Vincent Dieutre e la sua Italia pasoliniana

Vincent Dieutre e la sua Italia pasoliniana

Lavinia Consolato

Vincent Dieutre e la sua Italia pasoliniana

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sabato 24 Ottobre 2015 - 22:01

Regista di “Viaggio nella dopo storia”, in prima visione in Italia, il francese Vincent Dieutre torna in Italia per fare un film “pasoliniano” omaggiando Rossellini. Dopo la Sicilia di “Orlando ferito” ci porta a Napoli, sulle tracce di Ingrid Bergman.

Come i primi atti della Dopostoria cui io assisto per diritto d’anagrafe”. Questo è l’incipit di “Viaggio nella dopo storia” tratto dai versi di “Io sono una forza del passato” di Pasolini, che egli stesso fece leggere ad Orson Welles ne “La ricotta”. “Viaggio nella dopo storia” di Vincent Dieutre stranamente è un film pasoliniano su Rossellini, un esercizio di ammirazione, un atto d’amore verso il suo “Viaggio in Italia” del 1954.

Vincent Dieutre era partito con l’idea di fare quasi “un’installazione video”, ma invece è andato oltre, girando un film vero e proprio, diviso fra la finzione dell’omaggio, in bianco e nero, e il colore della parte del lavoro di preparazione, che prevede i discorsi con un legale per i diritti della produzione del film, e anche la lettura di una e-mail di Isabella Rossellini, che ringrazia Dieutre per l’omaggio. L’attore olandese Simon Versnel prende i panni di George Sanders, recitando Alex, e lo stesso Dieutre impersona Ingrid Bergman, recitando Tom: Napoli è cambiata, la coppia è diventata omosessuale, ma i problemi coniugali, di attrito, di distacco, sono sempre gli stessi.

Il film di Rossellini ha fatto sognare tutti, specialmente la Nouvelle Vague”, ed è uno dei film più importanti per il regista francese, che, a partire dalle parole di Pasolini, decide di ricontestualizzare un autore che più di ogni altro forse aveva la necessità di contestualizzare. Al di là della situazione di crisi tra la Bergman e Sanders, “Viaggio in Italia” tratta la storia italiana degli anni ’50. E questa è la sfida: “La storia del popolo è ormai andata perduta, la perdita va articolata e celebrata”. “Pasolini è il primo a vedere il cambiamento in Italia, a partire dalla perdita del dialetto”, spiega il regista. Napoli è sempre affollata e con un sole battente, ma non ci è dato sapere fino a che punto la gente, il popolo sia effettivamente cambiato: Dieutre non si sofferma troppo su questo.

Dieutre si trova nuovamente in Italia dopo aver girato già nel 2013, a Palermo, Catania e Lampedusa, “Orlando ferito”, che vede l’importante partecipazione del puparo Mimmo Cuticchio e del filosofo Georges Didi-Huberman. La chiave di continuità della sua filmografia in un certo senso è la catastrofe nella storia, quella che Pasolini chiamava e attendeva come “apocalisse”: nel caso di questo precedente film, di cui consiglio la visione, lo spunto pasoliniano è tratto da “L’articolo delle lucciole”, scritto nel febbraio del 1975.

Lavinia Consolato

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