San Pier Niceto,le indennità del segretario generale scatenano la guerra al Comune

San Pier Niceto,le indennità del segretario generale scatenano la guerra al Comune

Giovanni Passalacqua

San Pier Niceto,le indennità del segretario generale scatenano la guerra al Comune

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lunedì 20 Aprile 2015 - 15:05

Al centro dello scontro le indennità percepite dal segretario comunale e l'anomala vicenda che ha portato un documento, noto soltanto al Sindaco, al segretario stesso e agli uffici competenti, nelle mani dei consiglieri di minoranza

“I quesiti che ho posto a diversi organi, e le risposte ricevute, non sono un segreto e sono già state inoltrate ai consiglieri di minoranza, come loro diritto. Ma come fanno, questi stessi consiglieri, ad essere a conoscenza di un atto interno sconosciuto persino alla mia giunta?” A parlare è il primo cittadino di San Pier Niceto, Luigi Calderone, al centro di una polemica con la minoranza consiliare. Oggetto dello scontro è l'indennità percepita dal segretario comunale Francesco Scattareggia. Ma la storia presenta diverse particolarità.

La vicenda Nel luglio 2014, la prefettura di Messina scrive al sindaco, comunicando diversi cambiamenti nella legge che regolamenta le indennità percepite dai segretari comunali. Poichè il segretario Scattarreggia è titolare di diverse indennità, Calderone decide di inoltrare un quesito a 4 organi dello Stato – corte dei conti, ARAN, ragioneria dello stato e dipartimento dei funzionari pubblici –, con lo scopo di verificarne la liceità.

Allo stato attuale, solo due risposte sono arrivate in comune: quella della corte dei conti, che ha spiegato di non avere competenze in materia, e quella dell'ARAN – agenzia per la rappresentazione negoziale delle pubbliche amministrazioni – che, pur dichiarandosi anch'essa non competente, ha fornito un'interpretazione della norma, secondo la quale le indennità percepite dal segretario non sarebbero più previste dalla legge.

A questo punto iniziano le anomalie. Il 25 marzo la minoranza consiliare avanza una richiesta di accesso agli atti (con tanto di numero di protocollo): si tratta della richiesta di parere inoltrata dal sindaco alla corte dei conti e all'ARAN, e delle risposte dei suddetti organi. Gli atti citati però sono noti soltanto al sindaco stesso, al segretario comunale e agli uffici competenti. E la risposta di Calderone, inoltrata ai consiglieri lo scorso 10 aprile, fa presente l'anomalia, accompagnata dalla richiesta di specificare le modalità con cui l'atto è arrivato ai consiglieri stessi. Richiesta, ovviamente, non esaudita.

“Il quesito da me presentato e le risposte non sono segrete” – spiega Calderone – “e abbiamo già provveduto a inoltrarle ai consiglieri. Resta aperta una questione fondamentale: se dagli uffici escono, in maniera discrezionale, atti amministrativi, c'è un problema. Il diritto d'accesso di un consigliere comunale agli atti è sacro; ciò non esime il consigliere stesso, né i dipendenti comunali, dal mantenimento del segreto d'ufficio e dal rispetto del codice di comportamento. Ho già avviato un'indagine interna per capire come si sono svolti i fatti. Non è ancora chiaro se la fuga di notizie costituisca una vera e propria violazione del segreto d'ufficio; approfondiremo la questione nei prossimi giorni”.

Tuttavia, quando si tratta di soldi pubblici bisogna essere trasparenti. “É bene specificare – continua il primo cittadino – che gli emolumenti e le indennità percepite dal segretario comunale derivano da una decisione tecnica, e non politica. É l'ufficio competente a stabilirne l'entità, in base ai parametri di legge; e lo stesso ufficio, se verrà accertato che alcune indennità sono state percepite illegittimamente dal segretario, provvederà a trattenerle dalla sua busta paga fino al totale recupero della somma. Il comune non subirà alcun danno economico”.

L'antecedente Non è la prima volta che al comune di San Pier Niceto si verificano fughe di notizie. A fine gennaio, un manifesto pubblicato dall'ex vicesindaco Francesco Ruggeri – dimessosi in polemica con la sua giunta – riportava foto scattate all'interno del campo sportivo comunale, attualmente utilizzato come rimessa dei veicoli a disposizione dell'ente. Le foto mostravano roghi di rifiuti che, secondo Ruggeri, sarebbero stati volontariamente appiccati da impiegati comunali su richiesta dell'amministrazione. Ma, anche in questo caso, le modalità con cui le foto sono pervenute a soggetti esterni agli uffici comunali hanno destato sospetti nel sindaco, che ha richiesto un procedimento disciplinare per verificare lo svolgimento dei fatti. I risultati di questo procedimento hanno portato alla successiva denuncia presso i Carabinieri. La vicenda è ora al centro di un'indagine, e bisognerà aspettare per conoscerne gli esiti.

Giovanni Passalacqua

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