Soppressione di un punto nascita, per la Fp Cgil si deve mantenere quello di Papardo

Soppressione di un punto nascita, per la Fp Cgil si deve mantenere quello di Papardo

Soppressione di un punto nascita, per la Fp Cgil si deve mantenere quello di Papardo

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giovedì 03 Ottobre 2013 - 16:35

La regione sancisce la chiusura di un punto nascita in città, la Fp Cgil, dati e normative alla mano, spiegaperché sarebbe preferibile mantenere in vita il centro materno infantile all'ospedale Papardo rispetto al Piemonte.

La Fp Cgil continua a dire no alla chiusura di uno dei punti nascita della città. Anche il Commissario dell’Azienda Papardo-Piemonte Armando Caruso, appena poche settimane fa, aveva fornito ampie rassicurazioni sul fatto che non ci sarebbe stata alcuna soppressione. Il sindacato però aveva annunciato che la guardia sarebbe rimasta alta e infatti pare che la sorpresa arrivi dalla Regione che ha determinato la nuova dotazione organica dei punti nascita.

Sulla questione intervengono oggi la segretaria della Fp Cgil, Clara Crocé, il segretario del settore Sanità, Carmelo Pagana, Antonino Trino e il Segreterio dei medici della Fp Cgil, Attilio Andriolo.

Per il sindacato, se come sembra una scelta dovrà essere fatta, quello da mantenere è il punto nascita del Papardo. «Oltre a considerare decisamente strano – affermano i sindacalisti – le posizioni opposte del commissario e della regione, segno di un evidente mancanza di dialogo, considerato l’ormai inevitabile accorpamento, riteniamo necessario che ad essere mantenuto sia il polo materno infantile del Papardo». Sebbene, infatti, rispetto al Piemonte, il numero dei parti sia minore (al di sotto dei 500 annui) ci sono una serie di altre variabili che spingono la Fp Cgil a chiedere per il mantenimento del centro nella zona nord della città.

«Il Piemonte da un paio di anni è oggetto di un lento ed inesorabile smantellamento, ma al tempo stesso – evidenziano i sindacati – è attualmente protagonista di importanti opere di ristrutturazione statico-funzionali che dovrebbero, stando alle dichiarazioni dello stesso Management Aziendale, portarlo al ripristino dei 121 posti letto previsti in pianta organica. Posti da destinare all'emergenza-urgenza, naturale vocazione del Piemonte. Su questo versante si sono profusi gli sforzi dell'Azienda che stanno ed hanno portato a dotare il Pronto Soccorso di questo presidio degli ultimi ritrovati tecnologici e soprattutto di rinnovati, anche se poco funzionali visti gli esigui spazi, locali». Alla luce della “vocazione” di emergenza-urgenza del nosocomio del viale Europa, per i sindacalisti è inutile creare qui il polo materno infantile: «E' altrettanto doveroso evidenziare – ribadiscono Crocé, Pagana Trino e Andriolo – che se ciò avvenisse tutte le nascite del territorio comunale verrebbero concentrate in 2 Km (Policlinico-Piemonte) lasciando totalmente scoperte le periferie, soprattutto quelle estreme vista l'estensione territoriale della nostra città. Cosa dire invece dei servizi da offrire alle mamme ed rispettivi bambini che nascerebbero al Piemonte? Sicuramente di qualità come finora garantiti, ma a quale prezzo? Infatti è necessario sottolineare che tutte le specialistiche sono allocate al Papardo per cui eventuali consulenze devono essere effettuate lì, trasportando i piccoli pazienti e/o le mamme con notevoli disagi e costi».

Nell’attesa di conoscere ulteriori sviluppi da parte del Commissario Caurso, la Fp Cgil ricorda il famoso progetto dell'Ospedale della Mamma e del Bambino, che di fatto, invece, alla luce del decreto assessoriale, sembra destinato ad andare in soffitta.

2 commenti

  1. puzza di bruciato 3 Ottobre 2013 17:38

    L’anomalia è mantenere il punto nascita al piemonte… A che pro un punto nascita in una struttura che serve solo come pronto soccorso.. al limite abbinare rianimazione,primo soccorso
    cardiologia e vascolare… Con gli spazi grandissimi ed inutilizzati del papardo sarebbe una garanzia per le mamme e i nascituri; per non dire i costi risparmiati.

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  2. Ci stanno scippando tutto ciò che è rimasto da scippare. Messina è diventato un grosso paese di provincia , non è più una città.

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