Storia della piccola Giorgia e del cuore grande della Messina che ama

Storia della piccola Giorgia e del cuore grande della Messina che ama

Rosaria Brancato

Storia della piccola Giorgia e del cuore grande della Messina che ama

Tag:

lunedì 14 Aprile 2014 - 05:50

Quella che vi raccontiamo oggi è una piccola grande storia di solidarietà. La storia di una città sempre più povera di soldi e lavoro ma dal cuore grande. Per la piccola Giorgia si sono mobilitati in tantissimi e oggi lei è al Gaslini, per combattere una nuova battaglia. Quindi, semplicemente:grazie

Questa è una piccolissima storia, poche righe che racchiudono un universo intero, quello del cuore umano. Questa è una piccolissima storia che, per riserbo e per rispetto della privacy, avevo pensato di non scrivere. Ma poi dietro gli occhi commossi di un omone fatto e vissuto che consegna un piccolo tesoro per dare un po’ di felicità ad una famiglia, ho visto il cuore di una Messina che fingiamo di non conoscere. E ho deciso di raccontarvi come sta continuando la storia della piccola Giorgia e degli angeli custodi che ha incontrato nel suo cammino incerto.

Giorgia ha nove mesi ed ha già visto nella sua piccola vita lettini di ospedale, ambulatori, medici, infermieri. Un mese fa l’appello del papà (vedi articolo allegato) per riuscire a far sì che la bimba riuscisse a fare fisioterapia in tempo per scongiurare il peggio e non dovesse aggiungere al dolore del corpo anche quello causato da una burocrazia che non guarda negli occhi nessuno.

“La verità è che un ricco può stare bene, il povero no. Non può neanche curarsi” diceva Filippo Iannelli. I genitori lavorano entrambi all’Atm e le difficoltà economiche sono il pane quotidiano. Ho conosciuto Filippo una mattina di dicembre del 2012, nella saletta commissioni del Comune occupato dalla disperazione senza porte e finestre di un’azienda in agonia. Era la vigilia di Natale e Filippo insieme ad alcuni colleghi Atm sono rimasti in quella sala per giorni minacciando di buttarsi giù. Di fronte a loro, abbarbicati alle finestre di Palazzo Zanca, c’era lo Stretto, un’immagine struggente nel sole tiepido di dicembre, eppure senza più colori per chi non riesce a dare da mangiare ai figli. L’ho ritrovato un anno e mezzo dopo e mi ha raccontato il dramma della piccola Giorgia che rischia di non fare i primi passi. Da qui l’appello su Tempostretto.

E’ stato un appello che ha fatto bene anche a me, cronista abituata a raccontare il cinismo di una società che guarda solo il proprio orticello. Perché per Giorgia hanno risposto in tanti, tantissimi e fino alla scorsa settimana sono arrivate segnalazioni, indicazioni di soluzioni. All’appello hanno risposto medici, centri specializzati, fisioterapisti, analisti, impiegati nei laboratori, cittadini pronti a dare un qualsiasi tipo di apporto (anche economico o anche solo una telefonata alla persona giusta), associazioni, ospedali. E’ stata una corsa per evitare che Giorgia rischiasse di non poter mai camminare con le sue gambette. Ora per ora nuovi angeli custodi si sono aggiunti alla schiera silenziosa. Nella città piegata dalla crisi, dove ogni famiglia ha un disoccupato, un precario, un’angoscia che non ti fa guardare al futuro, in tantissimi hanno voluto dare una mano al futuro di una bimba che non conoscono e non conosceranno mai. Giorgia ha gli occhi dolcissimi della mamma e guarda curiosa il mondo cercando di stare dritta. Ha un calvario di ospedali alle spalle ed un altro davanti a sé, ma non è sola. La fisioterapia l’ha iniziata subito, due giorni dopo l’appello. Improvvisamente angeli in carne ed ossa hanno tolto la polvere che ostruiva i meccanismi e Giorgia ha potuto iniziare la fisioterapia. Non farò nomi né darò dettagli, ma è stata visitata, curata, le sono stati fatti accertamenti e ieri è partita per il Gaslini di Genova, dove ad attenderla c’è un altro pezzo di futuro. Non è stato facile organizzare il viaggio, perché Genova è lontana per una famiglia messinese ai tempi della crisi. Ma in questa piccola storia c’è la magia della città che sa amare.

“La solidarietà non ha volto- ha detto un collega Atm consegnando una busta con oltre 4 mila euro– Ha un solo volto, quello del cuore”. E’ stata una gara, iniziata all’Atm, tra i colleghi e continuata alle fermate dell’autobus e del tram dove anche gli studenti, i pensionati, i passeggeri distratti, guardando il volto di Giorgia, hanno dato un piccolo contributo. La gara è iniziata nel cuore dell’Atm, per poi spostarsi fuori, davvero come un tram che tocca tante fermate. Il grazie va quindi agli amici dell’Atm, autisti, impiegati, meccanici, dirigenti, sindacalisti, operai, precari, e poi ai giovani del cast teatrale "U refulu malandrino " di Ganzirri, all’Associazione Parrocchia di Ganzirri, ad alcuni dipendenti 118, a don Terenzio chiesa di Provinciale e a tutti quei volti sconosciuti che alle fermate hanno risposto all’appello, salendo sul tram. Quattromila euro per alcuni sono poche lire, per Giorgia sono le chiavi che aprono una nuova porta e per chi ha contribuito, con gioia, sacrificio, emozione, rappresentano un tesoro che vale molto più di ogni altra cosa. Giorgia è al Gaslini e combatte, insieme alla mamma, la battaglia della sua vita. Ma se può farlo, se ha questa occasione, lo dobbiamo solo al fatto che Messina ha risposto. Lo ha fatto in silenzio. Molti tra i professionisti che mi hanno contattato hanno preteso l’anonimato, perché il bene non ha un cognome e non è uno spot. Certo, tra le pieghe di una città che sprofonda, si sono annidate anche le ombre delle cattiverie, ma sono state cancellate dai gesti disinteressati di chi non vede strumentalizzazioni là dove non ci sono. La storia di Giorgia, tra l’altro, è servita anche a togliere qualche granello finito dove non doveva. Giorgia, i genitori, il fratellino, sono partiti per il Gaslini grazie ad ognuno di noi. Non occorre essere eroi e fare gesti eclatanti per donare un sorriso, non occorre essere nei Palazzi per dare una mano a un fratello. Messina non è solo quella che si azzanna per un posto in doppia fila, che vende la dignità per un lavoro, che piange per i figli lontani, che detesta gli immigrati ai semafori, che spera che il vicino stia peggio, non è solo quella della disoccupazione che toglie le forze. Messina è anche quella della solidarietà senza volto. La solidarietà fatta da chi soffre verso chi soffre. Perché in fondo Giorgia è stata aiutata dagli ultimi e dai penultimi, da quelli che nell’autobus della vita stanno seduti in fondo e a volte non pagano il biglietto e sperano che il controllore non salga e non li multi. Ma sono quelli che se sale un vecchietto, una donna incinta, magari pensano alla propria madre che si è spaccata la schiena,al proprio nonno e si alzano e li fanno sedere. Sono quelli che prendono l’autobus perché non hanno altri mezzi. Sono quelli che si siedono in ultima fila, ma hanno più cuore di tutti.

Nichiren Daishonin scrisse: “Se accendi una lanterna per un altro anche la tua strada ne sarà illuminata”.

La piccola storia finisce qui.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. No, la storia non finisce qui, cara Rosaria, siamo TUTTI accanto a Giorgia e alla sua famiglia a Genova, al Gaslini!!I bambini hanno risorse immense e riescono a tirarle fuori improvvisamente! Forza, stringete i denti perché la bufera non dura sempre e poi viene il bel tempo! Auguroni, Giorgia! A Voi andrà il mio pensiero e la mia specialissima preghiera alla Messa di mezzanotte a Pasqua!

    0
    0
  2. No, la storia non finisce qui, cara Rosaria, siamo TUTTI accanto a Giorgia e alla sua famiglia a Genova, al Gaslini!!I bambini hanno risorse immense e riescono a tirarle fuori improvvisamente! Forza, stringete i denti perché la bufera non dura sempre e poi viene il bel tempo! Auguroni, Giorgia! A Voi andrà il mio pensiero e la mia specialissima preghiera alla Messa di mezzanotte a Pasqua!

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007