quel che altri hanno definito polo oncologico, e abbiamo visto com’è finita, men che mai adesso voglio tagliare il nastro di un polo riabilitativo che non avrà il Pronto soccorso.” In una città che ha la memoria a km zero il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone si spoglia del ruolo istituzionale e recupera dall’album dell’ultimo decennio le ferite della sanità messinese, le “incompiute”, ovvero il caso del polo dell’eccellenza oncologica al Papardo e il caso dell’ex Regina Margherita, per arrivare infine alla vicenda Piemonte- Neurolesi ed a spiegare perché il ddl in esame all’Ars comporterebbe, prima o poi, la chiusura del Pronto soccorso.

Sventolando la rassegna stampa degli anni scorsi ricorda: “Il 22 maggio del 2002 i titoli dei giornali erano: nasce a Messina il polo d’eccellenza oncologico. Già nel 2006 quei titoli erano scomparsi e nell’aprile del 2012 l’allora assessore regionale alla sanità Massimo Russo tagliò il nastro di quello che è stato solo il frutto di un patto tra Policlinico e Papardo per non perdere un primariato e mantenerne due, uno per nosocomio. Ebbene, a distanza di altri 3 anni, oggi c’è una lettera che il direttore generale del Papardo Michele Vullo inviata all’assessore Gucciardi nella quale a proposito dell’oncologico si definisce un contesto da danno erariale a fronte di una spesa di 40 milioni di euro. Altro che taglio inaugurale. Nel 2012 non partecipai al taglio di quel nastro e protestai, totalmente inascoltato. Quello non era e non è un polo oncologico. E il polo riabilitativo che si vuol realizzare non avrà il Pronto soccorso perché così è scritto nell’intesa siglata tra le due aziende. Ed io non parteciperò a questo nuovo taglio del nastro che sarà fumo negli occhi”.

Il dg del Papardo Vullo, nella nota trasmessa all’assessore alla sanità evidenza un contesto in cui “alcuni mesi dopo l’insediamento abbiamo trovato dispositivi medici ed arredi ammassati in angusti locali mai inventariati e mai utilizzati con danno erariale”. Sulla nota di Vullo torneremo (anche perché il manager punta il dito su alcuni politici, sui sindacalisti della Uil e sulle testate on line) ma il caso di quello che doveva essere polo d’eccellenza e si è tramutato in reparto è stato preso ad esempio da Ardizzone per fare un parallelo con il Piemonte.

“Vicenda analoga per il Margherita- ha continuato il presidente dell’Ars- Nel 2003 c’era un projec financing, dieci anni dopo l’assessore regionale pensa di venderlo ed ancora oggi non sappiamo quale destino avrà. Io un’idea ce l’ho, un polo culturale, e presentai anche un ordine del giorno all’Ars”.

Dall’oncologico al Margherita si arriva al Piemonte-Neurolesi ed al ddl per la fusione per il quale l’assessore Gucciardi ha chiesto due settimane per conoscere le carte.

Ardizzone (vedi articolo allegato) alla luce del protocollo siglato tra Papardo e Neurolesi invita tutti alla riflessione. “Non sono un medico né un tecnico, ma so leggere e se il protocollo si conclude con questa frase: l’Irccs, d’intesa con l’assessorato dovrà modificare la destinazione dei posti letto in relazione a nuove esigenze legate alla mission aziendale ed alla programmazione regionale, capisco due cose. La prima è che la modifica è un obbligo, infatti dice “dovrà” e non potrà e la seconda è che la mission dei Neurolesi è la riabilitazione, pertanto il Pronto soccorso non è contemplato. Non gettiamo il fumo negli occhi, questa legga non salva affatto il Pronto soccorso. Ha fatto bene il Neurolesi a cercare spazi, perché è un’eccellenza da non perdere. Ha in attivo 82 posti, gliene sono stati assegnati dalla programmazione 155, ne deve trovare altri 73 e giustamente ha pensato al Piemonte.Ma non possiamo per questo sacrificare il Pronto soccorso”.

La proposta di Ardizzone tiene in considerazione anche i limiti imposti dal decreto Balduzzi che impone l’eliminazione di tutti i doppioni (in questo caso tra Papardo e Piemonte) e che si stanno già attuando. L’idea, portata avanti anche in Consiglio comunale dal gruppo Udc con un ordine del giorno impallinato dai colleghi del Pd, è quella di trasferire il Piemonte all’Asp fino al 31 dicembre del 2016 (scadenza indicata dal Balduzzi) mantenendo così il Pronto soccorso e l’emergenza e poi dal 1 gennaio 2017 decidere le fasi successive.

“Nel frattempo, e ne ho già parlato con l’assessore, si dovrà riunire un tavolo tecnico con i tre direttori generali, Vullo, Aliquò, Sirna, per trovare la soluzione migliore. Esistono già nella programmazione regionale 31 posti letto per la riabilitazione all’azienda Papardo-Piemonte. L’Irccs potrebbe puntare su quelli. Non sono contrario ad alcun accordo, sono contrario al fumo negli occhi. La soluzione dovrà essere tecnica ma non può prescindere dal mantenere il Pronto soccorso così come è oggi”. Secondo l’esponente centrista anche il Margherita dovrebbe rientrare in una logica di dibattito complessiva sui presidi sanitari, trovando un’intesa sempre con l’Asp che ne detiene la proprietà.

I riflettori quindi sono tutti accesi sul protocollo siglato a maggio mentre già il ddl era in corso sin da dicembre, una norma nata da un’intesa siglata da tutti nel novembre 2014 e poi a quanto pare trasformata strada facendo, quando si è trattato di ufficializzare i passaggi tecnici, quelli più delicati.

“Fare luce al più presto sul contenuto del protocollo d’intesa del 20 maggio scorso tra Papardo-Piemonte e IRCCS”. A chiederlo, dopo la conferenza stampa è la Cisl di Messina. “Non viene rispettato l'accordo raggiunto tra le due aziende, il sindacato, il comitato e l’ordine dei medici che era e resta quello del mantenimento del Pronto Soccorso, dell’emergenza-urgenza e del numero dei posti letto. Lo stesso disegno di legge non rispetta gli accordi di base”. Per la Cisl l'Irccs deve essere un’implementazione migliorativa. Gli accordi raggiunti tra aziende, sindacati e comitato, il protocollo d’intesa e il disegno di legge per la Cisl devono essere armonizzati nella direzione della difesa dell'Ospedale Piemonte. “Ardizzone – conclude il sindacato- parla di trasferimento all'Asp ma la riforma Balduzzi fissa al 31 dicembre 2016 ogni valutazione sul mantenimento e accorpamenti delle strutture sanitarie, quindi non c'è necessità di correre. Serve chiarezza e una strategia propositiva, non dismissiva, senza tavoli separati o accordi parziali e contraddittori. Serve un accordo complessivo con tutte le parti in causa”.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Ardizzone ,lascia stare l’ospedale ,devi fare andare Crocetta a casa e dimostrare ogni tanto, che sei un politico non ama la poltrona e i soldi facile della regione.
    Il Piemonte non chiude se dovesse chiudere il viale Europa sarà occupato ad oltranza da noi cittadini.

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  2. Ardizzone ,lascia stare l’ospedale ,devi fare andare Crocetta a casa e dimostrare ogni tanto, che sei un politico non ama la poltrona e i soldi facile della regione.
    Il Piemonte non chiude se dovesse chiudere il viale Europa sarà occupato ad oltranza da noi cittadini.

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  3. Caro On. Picciolo, ritengo, che dopo aver letto l’articolo le resta una sola cosa da fare “dimettersi”. Chiunque al suo posto sentirebbe anche altri sentimenti ma Lei…. visti anche i suoi trascorsi… rossore, vergogna, ecc. Ecc.

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  4. Caro On. Picciolo, ritengo, che dopo aver letto l’articolo le resta una sola cosa da fare “dimettersi”. Chiunque al suo posto sentirebbe anche altri sentimenti ma Lei…. visti anche i suoi trascorsi… rossore, vergogna, ecc. Ecc.

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