Il Rettore Navarra: "Bisogna investire sul capitale umano e sulla capacità progettuale"

Il Rettore Navarra: “Bisogna investire sul capitale umano e sulla capacità progettuale”

R.Br.

Il Rettore Navarra: “Bisogna investire sul capitale umano e sulla capacità progettuale”

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venerdì 23 Dicembre 2016 - 16:25

Lo scambio di auguri con la stampa è stato anche occasione per il Magnifico per soffermarsi anche sulle prossime tappe di un ateneo impegnato in un costante processo di crescita.

Non è stata una conferenza stampa di bilanci, quanto piuttosto uno scambio di auguri con i giornalisti, dal momento che con il nuovo corso dell’Ateneo le occasioni d’incontro e le conferenze stampa sui temi più importanti sono periodiche.

Certo è che il rettore Pietro Navarra, nel chiudere il 2016, può comunque “incassare”quel riconoscimento che ormai da tutte le istituzioni e non solo viene dato all’Università di Messina, ovvero uno “strumento” di sviluppo del territorio.

Non a caso dal Patto per Messina al Patto per la falce l’Ateneo è stato considerato il “cuore” degli accordi e il luogo fisico prescelto per le firme.

“Noi continueremo il percorso finora intrapreso sperando in sempre maggiori miglioramenti- spiega il Rettore- la strada da fare c’è. Siamo tra le Università che ha maggiormente investito in Italia. Dobbiamo investire anche sul capitale umano, sulle risorse umane, per questo stiamo indirizzando molti dei nostri obiettivi sulla formazione”.

Mentre in Italia infuria la polemica sulle dichiarazioni del ministro Poletti a proposito dei giovani costretti a lasciare il Paese per trovare lavoro, a Messina saranno investiti 1 milione e 800 mila euro in 3 anni (quindi 600 mila euro l’anno) destinati ai fuori sede, con l’obiettivo di far diventare la nostra realtà un polo d’attrazione. Le somme saranno destinate per le spese di affitto (il progetto è “Casa UniMe”) secondo una graduatoria che dà priorità ai meno abbienti ed in caso di pari punteggio a chi ha migliori risultati nello studio.

“Il problema non è la possibilità di studiare altrove, fare ricerca altrove. Infatti noi invitiamo i ragazzi a partecipare alle occasioni date da Erasmus, perché è importante questa vitalità. Il problema è semmai un altro, quello dell’occupazione. Per questo dobbiamo scommettere sulle risorse umane, sullo sviluppo del territorio e sulla possibilità di rendere attrattiva la nostra Università anche per chi non è messinese. Il traguardo è diventare competitivi ed attrattivi anche per chi potrà scegliere di venire a studiare qui”.

Ma anche la migliore delle Università, se il territorio è morto, rischia di diventare un’oasi nel deserto, e di questo i vertici dell’Ateneo ne sono consapevoli.

La firma del Patto per il sud che Renzi ha voluto si tenesse all’Università, il Patto per la falce e tutta una serie di programmo strategici vitali per lo sviluppo del territorio se da un lato rappresentano la prova del fallimento o della debolezza della politica, dall’altro riconoscono il ruolo determinante che l’Ateneo sta svolgendo.

“Penso che questo riconoscimento sia stato dato alle Università in genere ed anche in altre realtà. Certo, noi stiamo impegnandoci a dare un contributo progettuale al territorio, liberando anche espressioni interne in misura maggiore rispetto al passato”.

Rosaria Brancato

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