Restituiti a Cattafi tutti i beni sequestrati dalla DDA

Restituiti a Cattafi tutti i beni sequestrati dalla DDA

Redazione

Restituiti a Cattafi tutti i beni sequestrati dalla DDA

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lunedì 04 Marzo 2013 - 13:34

Il Tribunale ha restituito al presunto boss barcellonese Rosario Pio Cattafi i beni che gli erano stati sequestrati nel 2011 dalla DDA. Cattafi ha potuto dimostrare che erano stati acquistati in maniera lecita. La Guardia di Finanza gli aveva messo sotto chiave beni per quasi dieci milioni di euro.

Torna al legittimo proprietario il patrimonio sequestrato due anni fa all’avvocato barcellonese Rosario Pio Cattafi. L’uomo è indicato da alcuni collaboratori di giustizia quale boss di Cosa Nostra nel territorio di Barcellona e l’anno scorso era stato arrestato nell’operazione antimafia “Gotha 3”. Ora la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina ha disposto il dissequestro di fabbricati, abitazioni, terreni alcuni magazzini, autovetture, una moto, conti correnti, una cassetta di sicurezza ma soprattutto della società “DI BECA S.a.s.”. Beni dei quali, Cattafi, il figlio Alessandro e la moglie hanno potuto dimostrare che, compresi monili e vari gioielli trovati nella cassetta di sicurezza, sono stati acquistati lecitamente. Stessa cosa è stato dimostrato per l’acquisto di autovetture e motocicli che Alessandro Cattafi ha comprato sempre attraverso la stipula di contratti di finanziamento. Nel 2011 la Guardia di Finanza aveva disposto ben due sequestri di beni. Il 21 marzo per un totale di circa 7 milioni di euro e ed il 6 aprile per due milioni e mezzo di euro. Le Fiamme Gialle avevano eseguito un provvedimento firmato dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale su richiesta del sostituto procuratore della Dda Vito Di Giorgio.
Le indagini patrimoniali erano iniziate indagando sui lavori di realizzazione del Parco commerciale di Barcellona. Ad eseguirli proprio la DI.BECA Sas azienda che, secondo i magistrati della Dda – veniva utilizzata da Cattafi per il riciclaggio di denaro. La DIBECA era stata sequestrata ma oggi i giudici del Tribunale l’hanno restituita a Cattafi.

Un commento

  1. MessineseIncallito 4 Marzo 2013 16:00

    Le cose sono due:
    1. o i pentiti sono completamente inaffidabili, e per questo vanno prese IMPORTANTI CONSEGUENZE rispetto ai benefici di cui godono per il loro stato di pentiti
    2. o i magistrati sono dei perfetti incapaci e vanno rimossi dai loro incarichi affidandoli a più preparati personaggi

    perchè sequestrare con tanto clamore (ricordo bene la notizia anche se a due anni di distanza) beni così consistenti e dopo restituirli perchè è stata dimostrata la loro provenienza è un duro colpo alla credibilità dell’istituzione MAGISTRATURA, soprattutto quando opera in un ambito così delicato come quello legato alla mafia.

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