Villa Melania è un tesoro sotterraneo. Solo rovi e sterpaglie in superficie

Villa Melania è un tesoro sotterraneo. Solo rovi e sterpaglie in superficie

Marco Ipsale

Villa Melania è un tesoro sotterraneo. Solo rovi e sterpaglie in superficie

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lunedì 07 Ottobre 2013 - 08:38

Reperti rinvenuti nel 1991 ma area sotto sequestro fino all’aprile del 2011. La Soprintendenza ha catalogato il materiale e lo ha trasferito nei suoi uffici. I reperti andrebbero esposti e gli scavi ripresi, ma nulla si muove. I consiglieri Cardile e Sentimentale chiedono intanto la pulizia dell’area

L’area costeggia il torrente Zafferia, ed è compresa tra via Catena e via Consolare Valeria a Pistunina. Il nome deriva dalla Santa Melania la giovane, che lì si ritirò intorno al 410, prima di spostarsi in Nord Africa e, successivamente, in Terra Santa. La scoperta è stata fatta nel 1991, quando si iniziò a scavare per la costruzione di un complesso edilizio.

Lavori subito bloccati, perché vennero alla luce reperti di interesse storico-artistico sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, cui susseguì un processo che travolse le ditte costruttrici concluso solo nel 2011.

Nel 1991 fu svolta un’accurata campagna di prospezioni fisiche ed elettromagnetiche da parte della ditta Lerici di Roma. I rinvenimenti ceramici fanno risalire il primo impianto abitativo al I secolo dopo Cristo, anche se gli scavi hanno portato alla luce soprattutto elementi relativi al IV-V secolo dopo Cristo e, più tardi ancora, al VI-VII secolo. Sono state ritrovate, in particolare, monete degli imperatori Bizantini Leone (457-474) e Zeno (476-491) ed altri frammenti di ceramica tra il III e il V secolo. Ed ancora i resti di un tempio antico, le fondazioni di un’altra struttura muraria, una cinquantina di blocchi in pietra lavica, molti laterizi alcuni dei quali in calcare, un blocco e tre colonne in marmo. Materiale che è stato dissequestrato appunto nell’aprile 2011 e trasportato negli uffici della Soprintendenza.

L’obiettivo, a questo punto, dovrebbe essere quello dell’esposizione dei reperti e della ripresa degli scavi. A riportare alla luce la vicenda, sono il consigliere comunale Claudio Cardile e il collega del II quartiere, Salvatore Sentimentale che, per il momento, pongono un obiettivo semplice e immediato: la pulizia dell’area.

“Il terreno è probabilmente di proprietà privata o affidato a qualche ente – affermano i consiglieri – e versa in stato di abbandono. I rovi e le sterpaglie hanno ormai raggiunto livelli inverosimili tanto da sovrastare i pochi alberi da frutta presenti, mettendo a rischio le numerose abitazioni situate a valle del terreno stesso, a ridosso della via Consolare Valeria. I residenti da tempo lamentano questa pericolosa situazione e temono in particolare che, nelle giornate di vento, un potenziale rogo possa far giungere le fiamme a ridosso delle proprie abitazioni. Senza considerare il proliferare di insetti, rettili e topi che, specie nella stagione estiva, mette in pericolo i bambini che giocano a ridosso dell’area, oltre a creare un serio pericolo igienico-sanitario per tutti gli abitanti”.

Cardile e Sentimentale hanno scritto al sindaco, all’assessore Cucinotta ed alla Polizia Municipale Tutela del Territorio, per chiedere di ripulire dalle sterpaglie “almeno la zona di confine con le case per scongiurare rischi per i residenti” e di bonificare l’intera area.

(Marco Ipsale)

3 commenti

  1. Angelo Silipigni 7 Ottobre 2013 09:38

    Ammiriamo rovi e sterpaglie e ringraziamo la soprintendenza. A proposito, nel giardino di casa mia, mentre piantavo cetrioli, ho trovato un piccolo vaso Ming; che faccio, continuo a coltivare oppure chiamo gli archeologi?

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  2. chiudiamola come la provincia .

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  3. Soprintendenza ai Beni Culturali DI MESSINA:DORME…..

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