Un concorso per riscoprire la tradizionale “cuddura di pasca cu l'ova”

Un concorso per riscoprire la tradizionale “cuddura di pasca cu l’ova”

Giovanni Passalacqua

Un concorso per riscoprire la tradizionale “cuddura di pasca cu l’ova”

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giovedì 26 Marzo 2015 - 23:10

Il dolce, di derivazione greco-ortodossa, deve il suo nome al greco “Kulloura”, che significa corona, in riferimento alla corona di spine indossata da Cristo. Appuntamento domenica 29 alle ore 15

Le tradizioni sono un patrimonio culturale fondamentale per l’identità dei numerosi piccoli paesi presenti nella provincia messinese. Nel segno della loro valorizzazione, si svolgerà il 29 marzo, nell’atrio comunale di San Pier Niceto, il I° concorso di “Cuddura di pasca cu l’ova”, organizzato dalla Pro Loco di San Pier Niceto e dalla FAPS – federazione artisti pasticceri siciliani – e dedicato al celebre dolce pasquale.

Il concorso è aperto a tutti, a patto che il dolce sia realizzato personalmente sulla base di una ricetta tradizionale. Verranno valutati l’aspetto estetico, la bontà e l’originalità del prodotto. Il termine delle iscrizioni è previsto per domenica 29 marzo alle ore 15; successivamente, si procederà alla degustazione dei lavori da parte di una giuria qualificata, e alla successiva premiazione dei primi tre classificati.

Durante la manifestazione sarà presentata la “maxi-cuddura”, realizzata dai maestri pasticceri della F.A.P.S., rappresentati dal presidente Francesco Radicchio e dal vice-presidente Giuseppe Scattarreggia. Inoltre sarà realizzato, in diretta, un dolce di zucchero artistico tirato, soffiato e stampato dal maestro Ignazio Stagno, con la collaborazione degli allievi dell’istituto alberghiero “Renato Guttuso” di Milazzo.

Il termine “cuddura” deriva dal greco kulloura, che significa “corona”; e proprio la corona per eccellenza, quella del Cristo, è rappresentata da questo dolce, che anticamente accompagnava i viandanti e i pastori nei loro spostamenti, grazie alla sua conformazione che la rendeva particolarmente comoda da portare a braccio o nel bastone. Ancora oggi, in Grecia, viene servita una cuddura realizzata con uova dal guscio rosso, che rappresentano il sangue versato da Cristo per gli uomini. In passato, la cuddura veniva chiamata anche “aceddu cull’ova”, per via dell’abitudine di realizzare alcuni di questi dolci con la forma di una colomba pasquale.

La cuddura è un prodotto da forno, realizzata con pasta di pane (e non di biscotto, come viene comunemente preparata ad oggi) e adornata da codette, zuccherini e, qualche volta, cioccolato. All’interno dell’impasto, tenute da striscette o trecce della stessa pasta della cuddura, si trovano le uova; le decorazioni caratteristiche del dolce sono realizzate secondo le tradizioni locali, e in passato avevano forti valori simbolici: ad esempio, a San Pier Niceto veniva donata al fidanzato una cuddura con 21 uova, ricambiata con un agnello di pasta reale, altro dolce simbolo della provincia tirrenica del messinese. Alcune varietà regionali sono state riconosciute Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Giovanni Passalacqua

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