Assistenza domiciliare e costi a carico degli utenti, il Comune chiarisce

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lunedì 22 Maggio 2017 - 14:44

Secondo gli amministratori di Palazzo Zanca, gli utenti che accedono gratuitamente ai servizi domiciliari sono l’88 per cento per il servizio assistenza anziani, e il 78 per cento per il servizio assistenza persone con disabilità

“Il tema della compartecipazione al costo dei servizi di assistenza domiciliare agli anziani e alle persone con disabilità richiede una chiara informazione, perché alcune dichiarazioni mezzo stampa possono generare confusione. Inizia così la lunga nota dell'amministrazione comunale.

Alla base della compartecipazione e della quantificazione delle relative quote, vi sono, come precisato in varie occasioni, i criteri dettati dal Decreto regionale del 15 aprile 2003 (cosiddetto Decreto D’Aquino) che regolamenta l’accesso agevolato ai servizi sociali, stabilendo che la quota di compartecipazione venga calcolata tenendo conto della sua situazione economica complessiva, determinata, appunto, dall’Indicatore della Situazione Economica (ISE). Nella consapevolezza del ‘peso’ di siffatto criterio, l’Amministrazione ha rivolto il proprio impegno, fin dall’inizio, a riorganizzare il sistema, nel rispetto della normativa e nel rispetto delle interlocuzioni avute con l’Assessorato regionale competente che sul tema ha espresso motivazioni di principio, senza definirsi in modo univoco sull’indicatore di reddito più appropriato da utilizzare per il calcolo della quota di compartecipazione.

I dati reali sull’incidenza del fenomeno della compartecipazione, nella nostra città, evidenziano chiaramente che gli oneri del costo dei servizi ricadono in massima parte sui fondi comunali. Infatti, gli utenti che accedono gratuitamente ai servizi domiciliari sono l’88 per cento per il servizio assistenza anziani, e il 78 per cento per il servizio assistenza persone con disabilità”.

Circa le azioni messe in atto dal Dipartimento Politiche Sociali, il dirigente al ramo, Domenico Zaccone, spiega che: “il Dipartimento si è attenuto al criterio di calcolo descritto nel Decreto D’Aquino, sebbene il riferimento all’I.S.E. e non ISEE (reddito equivalente) facesse scaturire una quota di partecipazione più onerosa. A ciò si aggiunga che nel 2015, ai fini della determinazione del “reddito disponibile” per il calcolo dell’ISE dei nuclei familiari con componenti con disabilità, la normativa in precedenza aveva incluso anche altri parametri (quali indennità di accompagnamento, pensione per inabilità…), provocando un aumento dell’importo della la quota di compartecipazione. A febbraio del 2016, il Dipartimento, proprio a causa della onerosità della quota di compartecipazione, ha stabilito responsabilmente una breve sospensione, perché nel contempo ha investito l’Assessorato competente della Regione Sicilia, affinché emanasse una nuova direttiva che, modificando il precedente decreto assessoriale del 2003, prendesse, correttamente, l’ISEE come parametro di riferimento per il calcolo del reddito imponibile.

Per tale motivo, a maggio del 2016, non essendoci alcuna variazione nei parametri di calcolo del reddito imponibile, il Dipartimento ha inviato una prima lettera ai beneficiari dei servizi. Successivamente, alla fine dello stesso mese, il legislatore, a seguito di una serie di sentenze del Consiglio di Stato (decreto legge 29 marzo 2016, n. 42, convertito in legge 26 maggio 2016, n. 89) ha provveduto alla modifica del calcolo dell’ISEE per i nuclei familiari con componenti con disabilità, escludendo dal reddito ISEE i trattamenti economici percepiti in ragione della condizione di disabilità.

A questo punto – continua il documento – il Dipartimento ha inviato nuove lettere ai beneficiari, chiarendo loro che, per tutto il 2015 e fino al 29 maggio 2016, la quota di compartecipazione veniva determinata con il vecchio sistema di calcolo dell’ISE; mentre, per il periodo successivo si invitavano gli stessi a produrre il nuovo ISE sul quale ricalcolare la nuova quota di compartecipazione, chiaramente inferiore rispetto al passato.

Si precisa, infine, che per venire incontro all’utenza ed evitare un considerevole aggravio economico al bilancio delle famiglie dei beneficiari del servizio, il Dipartimento ha proposto loro la possibilità di rateizzare l’importo della quota di compartecipazione dovuta per il periodo dal 2015 fino al maggio 2016. Pertanto, la richiesta della quota di compartecipazione promana dalla legge ed è un atto dovuto non soggetto alla discrezionalità, nella ammissibilità e nella quantificazione, degli organi politici o amministrativi del Comune”.

Infine l’Amministrazione ribadisce che “il Dipartimento è impegnato, su responsabile atto di indirizzo, ad una rimodulazione di tutto il sistema per favorire l’accesso ai servizi alla persona. Si sta lavorando per andare incontro ai cittadini, nel rispetto della normativa e con l’intento di esitare una scelta opportuna che abbracci un’ampia gamma di servizi e che, a breve, sarà resa operativa. A ciò si aggiunge il ‘Piano di Comunicazione’ che l’Assessorato alle Politiche Sociali ed il relativo Dipartimento avvieranno nelle prossime settimane, incontrando i diversi consigli circoscrizionali dove verrà presentato il sistema integrato dei servizi e le modalità di compartecipazione”.

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