Aborti clandestini, pesanti condanne per i due ginecologi di Messina

Aborti clandestini, pesanti condanne per i due ginecologi di Messina

Alessandra Serio

Aborti clandestini, pesanti condanne per i due ginecologi di Messina

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martedì 21 Febbraio 2017 - 18:13

Sei anni e mezzo di reclusione per Cocivera, 6 anni per il primario Luppino, finiti nel maggio scorso nel mirino della Polizia dopo le denunce delle pazienti "dirottate" negli studi privati.

Sei anni e mezzo di reclusione per Giovanni Cocivera, 6 anni per Giuseppe Luppino. Sono pesanti le condanne per i due ginecologi del Papardo – Piemonte, arrestati a maggio dello scorso anno con l'accusa di praticare interruzioni di gravidanze clandestine negli studi privati, dirottando le pazienti dalla struttura ospedaliera.

Il Giudice per l'udienza preliminare le ha decise in serata, alla fine del processo abbreviato, il rito alternativo che consente agli imputati di ottenere uno "sconto" della pena, fino ad un terzo del massimo previsto per i reati contestati, previa la celebrazione del processo in questa fase di giudizio, saltando il dibattimento. Il giudice, che ha concesso loro le attenuati generiche, li ha anche interdetti dai pubblici uffici e ha dichiarato estinto il rapporto di lavoro con l'azienda.

I due restano in servizio fino a che la sentenza non sarà definitiva, previa conferma della sanzione anche nei successivi gradi di giudizio.

L'Accusa aveva chiesto una condanna lievemente più alta per Cocivera, noto in città anche per essere stato consigliere comunale, e più bassa per Luppino, primario di reparto. Il giudice non ha concesso provvisionali alle parti civili, ma ha aperto la strada per il risarcimento in sede civile.

Le difese, gli avvocati Alberto Gullino, Carlo Autru, Nicola Giacobbe e Chiara Sterrantino, annunciano il ricorso in appello.

A mettere nei guai i due camici bianchi sono state le denunce di alcune pazienti del Piemonte e gli accertamenti, condotti in parallelo dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Stradale. Accertamenti che hanno fatto emergere che entrambi dirottavano le pazienti nel loro studio privato, per praticare l'interruzione di gravidanza.

I due spingevano le pazienti allo studio privato con spiegazioni pretestuose, secondo gli investigatori, per incassare il corrispettivo di un intervento non autorizzato ed effettuato in condizioni sanitarie non garantite.

L'indagine ha rivelato anche che i medici utilizzavano illecitamente parte del materiale dell'azienda sanitaria.

Peculato, concussione e interruzione di gravidanza illecita i reati contestati a vario titolo.

Alessandra Serio

4 commenti

  1. MI DOMANDO COSA CI SIA DA DIFENDERE DI FRONTE A COSI TANTO SCHIFO E DI FRONTE ALL’EVIDENZA DEI FATTI. CARCERE E PERDITA DEFINITIVA DEL POSTO DI LAVORO . VIGE SEMPRE CHI SBAGLIA NON PAGA … SCHIFO DI ITALIA

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  2. MI DOMANDO COSA CI SIA DA DIFENDERE DI FRONTE A COSI TANTO SCHIFO E DI FRONTE ALL’EVIDENZA DEI FATTI. CARCERE E PERDITA DEFINITIVA DEL POSTO DI LAVORO . VIGE SEMPRE CHI SBAGLIA NON PAGA … SCHIFO DI ITALIA

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  3. Ma “cannaluvàri” cu è ? Cu fa o cu ci va appressu….?

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  4. Ma “cannaluvàri” cu è ? Cu fa o cu ci va appressu….?

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