Corsi d'oro, il dettaglio dei sequestri. E la replica di Buzzanca

Corsi d’oro, il dettaglio dei sequestri. E la replica di Buzzanca

Alessandra Serio

Corsi d’oro, il dettaglio dei sequestri. E la replica di Buzzanca

mercoledì 01 Ottobre 2014 - 22:07

Tutti i beni sequestrati a Genovese, Rinaldi, Sauta e altri 8 indagati. Mentre Buzzanca precisa: "io estraneo ai fatti contestati".

E' lungo l'elenco dei beni sequestrato dalla Guardia di Finanza all'onorevole Francantonio Genovese e altri 11 indagati per la gestione dei fondi destinati alla formazione professionale a Messina. Sotto chiave sono finiti terreni e immobili soprattutto. Ma ancor più lungo è l'elenco dei beni che la Procura ha chiesto di sequestrare, e che comprendeva ulteriori terreni, anche in provincia, e parecchie autovetture.

Il Gip Giovanni De Marco ha peró accolto soltanto parzialmente la richiesta, escludendo i beni cointestati, quelli infruttuosi, quelli stimati per un valore eccedente l'ammontare richiesto, un totale di quasi 5 milioni di euro.

Ecco il dettaglio del provvedimento.

A Francantonio Genovese sono stati sequestrati un appartamento su due piani in via Tommaso Cannizzaro alta e un appartamento di 10 vani di Via Nicola Fabrizi, mentre altri 6 vani sono intestati al cognato Franco Rinaldi, e anche questi vengono sigillati. A Roberto Giunta è stato sequestrato l'appartamento di 7 vani a Tremonti.

Sigilli anche ai beni di Elio Sauta: quarto e quinto piano in via della Zecca, 3 immobili in via Consolare Pompea, le aree urbane e un terreno adiacente, un agrumeto, un altro immobile in via Vittorio Veneto.

Finiscono sotto chiave anche le villette di via Circuito a Torre Faro, intestate a Chiara Schiró, moglie dell'onorevole Genovese, mentre alla sorella Giovanna è stato sequestrato l'appartamento al Residence degli Ulivi, sempre a Ganzirri.

Sequestri anche per Concetta Cannavó, segretaria di Genovese e tesoriera del Pd (2 immobili in via Duca degli Abbruzzi), a Graziella Feliciotto, moglie di Sauta (2 immobili tra Messina e Roccalumera), a Natale Lo Presti (2 immobili in contrada Casalotto), a Giuseppina Pozzo (1 immobile a Camaro) a Natale Capone. La Guardia di Finanza ha messo poi sotto chiave anche alcuni immobili delle 4 societa' Napi Service, Centro Servizi e Caleservice. Quasi tutti hanno le stesse ubicazioni dei locali sequestrati agli indagati, in più finiscono sotto chiave 30 mq in via Brescia della Caleservice, quella che per gli investigatori è la "cassaforte" personale di Genovese.

Il nuovo provvedimento è in realtà una appendice del precedente sequestro, disposto nella scorsa primavera. Già allora il Gip De Marco aveva disposto il sequestro per equivalente di beni fino ad un totale di quasi 5 milioni di euro. Ma i finanzieri ne avevano trovati e sequestrati parecchi in meno. Alla fine dello scorso agosto, quindi, la Procura è tornata a richiedere l'emissione di un nuovo decreto di sequestro, allegando un cospicuo numero di proprietà. Come detto il Gip ha disposto i sigilli solo per una parte di questo patrimonio, che comprende anche, ad esempio, un gran numero di agrumeti, noccioleti, uliveti e fabbricati rurali a Piraino e Ucria, intestati a Genovese e Sauta, ed un lungo elenco di autovetture e motocicli, intestati a diversi indagati.

Resta "esente" dal nuovo provvedimento della magistratura il costruttore Orazio De Gregorio: a marzo la Finanza ha cercato 75 mila euro in conti e immobili, e 75 mila euro ne ha trovati. Nessun patrimonio residuo da tornare ad aggredire, quindi, per lui.

Ad avanzare la nuova richiesta di sequestro è stato, anche in questo caso, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, che ipotizza che il patrimonio in questione sia frutto delle truffe alla Regione tramite i corsi e le attivitá degli enti Aram, Ancol e Lumen.

E a proposito dell'Ancol, riceviamo e pubblichiamo una richiesta di precisazione dell'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, marito di Daniela D'Urso, imputata al processo principale corsi d'oro, dipendente dell'Ente, e primo cittadino quando assessore della sua Giunta era Melino Capone, anche lui imputato come gestore dell'Ancol.

"Leggo ancora una volta – scrive Buzzanca – che la testata giornalistica pervicacemente continua ad “collegare” l’Associazione ANCOL alla mia persona. Anche oggi, all’interno dell’articolo “Formazione, sequestri per 5 milioni di euro a Genovese e Rinaldi”, la giornalista Alessandra Serio qualifica l’ANCOL “..l'ente di riferimento dell'ex sindaco di centro destra Giuseppe Buzzanca”. Presso tale Ente, è noto, hanno prestato la propria attività mia moglie, Daniela D’Urso e mia sorella. I provvedimenti di sequestro adottati dall’Autorità giudiziaria, compresi quelli odierni, non hanno mai riguardato né lo scrivente, né mia moglie. L’attenta giornalista di cronaca giudiziaria, peraltro, dovrebbe sapere che, nei giorni scorsi, durante l’interrogatorio del dott. Albert, ex dirigente generale dell’Assessorato formazione, lo stesso ha escluso un qualsivoglia mio interessamento e/o sollecitazione in favore dell’ANCOL. Ha persino dichiarato di non sapere neppure che all’epoca ero deputato dell’ARS, indicandomi come Sindaco di Messina. Di contro, lo stesso dott. Albert ha affermato che ogni progetto era sollecitato da un Deputato, senza alcuna distinzione politica”. Come sempre, i fatti restano fatti e le illazioni, illazioni".

Alessandra Serio

2 commenti

  1. Il collegamento non c’è nel senso che non vi sono fatti penali rilevanti riguardanti l’ex sindaco…non c’è collegamento tra processo e la persona.

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  2. Il collegamento non c’è nel senso che non vi sono fatti penali rilevanti riguardanti l’ex sindaco…non c’è collegamento tra processo e la persona.

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