Preoccupanti i dati. CittadinanzAttiva propone voucher sociali e aiuti economici comunali

Preoccupanti i dati. CittadinanzAttiva propone voucher sociali e aiuti economici comunali

Sara Faraci

Preoccupanti i dati. CittadinanzAttiva propone voucher sociali e aiuti economici comunali

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venerdì 07 Giugno 2013 - 13:58

L'incontro organizzato da CittadinanzAttiva tra gli assessori ai Servizi Sociali ha messo in luce una flessione nell'efficacia organizzativa di questi ultimi. L'associazione avanza, dunque, alcune proposte di miglioramento

Deludenti i risultati emersi dall’incontro organizzato da CittadinanzAttiva. Il colloquio, che ha riunito gli assessori ai servizi sociali allo scopo di vagliare gli esiti della legge 328, ha messo in luce pecche di organizzazione e gestione della politica assistenziale che sembrano far rimpiangere l’impianto organizzativo precedente all’entrata in vigore della norma stessa.

L’esperienza portata avanti dai 14 Comuni facenti parte del Distretto Socio Sanitario D26, non sembra essersi tradotta in esiti edificanti a causa della flessione dell’offerta di servizi alla persona, a sua volta imputabile alla mancata ottica “zonale e/o comprensoriale” nell’organizzazione dei servizi stessi.

A fronte di valide iniziative messe in atto nella precedente epoca gestionale, che hanno garantito un ventaglio d’offerta di ben 54 servizi sociali, come evidenziato dalla Carta dei Servizi, si è passati a una programmazione che ben poco possiede di “consorziale” ed “intercomunale” – come ha affermato la stessa CittadinanzAttiva.

L’opera compiuta dai 14 Comuni del D26, dall’ASP, dagli istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB) e ancora dalle Associazioni di Volontariato e dalle Cooperative accreditate, mostra profonde crepe e si anima all’interno di una scenario slegato che incrementa gli sprechi e non consente l’ottimizzazione delle risorse. Una situazione di mancato coordinamento che ha spinto CittadinanzAttiva a chiedere di confermare quanto meno i servizi in precedenza forniti qualora risulti difficoltoso, per lo meno nel breve termine, migliorarli.

E infatti in passato sono state registrate utili proposte che hanno consentito la presenza in loco, con ben 14 Circoscrizioni, di un Segretariato Sociale con assistenti sociali; un’assistenza domiciliare erogata a ben 885 anziani; un servizio di telesoccorso per altrettanti 311 anziani o disabili; il trasporto gratuito di 183 alunni portatori di handicap; inoltre, il ricovero in Comunità di alloggio di 82 disabili nonché in Case di riposo di 150 anziani. Non era nemmeno dimenticata l’assistenza alle ragazze-madri, 174 di esse potevano, infatti, godere di un’assistenza continuativa. Ma a supporto di situazioni socio-familiari critiche, v’erano anche l’organizzazione di colonie estive – che raccoglievano ben 215 minori e 80 disabili aderenti – e il ricovero in convitto o semiconvitto di 534 minori. Una presenza assistenziale diretta cui si affiancava quella mediata, erogata attraverso la concessione di contributi ordinari o straordinari a 1393 bisognosi. Queste alcune tra le iniziative di maggior pregio, minate adesso da un’improvvida coordinazione dell’operato nel settore che rischia di vanificare, o quanto meno affievolire, gli sforzi profusi in precedenza.

Non mancano le soluzioni proposte dalla stessa CittadinanzAttiva, che vede come fautrice di un rinnovamento della situazione l’introduzione di voucher sociali. Buoni servizio, in altri termini, che consentirebbero ai beneficiari di vantare di una previdenza economica esclusivamente destinata all’accesso a prestazioni assistenziali, sociali o educative fornite da Cooperative accreditate al D26.

Sarebbe poi auspicabile – nell’ottica dell’associazione – la previsione di un sistema di “retta-pensione” all’interno delle case preposte al ricovero di disabili e anziani. Si tratterebbe di una rete di aiuti finanziari garantiti dal Comune per il pagamento della retta giornaliera gravante sugli ospiti, nel caso in cui questi siano nullatenenti o in possesso di beni mobili e immobili insufficienti a ripianare il costo preteso, o non abbiano familiari a loro legati dall’obbligo agli alimenti previsto all’art.433 del codice civile o, ancora, questi ultimi siano a loro volta nullatenenti e non in grado di accollarsi le spese di mantenimento in convitto. (Sara Faraci)

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