Brogli elettorali all'Aci nel 2008, tutti assolti

Brogli elettorali all’Aci nel 2008, tutti assolti

Alessandra Serio

Brogli elettorali all’Aci nel 2008, tutti assolti

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lunedì 15 Febbraio 2016 - 18:26

L'indagine, nata sulla scorta di un accertamento nazionale, ha ipotizzato la falsificazione di 4 dei 205 voti serviti per eleggere la Commissione sportiva.

Non ci furono brogli alle elezioni degli organi provinciali e locali della Commissione Sportiva Automobilistica dell’Aci di Messina nel 2008. E’ questa la conclusione del processo di primo grado, chiuso stasera dal giudice monocratico con una sentenza assolutoria per tutti gli imputati. Il presidente dell’Automobile Club di Messina, Massimo Rinaldi, il segretario e vicepresidente del seggio elettorale del 2008, Vincenzo Furnari e gli scrutatori Benedetto Rubino ed Anna Mastroeni sono stati assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di falso materiale e ideologico. Erano difesi dagli avvocati Gianluca Gullotta, Lori Olivo e Antonio Riberti.

L’ipotesi che portò al processo è che le elezioni del 15 dicembre 2008 erano state pilotate. Ipotesi nata dalla validazione di una manciata di schede, almeno 4 su 205 elettori, che secondo l’accusa non sarebbero state realmente compilate dai soggetti aventi diritto al voto, ma contraffatte. La questione centrale del processo si è concentrata sulla natura giuridica dei componenti del seggio elettorale del dicembre 2008, se fossero cioé pubblici ufficiali, come sosteneva la Procura, oppure non rivestissero questa qualifica, ed era questa la teoria del collegio difensivo.

L’indagine messinese era stata avviata dall’allora pm Stefano Ammendola su trasmissione della procura di Verbania, che aveva raccolto la denuncia di un navigatore da rally, Piercarlo Campolongo, che in coppia con il pilota Luca Cantamessa su una Mitsubishi Lancer vinse nel 2008 il trofeo tricolore riservato agli equipaggi indipendenti del tricolore rally, nel 2009. Il co-pilota, candidato all’epoca della lista di Cesare Fiorio, si rivolse alla magistratura dopo che il tribunale d’appello nazionale della Csai aveva respinto il ricorso contro i presunti brogli elettorali, con una sentenza che affermava l’insussistenza sul piano sportivo degli elementi, che semmai avrebbero avuto rilevanza in sede penale. Da lì partirono una serie di accertamenti a tappeto a livello nazionale.

Alessandra Serio

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