Caos Camera di Commercio. De Francesco convoca le parti, Picciotto va in Procura

Caos Camera di Commercio. De Francesco convoca le parti, Picciotto va in Procura

Ma. Ip.

Caos Camera di Commercio. De Francesco convoca le parti, Picciotto va in Procura

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martedì 24 Febbraio 2015 - 23:10

Nel pomeriggio, un incontro per acquisire il parere definitive sulla riorganizzazione del sistema camerale. Ma Confcommercio non ci sta e si rivolge alle autorità giudiziarie. Linea simile anche per il Megafono, che invita il commissario a sospendere qualunque procedura di accorpamento

“Il commissario della Camera di Commercio, Franco De Francesco, ha convocato per mercoledì 25 febbraio, alle 16, nella sala Giunta dell’Ente, un incontro con le associazioni di categoria e con le organizzazioni sindacali per acquisire il loro parere definitivo in merito alla riorganizzazione del sistema camerale siciliano”. E’ uno scarno comunicato, che viene fuori dall’Ente Camerale, a riaccendere per l’ennesima volta gli animi su una vicenda che sta assumendo toni sempre più forti.

Tanto che il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, annuncia che non parteciperà all’incontro e che anzi si rivolgerà alla Procura della Repubblica per fare chiarezza sull’intera vicenda. La decisione sull’eventuale accorpamento – ribadisce Picciotto, che diffida ancora una volta De Francesco – non può essere presa né dal commissario né dai sindacati, anche perché il Tar di Catania ha disposto l’elezione di un Consiglio direttivo in luogo del commissariamento.

“Mercoledì mattina – afferma il presidente di Confcommercio – mi presenterò, con altri rappresentanti delle associazioni datoriali, alla Procura di Messina, accompagnato dall’avv. Nunzio Rosso. La magistratura dovrà accertare se attorno alla vicende della Camera di Commercio vi siano delle responsabilità o se siano state compiute delle omissioni, da quando l’assessorato alle Attività produttive ha comunicato alle associazioni datoriali, con apposito decreto, l’insediamento del Consiglio camerale”.

Picciotto ne ha anche per l’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri, “che ha annullato le procedure con un nuovo decreto già viziato, che non tiene conto, come detto, di una sentenza del Tar. Infine, il governatore Rosario Crocetta, faccia sentire la sua voce rispetto al caso Messina, mettendo in pratica quanto affermato in occasione delle sue recenti visite in città”.

Sulla stessa linea anche il coordinamento provinciale del Megafono, che ricorda le parole del presidente Crocetta: “La Camera di Commercio di Messina deve restare a Messina in quanto città metropolitana”.

Dare un parere definitivo adesso sarebbe quindi impossibile. “Sono infatti note a tutti le dichiarazioni a mezzo stampa e sui social del presidente Ardizzone, del presidente della Commissione Attività Produttive, Marziano, e del presidente della Commissione Regionale Antimafia, Musumeci, inerenti la mancanza di documentazioni e relazioni tecniche delle Camere di Commercio di Catania, Messina e Palermo, dalle quali non si possono evincere dati economici, patrimonializzazioni, costi del personale, dei funzionari e dei dirigenti. Riteniamo pertanto impossibile una valutazione realistica di prospettiva anche per i lavoratori che da giorni, giustamente, manifestano, preoccupati anche per la confusione venutasi a creare. Senza questi dati delle altre Camere, il tutto potrebbe rivelarsi un grande autogol”.

Anche il Megafono, dunque, invita De Francesco “a sospendere qualsiasi determinazione o atto di indirizzo in merito all’accorpamento della nostra Camera con qualunque altra”.

2 commenti

  1. scioglimento…..di stomaco………..

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  2. scioglimento…..di stomaco………..

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