Due anni di rivoluzione annunciata. Crocetta e il “Modello Vintage”

Due anni di rivoluzione annunciata. Crocetta e il “Modello Vintage”

Rosaria Brancato

Due anni di rivoluzione annunciata. Crocetta e il “Modello Vintage”

domenica 26 Ottobre 2014 - 07:55

Due anni fa la Sicilia eleggeva Rosario Crocetta presidente della Regione, sperando in quella che era stata annunciata come la “rivoluzione”. Due anni dopo restano solo i flop, una giunta in perenne cambiamento, ed un’isola ostaggio dei propri sbagli elettorali

In principio fu Giampiero D’Alia. Il suo, per la verità, non fu un colpo di fulmine, quanto piuttosto un “matrimonio forzato”, senza altro appeal che non la necessità di evitare di lasciare la Sicilia ai berlusconiani. A ruota lo seguirono gli altri, con il Pd in testa, ma tutti consapevoli che non di vero amore trattavasi quanto piuttosto di una “cotta di passaggio”. Ed oggi che Re Saro spegne le due candeline alla guida della Regione sono molti i pentiti di quello sposalizio ma, tra la tentazione di tradirlo e la consapevolezza che un divorzio comporterebbe la perdita della poltrona di casa, continuano a portarlo avanti, come le coppie di vecchia data. Se il leader Udc è stato il primo a sposare la candidatura di Crocetta, portandolo poi, insieme al Pd e grazie ad un esercito di astensionisti e alle lotte fratricide nel centro destra, alla guida dell’isola, appena pochi mesi dopo Cupido lanciò la freccia a Giancarlo Cancelleri. Reduce dai trionfo elettorale della “prima volta” della sinistra al governo regionale con elezione diretta, Crocetta annunciava il “Modello Sicilia”, con il M5S pronto a condividere quelle proposte che avrebbero profumato di rivoluzione. Appena eletto, va da Michele Santoro a Servizio pubblico e annuncia i primi due provvedimenti: taglio delle indennità e legge per l’incandidabilità non solo dei condannati per mafia, corruzione, concussione, ma anche degli indagati. Poi aggiunge: “ Io la maggioranza la cercherò in Aula sui singoli provvedimenti. Perdonerò le prime volte, poi si va alle urne”, infine nei primi tre mesi annuncia tagli alle spese inutili della sanità e a tutti gli sprechi. Quanto agli annunci di quella sera, è inutile dilungarsi perché è storia, il taglio alle indennità è arrivato nel gennaio 2014 e le forbici sono finite nel cassetto. Quanto al “motello Sicilia” è naufragato poco dopo e adesso si è trasformato nello Sfiducia Day con il quale il M5S, in questo in piena sintonia con Musumeci boccia sonoramente due anni di proclami e di una rivoluzione che si è fermata alla denuncia del “complotto”. Già dalla vicenda No Muos, sposato da Crocetta e poi diventato, Si Muos, No Muos, forse Muos, ma sì, meglio sì Muos per non irritare gli americani, i grillini, prima forza numerica all’Ars e pionieri di quell’esercito che un anno dopo è sbarcato in Parlamento, hanno compreso che non avevano la stessa idea di “modello”. Oggi è lapidario Giancarlo Cancelleri: “ L’unico sistema che ha messo in piedi è un nominificio. La sua rivoluzione? Un bluff. E’ solo riuscito nella ciclopica imprese di scontentare tutti. Solo su una cosa ha messo tutti d’accordo: sul suo governo bisogna mettere sopra una pietra tombale”.

Su una cosa però da Santoro il governatore è stato di parola: “cercherò la maggioranza all’Ars sui singoli provvedimenti”. Già, perché in questi due anni la sua maggioranza è stata tale da definirsi, con un termine per nulla politico, quantomeno “strampalata”. Non c’è stato un Modello Sicilia, ma una vera e propria “sfilata di moda”, in base ai suoi litigi,personali o collettivi, con il Pd, in base ad una lunga stagione di cambi di casacca e persino negli stessi nomi dei partiti e dei movimenti, in base ai malumori degli alleati e degli avversari.

Più che una rivoluzione questi due anni di governo Crocetta sono stati una centrifuga, un frullatore, una lavatrice nella quale mettevi un panno di colore blu e ti usciva verde pistacchio. L’annunciata abolizione delle Province è stata “la mamma di tutti i flop di Crocetta”. Annunciata un anno e mezzo fa come la prima riforma delle province in tutta Italia, si è ridotta all’eliminazione della democrazia rappresentativa con la sostituzione, per colpo di penna, degli eletti dai cittadini con commissari pluriprorogati fino al 30 marzo 2015. Di riforma approvata neanche l’ombra e mentre la riforma Delrio è già realtà, noi fantastichiamo sui Liberi Consorzi già previsti dai nostri nonni nello Statuto siciliano. Statuto che, esattamente come la Costituzione, è stato scritto in meno tempo di quello che stanno impiegando in giunta per una rivoluzionaria riforma della Provincia. La seconda rivoluzione, quella della Formazione, affidata ad un assessore regionale come Nelli Scilabra, studentessa universitaria fuori corso (brava ragazza per carità, ma probabilmente il suo lungo corso di studi non depone bene per una delega siffatta) passa da un flop ad un altro e nel mezzo ci sono le proteste di migliaia di lavoratori senza stipendi da due anni. Quanto ai vecchi modelli, quelli di Cuffaro e Lombardo, la gestione Crocetta è ormai un “modello vintage”, simile in tutto e per tutto ma senza la naftalina. Il modello vintage ha una capacità di sfornare nomine “in ogni dove” tale da far arrossire i suoi predecessori. Stessa media ha mantenuto nello “sfornare” accuse di complotti di vario genere, ma tutti con l’unica matrice mafiosa.

La sua giunta è una rivoluzione perenne, gli assessori non fanno in tempo a giurare che già nella segreteria del Pd stanno chiedendo un nuovo rimpasto. Con il passare del tempo c’è una giunta fatta ormai a “sua immagine e somiglianza”, con “tecnici” e assessori che rispondono direttamente a lui. Di fatto, salvo rare eccezioni, siamo passati ad un monocolore Crocetta. In piena euforia per “la sinistra finalmente al potere” nessuno degli alleati ha detto nulla per Antonio Zichichi e Franco Battiato assessori, fatto questo che ha portato Crocetta a pensare di poter “osare” là dove nessuno prima di lui aveva fatto, e, ad esempio, nominare assessore al turismo, sport e spettacolo la sua segretaria, Michela Stancheris. Non contento, l’ha anche candidata alle Elezioni Europee. Nel frattempo ci sono nel mezzo altri rimpasti, assessori che vanno e che vengono nel giro di poche settimane. Mentre sto scrivendo è in corso l’ennesimo litigio sull’azzeramento della giunta, il governatore si appresta a formare il suo governo ter, con un nuovo rimpasto annunciato per l’inizio della prossima settimana. Se Crocetta dovesse accontentare tutte le correnti del Pd regionali avrebbe bisogno di tre giunte, ma poi lascerebbe fuori tutti quegli alleati che finora hanno accettato di tutto, persino gli umori e le ire del governatore.

E mentre la fantapolitica litiga sulle poltrone e finge di essere interessata al programma (sinceramente io ancora non so quale sia), la Sicilia è sull’orlo del commissariamento, le Finanziarie vengono rispedite indietro dal Commissario dello Stato ormai a gettito continuo, l’isola è economicamente sul baratro, per pagare gli stipendi si raschia il fondo del barile.

Messina è nel suo taccuino solo nei periodi elettorali. Rimpiangiamo tutti Nino Bartolotta, assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture che era riuscito a rimettere Messina tra le priorità del governo regionale, sia come risorse che come progetti. Ebbene, cogliendo la palla al balzo di un Pd che se ne voleva liberare perché troppo vicino a Genovese, il presidente Crocetta lo ha sostituito, con un colpo da maestro che ha portato la sua candidata a sindaco di Messina, Giusy Furnari, nella poltrona di assessore ai Beni culturali, attribuendola però in quota Drs. E in questa girandola di giunte più crocettiane che tecniche gli assessori vengono cambiati con una tale velocità che non riusciamo a memorizzarli.

Ma nonostante tutto, nonostante io non riesca a pensare un solo provvedimento rivoluzionario, nonostante gli annunci, nonostante le molteplici mozioni di sfiducia presentate nei suoi confronti e nei confronti di alcuni suoi assessori, nonostante un’isola sempre più povera, nonostante i fallimenti, le proteste, le finanziarie bocciate, Crocetta resterà fino alla fine del mandato, nel 2017. Perché i 90 deputati i conti se li sanno fare bene e sanno che alla prossima tornata, per legge, saranno 70 e molti di loro, già baciati dalla fortuna nel 2012 non possono abusare oltre della dea bendata. L’Ars non lo sfiducerà mai perché equivarrebbe a tornare tutti a casa. E Crocetta questo lo sa bene, e lo sapeva anche quando, appena eletto dichiarava da Santoro: “Perdonerò le prime volte, poi si torna alle urne”. Crocetta è un uomo dal cuore grande e perdonerà ancora e ancora e ancora, perché come ogni coniuge sa, dopo il perdono si torna sempre a casa. E l’Ars è la più comoda delle case. Mai come in questi due anni ho avuto nostalgia della vecchia legge elettorale, quella che non prevedeva l’elezione diretta del presidente. Il governatore veniva votato tra i deputati dell’Ars e quando si creavano conflitti veniva sostituito con un rimpasto. Toccò persino ad un “comunista”, Capodicasa. Non era la migliore delle leggi ma almeno non ci teneva in ostaggio dei nostri errori di elettori. Pensavamo di avere eletto un Presidente e ci troviamo un Imperatore, perché quando sai che nessuno ti manderà a casa, nel tuo piccolo, imperatore lo diventi davvero. E Crocetta lo sa.

Di Re Saro si era innamorata l’intera Sicilia nell’ottobre 2012, perché aveva creduto nella rivoluzione contro la manciugghia. Ed infatti nel 2013 era il presidente della Regione più amato. Nel 2014 è diventato penultimo. Ma anche questo, siamo certi, è un complotto della mafia.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Sicilia intera? Lol! Il 48% scarso di elettori, e un 15% REALE di preferenze alla lista Crocetta, la chiama “Sicilia intera” e “innamorata”? Ri-LOL!

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  2. Sicilia intera? Lol! Il 48% scarso di elettori, e un 15% REALE di preferenze alla lista Crocetta, la chiama “Sicilia intera” e “innamorata”? Ri-LOL!

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  3. Rosaria BRANCATO, la NINA di TempoStretto, scrive un editoriale spietato nei confronti di Rosario Crocetta, in DEMOCRAZIA il giornalista deve essere temuto dai politici, la stampa ha il dovere di essere una spina nel fianco, sempre. Rosaria BRANCATO dimentica delle tante promesse elettorali non mantenute di RE SARO quella più ….., non ci tengo ad essere moderato, ” non farò MACELLERIA SOCIALE ” dichiarò solennemente, forse RE SARO si riferiva ai privilegi dei dipendenti e dei pensionati regionali, MANTENUTA, o forse alle ricche consulenze, MANTENUTA, o forse ai 3,5 miliardi di euro destinati alla spesa corrente degli assessorati di cui non sappiamo nulla, MANTENUTA, o forse alle tante centrali di acquisto di beni e servizi in sanità, MANTENUTA, o forse… MANTENUTA.

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  4. Rosaria BRANCATO, la NINA di TempoStretto, scrive un editoriale spietato nei confronti di Rosario Crocetta, in DEMOCRAZIA il giornalista deve essere temuto dai politici, la stampa ha il dovere di essere una spina nel fianco, sempre. Rosaria BRANCATO dimentica delle tante promesse elettorali non mantenute di RE SARO quella più ….., non ci tengo ad essere moderato, ” non farò MACELLERIA SOCIALE ” dichiarò solennemente, forse RE SARO si riferiva ai privilegi dei dipendenti e dei pensionati regionali, MANTENUTA, o forse alle ricche consulenze, MANTENUTA, o forse ai 3,5 miliardi di euro destinati alla spesa corrente degli assessorati di cui non sappiamo nulla, MANTENUTA, o forse alle tante centrali di acquisto di beni e servizi in sanità, MANTENUTA, o forse… MANTENUTA.

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  5. Su Crocetta non abbiamo mai confidato. Ma la gente si fa “infinocchiare” con estrema facilità, pensavano avesse le pal…come si evince da uno stralcio di alcuni commenti dell’inizio dell’ ANNO SCORSO .

    Inserito da pgiuttari il Lun, 04/02/2013 – 16:49.
    Mi sembra che si stia caricando il Presidente di aspettative esagerate , assegnandogli un ruolo messianico al quale EGLI stesso pero vedo non si sottrae…………EVITIAMO DI DARE TROPPE CROCI A CROCETTA , RISCHIA DI FINIRE IN CROCE ANCHE LUI….Vedrete!

    La risposta di uno dei tanti aficionados speranzosi di allora:

    Inserito da maurizio69 il Lun, 04/02/2013 – 20:42.
    signor giuttari sono d’accordo con lei non carichiamo troppo responsabilita’ su crocetta non ha la bacchetta magica . comunque sara’ pure gay ma dei nostri politici e’ sicuramente quello che tiene le pal….

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  6. Su Crocetta non abbiamo mai confidato. Ma la gente si fa “infinocchiare” con estrema facilità, pensavano avesse le pal…come si evince da uno stralcio di alcuni commenti dell’inizio dell’ ANNO SCORSO .

    Inserito da pgiuttari il Lun, 04/02/2013 – 16:49.
    Mi sembra che si stia caricando il Presidente di aspettative esagerate , assegnandogli un ruolo messianico al quale EGLI stesso pero vedo non si sottrae…………EVITIAMO DI DARE TROPPE CROCI A CROCETTA , RISCHIA DI FINIRE IN CROCE ANCHE LUI….Vedrete!

    La risposta di uno dei tanti aficionados speranzosi di allora:

    Inserito da maurizio69 il Lun, 04/02/2013 – 20:42.
    signor giuttari sono d’accordo con lei non carichiamo troppo responsabilita’ su crocetta non ha la bacchetta magica . comunque sara’ pure gay ma dei nostri politici e’ sicuramente quello che tiene le pal….

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