Ecco il ddl "Salva Papardo": accorpamento con l'Irccs- Piemonte da settembre

Ecco il ddl “Salva Papardo”: accorpamento con l’Irccs- Piemonte da settembre

Rosaria Brancato

Ecco il ddl “Salva Papardo”: accorpamento con l’Irccs- Piemonte da settembre

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venerdì 09 Febbraio 2018 - 05:36

La proposta, presentata dal deputato regionale Luigi Genovese è stata firmata da tutti i colleghi di Forza Italia. All'orizzonte del Papardo, depotenziato dal decreto Gucciardi, potrebbe esserci un "ritorno" in coppia con il Piemonte, come nel 2009.

La Rete ospedaliera targata Gucciardi aveva dato una serie di colpi d’ascia all’ospedale Papardo, causando non poche proteste per il paventato declassamento. Il nuovo assessore alla sanità, Ruggero Razza, sta rivedendo il provvedimento anche alla luce delle istanze dei territori ed ha annunciato che porterà in Commissione Ars Sanità la nuova Rete ospedaliera entro marzo.

Da qui il ddl presentato dal deputato regionale Luigi Genovese e firmato dall’intera deputazione di Forza Italia e che comporta un secondo matrimonio: dopo quello che ha comportato la nascita dell’Irccs-Piemonte, si registrerebbe l’unione, anzi il ritorno del Papardo con il presidio di viale Europa. Stavolta però con la nuova gestione Irccs. Insomma più che un matrimonio sarebbe una sorta di “triangolo” sanitario.

Il ddl “Salva Papardo” riporterebbe la situazione al periodo antecedente al 2014 quando l’ azienda ospedaliera, in base alla legge regionale del 2009, era denominata “Papardo-Piemonte”. Dal 2009 in poi si mise di mezzo il decreto Balduzzi, la gestione di Vullo, il rischio chiusura Piemonte, quindi il Salva Piemonte con la fusione con l’Irccs (grazie alla legge regionale d’ottobre 2015) ed infine la Rete ospedaliera varata dall’ex assessore Gucciardi che ha disposto una serie di tagli e di chiusure al nosocomio di contrada Papardo. Come un cane che si morde la coda siamo tornati al punto di partenza.

Il ddl presentato da Genovese, Milazzo, Calderone, Caronia, Cannata, Gallo, Mancuso, Pellegrino, Papale, Savona fa in sostanza l’operazione inversa a quella del 2015, stavolta per salvare il Papardo dal declassamento.

IL DDL

È fondamentale assicurare i servizi di primo livello ed emergenza – urgenza negli ospedali, soprattutto quelli dislocati nelle aree metropolitane, e risulta altresì cruciale l’offerta di servizi sanitari competitivi, funzionali, conformi agli standard di efficienza ed efficacia dei parametri previsti dalla rete ospedaliera nazionale e regionale. In tale prospettiva, si rende necessario un intervento che riguardi l’Ospedale “Papardo”, considerate le limitazioni che hanno riguardato la struttura, investita da un sensibile ridimensionamento di fondamentali reparti, tra i quali Neurochirurgia, Chirurgia, Malattie Infettive e Nefrologia, passate da unità operative complesse a unità operative semplici, con la conseguenziale riduzione del numero dei posti letto e del personale addetto. Sono stati chiusi inoltre importanti reparti, quali Oculistica ed Endocrinologia”.

La proposta di legge prevede quindi la modifica dell’art. 8 della legge regionale 5/2009, con il passaggio della gestione amministrativa dell’Ospedale “Papardo” all’IRCSS. L’accorpamento comporterebbe un risparmio economico per le finanze dell’attuale azienda ospedaliera dal momento che la governance sarebbe unica.

La riorganizzazione dell’ospedale “Papardo”, e l’auspicabile passaggio sotto la gestione dell’IRCCS, consentirebbe, inoltre, di ipotizzare non solo la riattivazione dei reparti, ma anche il potenziamento di quelli di degenza, evitando i rischi attualmente presenti nella gestione dell’emergenze, con trasporti continui tra “Piemonte” e “Papardo”, in particolare nei gravi casi di patologie acute cardiache o respiratorie, ed in tutte le altre ipotesi di emergenza in cui la tempistica d’intervento diviene fondamentale in termini di efficacia del risultato”.

Il ddl prevede che a decorrere dall’1 settembre 2018 la gestione e le competenze dell’Ospedale “Papardo” vengono accorpate all’I.R.C.C.S. centro neurolesi “Bonino Pulejo” di Messina, che mantiene la denominazione attuale.

I beni immobili dell’ospedale “Papardo”, provenienti dal patrimonio immobiliare originario, ovvero riscontrabile nella fase precedente alla fusione, permangono allo stesso e avranno come fine l’utilizzo della garanzia o dell’alienazione per ristrutturazione del padiglione dell’attuale sito dell’Ospedale “Papardo”.

Dal 2015 ad oggi, 3 anni dopo la scissione tra Papardo e Piemonte è stato il primo a veder peggiorare la situazione ed a richiedere, per restare in tema sanitario “un pronto soccorso” per scongiurare il peggio.

Rosaria Brancato

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