Il 10 ottobre alle 8 chiude il Pronto soccorso del Piemonte. Le chiacchiere stanno a zero

Il 10 ottobre alle 8 chiude il Pronto soccorso del Piemonte. Le chiacchiere stanno a zero

Rosaria Brancato

Il 10 ottobre alle 8 chiude il Pronto soccorso del Piemonte. Le chiacchiere stanno a zero

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giovedì 01 Ottobre 2015 - 22:07

Alle 8 del mattino di sabato 10 ottobre il Pronto soccorso del Piemonte chiuderà. Lo smantellamento del nosocomio sarà completato entro il 1 novembre. Il cronoprogramma del dg Vullo procede nel silenzio dell'assessore Gucciardi che un mese fa ha detto: Salverò il Pronto soccorso....

Alle 8 del mattino di sabato 10 ottobre 2015 il Pronto soccorso dell’ospedale Piemonte chiuderà. Muore, nessuno è riuscito a salvarlo. Meno che mai le parole e le promesse. Le chiacchiere, come si dice in gergo, stanno a zero.

Il certificato di morte lo ha firmato il direttore generale del Papardo Michele Vullo con una nota (vedi DOWNLOAD allegato) indirizzata all’assessore Gucciardi, ai dg delle aziende sanitarie, ai direttori di dipartimento, al prefetto Trotta, al sindaco Accorinti, ai vertici delle forze dell’ordine ed alla stampa per dar massima diffusione delle esequie. Allegato alla delibera c’è il verbale della riunione del pool che sta gestendo lo smantellamento del Piemonte e che più che un verbale sembra un testamento.

“Si comunica che in esecuzione della delibera del DG n°602 del 16 settembre 2015,avente per oggetto accorpamento strutturale con trasferimento delle UU.OO. duplicate dal Piemonte al Papardo-Rifunzionalizzazione del Piemonte, il gruppo di lavoro all’uopo individuato ha esitato un Piano operativo con relativo cronoprogramma nel quale è stabilita la data del 10 ottobre 2015 per il trasferimento del MCAU (Pronto soccorso) del Piemonte presso il Papardo. Dalle 8 di sabato 10 ottobre pertanto l’attività del pronto soccorso del Piemonte sarà garantita dal Pronto soccorso del Papardo. Si prega di dare la massima e capillare divulgazione a tutta la popolazione e a porre in essere ogni provvedimento di competenza utile ad agevolare il regolare fluire dell’operazione a tutela dei cittadini”.

Nella drammatica vicenda l’unico che finora ha fatto quello che ha annunciato è il dg Michele Vullo. Mentre la politica prende impegni e promette il manager del Papardo quel che dice mette in atto, applicando la normativa e dando seguito ai suoi annunci, tappa per tappa. Del resto è stato lo stesso assessore Gucciardi a richiedere a tutti i manager delle aziende sanitarie dell’isola gli organigrammi entro il 30 settembre. Vullo sta portando a termine quanto annunciato un anno fa e lo farà entro il 1 novembre. Nel frattempo la politica chiacchiera.

E’ trascorso quasi un mese dal 7 settembre quando l’assessore alla sanità Baldo Gucciardi, a conclusione del vertice in prefettura ha garantito: “il Pronto soccorso del Piemonte è salvo, entro pochi giorni vi dirò come”.

Di giorni ne sono passati 25 ma dall’assessore nessuna notizia ufficiale sul come salvare il Piemonte, mentre Vullo tira dritto come un treno. Gucciardi aveva chiesto 48 ore per incontrare il ministro Lorenzin in merito alla fusione Neurolesi-Piemonte nonché per verificare con i tecnici del dipartimento la fattibilità dell’accorpamento o del trasferimento all’Asp. Val la pena ricordare che l’ipotesi della fusione, così come quella dell’Asp non sono spuntate come funghi la mattina del 7 settembre ma se ne discuteva da mesi e mesi.

Gucciardi ha incontrato la Lorenzin, che ha dato il via libera ad alcune condizioni. Il Dipartimento ha studiato le carte. L’Ars ha inserito all’ordine del giorno dei lavori l’ormai noto ddl Picciolo-Formica. Eppure, nonostante ciò, Gucciardi non ha sciolto la riserva e non ha più proferito verbo.

Al silenzio dell’assessore Gucciardi corrispondono le delibere e gli atti concreti di Vullo, ovvero la chiusura del nosocomio del Viale Europa.

Ed il primo reparto a chiudere battenti sarà proprio quel Pronto soccorso che Gucciardi il 7 settembre ha assicurato di voler salvare. Tra 8 giorni come si legge nella nota, chi si ferisce dovrà andare al Pronto soccorso del Papardo, dall’altro capo della città. Quanto sta accadendo è vergognoso.

Da un lato solo dichiarazioni d’intenti, promesse, tavoli tecnici, dall’altro un inesorabile cronoprogramma che entro un mese sarà portato a termine davanti allo sguardo annichilito della città. Già che ci siamo è bene ricordare ai messinesi che sempre Gucciardi nel distribuire le risorse alle aziende sanitarie dell’isola ha decurtato 12 milioni di euro a Messina. Sembra quasi di essere di fronte ad un accanimento nei confronti di un malato terminale.

Tornando al gruppo di lavoro che ha stilato il certificato di morte del Piemonte, la riunione si è tenuta il 23 settembre, coordinata dalla dottoressa Francesca Parrinello, direttore medico di presidio. Presenti i dottori: Gaetano Ferlazzo, Giuseppe Venza, Carmelo Alma, Giovanni Consolo, Enrico Montagnese, Tanino Sutera, Clemente Giuffrida, Giuseppe Luppino, Antonino Gullà, Patrizia Giardina, Natale Molonia, Massimo Calamoneri, Claudio Pellegrino, Angelo Mafali, Maria Santo, Maria Donia (assenti giustificati Melania Oliva e Paolo Quartaronello).

“Preso atto della natura dispositiva della delibera e l’imminenza della scadenze indicate la dottoressa Parrinello-si legge nel verbale- ritiene che per l’attivazione del percorso operativo di trasferimento la prima unità operativa da disattivare sia il Pronto soccorso ed invita il dottor Giuffrida ad esprimersi circa i tempi. Il dottor Giuffrida stante la criticità di organico al Pronto soccorso ritiene che la chiusura debba essere fatta in tempi brevi che non vi è nessuna criticità sull’allocazione al Papardo delle attrezzature mentre non è possibile attivare tutti gli 8 posti di osservazione breve previsti dal decreto n 46 del 14 gennaio 2015 in quanto bisogna prevedere lavori strutturali. Si utilizzeranno quindi i 5 posti attivi al Papardo. I pazienti presenti il 10 ottobre al Piemonte in OB se non dimissibili saranno trasferiti al Papardo”. Il certificato di morte prosegue poi reparto per reparto.

Anche se il ddl dovesse essere votato in tempi rapidi, cosa al momento da escludere e che esca indenne da vendette trasversali e dispetti, non sarà comunque operativo immediatamente ed occorrono ulteriori passaggi. Solo un atto dell’assessore Gucciardi può salvare l’ospedale, se davvero questa è l’intenzione.

“Ho appena parlato con l’assessore Gucciardi- spiega il capogruppo regionale Pdr Beppe Picciolo- ed ha assicurato un suo intervento immediato. Indietro non si torna, Gucciardi è una persona d’onore e non verrà meno agli impegni presi per Messina. Qualora non dovesse essere così arriveremmo alla mozione di sfiducia nei suoi confronti, ma ci ha assicurato che non lascerà chiudere il Pronto soccorso”.

Purtroppo agli impegni presi il 7 settembre dall’esponente del governo Crocetta non c’è stato alcun seguito nei tempi da lui annunciati. Nella sanità, e l’assessore dovrebbe saperlo, la tempestività è vitale ed anche un secondo è prezioso.

Da messinesi e da cronisti non abbiamo lo stesso ottimismo di Picciolo.

L’unico fatto certo finora, perché messo nero su bianco è la chiusura del Pronto soccorso del Piemonte alle 8 di sabato 10 ottobre 2015.

Sotto il naso di tutti, mentre la politica litigava, non siamo stati in grado di difendere chi ha difeso intere generazioni.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. BRAVI BRAVISSIMI L’UNICA SCHIFEZZA CHE NON DOVEVATE FARE ERA PROPPRIO QUESTA LASCIARE UN CENTRO DI CITTA’ SENZA PRONTO SOCCORSO. E’ PEGGIO DELL’AFRICA O DESERTO. CITTA’ DA QUARTO MONDO,POICHE’ IL TERZO MONDO VIENE AIUTATO DA ITALIANI ASSOCIAZIONI MEDICI POLITICI RELIGIOSI E ALTRI. UNA CITTA’ A RISCHIO TERREMOTO (I TERREMOTI HANNO LA CATTIVA ABITUTINE DI RIPRESENTARSI COME E QUANDO VOGLIONO), INCENDI SCONTRI AUTO E ALTRI ACCIDENTI DELLE VITA. UNA CITTA’ GRANDE CHE HA UN PRONTO SOCCORSO IN PERIFERIA STRADE STRETTE. SE VI E’ URGENZE CHE FATE LE CORNA? O DITE ‘A MALANOVA? VENGO ATTACCATO DICONO CHE NON AMO MESSINA, SONO EX MESSINESE. DA CIO’ SI VEDE SE UNA CITTA’ E’ VALIDA I POLITICI NON USANO LA DILIGENZA DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA CAPITO?

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  2. BRAVI BRAVISSIMI L’UNICA SCHIFEZZA CHE NON DOVEVATE FARE ERA PROPPRIO QUESTA LASCIARE UN CENTRO DI CITTA’ SENZA PRONTO SOCCORSO. E’ PEGGIO DELL’AFRICA O DESERTO. CITTA’ DA QUARTO MONDO,POICHE’ IL TERZO MONDO VIENE AIUTATO DA ITALIANI ASSOCIAZIONI MEDICI POLITICI RELIGIOSI E ALTRI. UNA CITTA’ A RISCHIO TERREMOTO (I TERREMOTI HANNO LA CATTIVA ABITUTINE DI RIPRESENTARSI COME E QUANDO VOGLIONO), INCENDI SCONTRI AUTO E ALTRI ACCIDENTI DELLE VITA. UNA CITTA’ GRANDE CHE HA UN PRONTO SOCCORSO IN PERIFERIA STRADE STRETTE. SE VI E’ URGENZE CHE FATE LE CORNA? O DITE ‘A MALANOVA? VENGO ATTACCATO DICONO CHE NON AMO MESSINA, SONO EX MESSINESE. DA CIO’ SI VEDE SE UNA CITTA’ E’ VALIDA I POLITICI NON USANO LA DILIGENZA DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA CAPITO?

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  3. sergio indelicato 2 Ottobre 2015 06:24

    Il problema della burocrazia italiana è che agisce secondo legge e non secondo i bisogni reali del quotidiano. Una città che per la sua conformazione si distende in lunghezza non può avere due pronto soccorso a distanza di tanti km l’uno dall’altro. Il resto, come dice giustamente l’articolo, sono solo chiacchiere.

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  4. sergio indelicato 2 Ottobre 2015 06:24

    Il problema della burocrazia italiana è che agisce secondo legge e non secondo i bisogni reali del quotidiano. Una città che per la sua conformazione si distende in lunghezza non può avere due pronto soccorso a distanza di tanti km l’uno dall’altro. Il resto, come dice giustamente l’articolo, sono solo chiacchiere.

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  5. E così il regalo alla fondazione Bonino-Pulejo è cosa fatta.
    George

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  6. E così il regalo alla fondazione Bonino-Pulejo è cosa fatta.
    George

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